Si è svolto nei giorni 9 e 10 febbraio 2019 presso il Federico II Palace Hotel di Enna il modulo formativo Educatori A.C.R. Sicilia “L’ingrediente Segreto – L’essenziale del servizio educativo”. Al modulo formativo, organizzato dalla Delegazione Regionale Sicilia, hanno partecipato le rappresentanze degli educatori presenti in tutte le Diocesi siciliane. Per la Diocesi di Mazara del Vallo ha partecipato il gruppo educatori della Parrocchia Sacro Cuore in Santa Maria di Gesù di Mazara del Vallo (TP).
L’incontro è iniziato con un momento di preghiera presieduto da don Marco DIARA, Assistente Regionale A.C.R., che ha voluto tracciare un suo modello di educatore che deve avere tre ingredienti fondamentali: ascoltare, incontrare e camminare. <<Un educatore che sia espressione di una comunità, dice don Marco, un educatore compagno di strada e nello stesso tempo padre che assiste al cambiamento del proprio figlio>>. A seguire ci sono stati i saluti del Delegato Regionale Sebastiano DI STEFANO che ha voluto ricordare la solennità nazionale del “Giorno del Ricordo”, dedicata alle vittime delle Foibe e celebrata il 10 febbraio di ogni anno, ribadendo che ogni essere umano è educatore dell’altro all’insegna del Vangelo di Gesù e si spera che le nuove generazioni possano educare al rispetto dei buoni valori e della dignità umana affinché quelle atrocità non accadano mai più.
Ospite della giornata è stato Martino NARDELLI, Segretario Nazionale A.C.R., Psicologo e psicoterapeuta che si occupa di riabilitazione e consulenza psicologica per bambini, adolescenti e genitori presso l’associazione “Bambiniincorso”. Martino rileva quanto è importante il cuore nel servizio educativo, un cuore chiamato a un discernimento essenziale che ci porta a farci delle domande: Perché ho deciso di dire sì al Signore? A educare? A educare i piccoli? <<Educare, dice Martino, significa accompagnare nelle relazioni, a vivere buoni sentimenti, rinunciare all’io personale, giocare per accompagnare non per divertire, libertà nell’autonomia personale dei ragazzi, vicinanza ma non intrusione, proposte non insegnamento di percorsi.
Insomma la vocazione educativa deve assumere come dice papa Francesco una dimensione sinodale. Attenzione quindi, conclude Martino, a non diventare miopi e non vedere più gli sguardi dei ragazzi>>. Un saluto è arrivato da don Enzo SMIRIGLIO Assistente Generale AC Sicilia che nel sottolineare che deve essere un onore e non un onere fare l’educatore ha voluto calcare il valore della Parola che arriva ai cuori degli educatori “condotti” da Colui che è la via. Amalgamando tutti gli ingredienti necessari non sempre si trova la ricetta giusta e pronta ma si ha bisogno di un ingrediente fondamentale che è lo Spirito Santo.
La serata è andata avanti con giochi e incontri di riflessione sulla vocazione educativa. Domenica 10 febbraio la giornata è iniziata con le lodi mattutine e subito dopo con l’intervento dell’Assistente Nazionale A.C.R. don Marco GHIAZZA. Facendosi riferimento ad alcuni brani del Vangelo di Marco, don Marco ha tracciato un profilo molto spirituale dell’educatore. Egli deve avere come riferimento principale la Parola di Dio. L’educatore deve essere chiamato all’ascolto personale ma non isolato, deve essere portavoce di un’intera comunità e trasmettere ciò che il suo cuore sente.
Deve accompagnare i ragazzi consapevole che quel dono non l’ha guadagnato, ma l’ha ricevuto da qualcuno che gli ha parlato dentro. Deve trasmettere relazioni e non azioni; essere riconosciuti è un bisogno grande ma non deve diventare una vocazione educativa. Bisogna essere “pescatori di uomini” e la vocazione educativa deve essere qualcosa che allunga lo sguardo, che fa scoprire volti nuovi. L’educatore non deve mai camminare da solo, “Chiamò a se i Dodici e prese a mandarli a due a due …….” (Mc.
6, 7-13 ), l’ingrediente segreto per don Marco quindi sei tu che ascolti la Parola di Dio, solo così la ricetta può essere completa. Dopo l’intervento di don Marco è arrivato il video messaggio del Presidente Nazionale A.C. Matteo Truffelli che ha detto: <<la vocazione educativa è una chiamata cui rispondere e che si sviluppa all’interno dell’associazione. Una chiamata di responsabilità verso l’Azione Cattolica e verso tutta la chiesa intera. >> Le conclusioni sono state esposte dai Delegati Regionali Roberta PLATANIA e Giuseppe SALVAGGIO.
Dice Roberta: <<non bisogna mai perdere di vista i particolari dello sguardo di Gesù e di conseguenza dei ragazzi. Non diventiamo miopi davanti ai loro sguardi e non dimentichiamoci che tutti facciamo parte di una grande storia concreta e reale che è la famiglia dell’Azione Cattolica>>. Giuseppe aggiunge:<<tre aggettivi non devono mai mancare nei cuori degli educatori e sono: amore, passione e gioia>>. A conclusione dell’evento è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.
Mons. Rosario GISANA Vescovo di Piazza Armerina che nella sua omelia ha disegnato un proprio profilo dell’educatore. Facendo riferimento a una frase di Papa Paolo VI, “Bisogna essere più testimoni che maestri”, S.E. il Vescovo ha detto che gli educatori, ma in genere tutti gli uomini, devono gestire la propria vita secondo la forma del vangelo. Tre sono i comportamenti fondamentali da assumere dice il Vescovo: affidarsi alla Parola, consapevolezza di essere peccatori e accettare l’opera di trasformazione della nostra vita per opera dello Spirito Santo.
<<Un incontro di formazione forte di emozioni e di spiritualità ben concentrata>>, ha dichiarato Francesca educatrice A.C.R. della Parrocchia Sacro Cuore in Santa Maria di Gesù di Mazara del Vallo, <<il mettersi in gioco, condividere il gioco con gli altri è stato come ritornare bambina e vedere cose con altri occhi, proprio mettersi all’altezza dei bambini. Condivido che la vocazione a educare non è di tutti ma è una chiamata cui rispondere con il proprio SI. Questo incontro mi ha lasciato una consapevolezza in più di com’è grande la famiglia AC, una conferma di valori e scoperta di nuove cose, insomma una bella realtà>>.
Alberto, educatore e Consigliere diocesano aggiunge:<<Peccato che sia durato poco, il tempo è sempre tiranno quando si è coinvolti in qualcosa di bello. In quel poco tempo però le emozioni sono state tante e siamo andati via consapevoli che il dono della vocazione all’educare ricevuto è prezioso e noi educatori siamo onorati di essere stati scelti ad accompagnare i ragazzi. Ogni emozione vissuta in questi due giorni di formazione ha contribuito ad aggiungere un tassello per formare quel mosaico fantastico che è lo sguardo di Gesù, ingrediente segreto, da non perdere mai di vista>>.
Comunicato Stampa