Ho sognato di essere Don Chisciotte che tornava nella sua Città dopo epiche battaglie contro i mulini a vento.Purtroppo, rientrando dal quartiere " mulino a vento" (abbento nel nostro dialetto) , mi imbattevo in una
sfilza di enormi, mostruose, oscene creature e mi accingevo già ad ulteriori furiosi combattimenti, lancia in resta.Per (s)fortuna mi sono svegliato ( era un sogno o un incubo ? ) ed ho realizzato che non di mostri si trattava ma di artistici "cantari" ("absit invidia verbo" o, meglio, honi soit qui mal y pense, perché il termine cantaro deriva dal greco κάνθαρος e dal latino càntharos e indica un vaso in ceramica decorata con manici ) posti a decoro urbano per accogliere degnamente le frotte di turisti attratti esclusivamente dalle stesse opere d'arte.Cantari talmente artistici da potere tranquillamente convivere con rozze quartare tunisine.Poco importa, infatti, ai turisti, se in questa città ( la minuscola è voluta ) la qualità della vita sia infima, la mediocrità impera, la marineria affonda, l'agricoltura è in ginocchio, il commercio e il settore edile agonizzano, la sanità è tornata ai tempi del colera, molti veramente importanti siti architettonici ( es.
S. Nicolò Regale) siano inaccessibili , degradati, non valorizzati, i giovani non trovano lavoro e sono costretti ad emigrare, la viabilità è da terzo mondo, orgogliosamente si inneggia ad una città sazia di misteri e di futuro- e quindi senza speranze e prospettive - !!!!!! ecc.. ecc..Considerando che ormai i "cantari" sono diventati ubiquitari e si vanno espandendo inesorabilmente dal centro verso la periferia, grazie anche ad un ipotizzato piano ceramiche da finanziare ( ???? ), non è ipotizzabile anche che i posteri, "i futuri mazaresi" decidano di cambiare nome alla città chiamandola " Mazara del Cantaro" ?
Cocò Di Giovanni
02-11-2013 10,45
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