Le “psicotecnologie” e la nuova sfida di Babele

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Ottobre 2014 13:11
Le “psicotecnologie” e la nuova sfida di Babele

Si narra che tempo fa, gli uomini, parlassero tutti la stessa lingua e che volessero costruire una torre così alta da renderli visibili e riconoscibili in tutto il mondo: Babele. Dio volle punire tale gesto, così disperse gli uomini per la terra e diede ad ognuno una lingua diversa, per debellare ogni futura collaborazione. Oggi il progresso ha silenziosamente ricostruito quella torre sotto il nome di GLOBALIZZAZIONE. Lingua e distanza non sono più una "disgrazia", INTERNET ha reso tutto RISORSA.

Ma fino a che punto le PSICOTECNOLOGIE sono da considerarsi un progresso e non una punizione? Internet rende stupidi? Molti puntano il dito contro quella "RETE" che soffoca la nuova generazione, si tratta forse di un'intelligenza artificiale che sta "sostituendo" quella umana? Le psicotecnologie aiutano l'uomo o ne stanno prendendo possesso? Sono diversi gli interrogativi terrificanti che svolazzano sulla testa dei nuovi teenager. Cresce il numero dei ragazzini persi nella rete, intrappolati dentro piccoli schermi, tanto che è nata una nuova scienza, la SCREENOLOGY, che studia la relazione tra la mente umana e le immagini contenute negli schermi.

Si sono venuti a creare due mondi paralleli, uno reale ed uno virtuale, e pare il primo stia diventando sempre più banale e marginale rispetto al secondo. Nell'anno 2014 si passa molto più tempo davanti un PC, o uno Smartphone, che con amici o famiglia. Ma cosa sono queste tanto citate PSICOTECNOLOGIE? Sono il prolungamento della nostra mente, come le tecnologie sono un aiuto fisico-strumentale al nostro corpo, le psicotecnologie sono un aiuto logistico-mentale. Entrambe strumenti nati per cooperare con l'uomo, eppure entrambe hanno portato problemi, soprattutto le ultime. I tanto odiati e amati Smarthphone, sono piccole sfere magiche, dentro i quali si trova ogni tipo di risposta, veloce, aggiornata, e soprattutto GRATIS! Comprarsi un dispositivo mobile di ultima generazione significa ad oggi, avere al guinzaglio un cervello grande quanto il mondo ed una memoria impensabile, una sorta di "HARDISK ESTERNO" senza confini.

Tutto sta cambiando è vero, persino la conformazione del nostro cervello, emerge l'uso di differenti facoltà cognitive, avviene il "silenziamento della lingua e l'interiorizzazione del pensiero" , si è più propensi a scrivere che a parlare, ci si mandano sms, o ci si scambia messaggi nei Social Network, e queste "azioni" ormai quotidiane, ci stanno in realtà cambiando.

Siamo diventati degli "scrittolettori", perché nella rete, dopo aver letto qualcosa, siamo subito pronti ad interagire con quel contenuto, in maniera scritta e talvolta anonima. L'anonimato in rete è un'altra piaga, da un lato aiuta i meno intraprendenti a farsi spazio con identità virtuali false e magari idealizzate, dall'altro costruisce scudi sociali che al sole si sciolgono come ghiaccio.

Il nostro è ormai un "e-world" con i suoi pregi e i suoi difetti, la rete costituisce "Il grande interruttore", per accedere ad una "cognizione distribuita" in ogni luogo e in ogni dove. La nostra intelligenza non è diminuita, ma è cambiata, è diventata multitasking, riusciamo a fare più cose nello stesso momento, sfruttiamo la memoria e l'attenzione in maniera diversa, liberi dall'onere della funzione mnemonica, " mettere la memoria di fuori della mente dà spazio per l'invenzione e la pratica dell'intelligenza (cit: Eric Havelock)".

Con l'arrivo dei nuovi media sono state distrutte certe facoltà, ma ne sono arrivate di nuove e pian piano ci si è abituati. Internet potrebbe dunque essere sinonimo di progresso ma il bisogno continuo ed esagerato di connettività genera abuso e l'abuso genera "maledizione". L'attenzione diviene frammentata poiché il tempo su internet è prezioso, le pagine non vengono lette come i libri, ma vengono guardate per pochi secondi con movimenti saccadici, si salta da una sezione all'altra innescando un apprendimento superficiale, privo di profondità. L'ipertestualità permette di avere troppe scorciatoie alla nostra curiosità, quindi ci si annoia, e si passa subito ad altro, visto che "l'altro" è sempre più aggiornato e sorprendente.

A mio avviso la vera maledizione di internet sta nel totale affidamento della consapevolezza di se stessi alla rete. L'autostima è direttamente proporzionale ai "mi piace" cliccati sui Social Network, spopolano i "selfie", e noi diventiamo quello che gli altri cliccano o condividono. Internet è progresso ma diventerà maledizione nel momento in cui sarà l'unica cosa di cui avremo bisogno.

Monica Atria

18-10-2014 15,00

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