Flash Mob Scuola: docenti, alunni, e genitori uniti contro l’uccisione della scuola pubblica

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Maggio 2015 08:06
Flash Mob Scuola: docenti, alunni, e genitori uniti contro l’uccisione della scuola pubblica

“Nessuno resti a casa!” Con questo slogan ieri dalle 20 alle 20:30 circa, sulle scalinate di piazza Mokarta i docenti di tutte le scuole pubbliche di Mazara del vallo si sono incontrati, vestiti a lutto e con i lumini in mano, per partecipare al flash mob nazionale che ha anticipato di un giorno lo sciopero indetto dai sindacati. Sentita la partecipazione che ha unito forse per la prima volta il mondo scolastico;

molti i curiosi e i simpatizzanti oltre a genitori e alunni, spesso anche il traffico sul Lungomare si è fermato per ammirare la folla compatta sui gradini che ha osservato un minuto di silenzio, quel silenzio assordante che vuole rimarcare le mille parole troppe volte dette anche a mo’ di preghiera a chi ha posto in agenda altre priorità.

Forse può difficilmente capire chi non è mai stato da quella parte della scrivania, sia le istituzioni (tra cui la scuola non si sente più di far parte), sia il mondo che frequenta la scuola solo di passaggio (alunni e genitori), ed è proprio sulla differenza di questi punti di vista che abbiamo raccolto le esperienze di chi ha partecipato con speranza a questo incontro.

Secondo la docente Maria Ferrantello ”Chi è al governo non è mai entrato in una scuola, tranne come alunno, non conosce le problematiche che ci sono all’interno, le vive in maniera molto surreale, e pensa che aggiustando un po’ di cose qua e là possa risolvere i veri problemi ma non è così che si fa, stanno facendo veramente morire quella che è l’istruzione pubblica a favore di un’istruzione privata che non so fino a che punto può essere ben accolta da tutta la popolazione italiana. E per questo il colore nero di questa sera, per testimoniare la morte della scuola pubblica.”

Il Prof. D’Angelo amplia la questione facendo un confronto con il sistema europeo : “Ho avuto esperienza, quando insegnavo al liceo classico, di scioperi generali, necessari per la crescita della scuola in genere ma anche da un punto di vista economico, siamo i peggiori in Europa, si dice che in Germania per esempio riguardo alle pensioni, vengono pagati di meno, ma in realtà lì il welfare funziona quindi dal di dentro la scuola è conservatrice, una serie di riforme incomplete ne hanno peggiorato la situazione, c’è una scuola elementare e una scuola media che funziona, in Europa forse siamo i primi nel piano didattico, però in questo caso io penso che una certa unità si dovrebbe trovare e domani se vogliamo ottenere qualche cosa o se vogliamo presentarci a Renzi o in ogni caso al Presidente della Repubblica ci dovrebbe essere una partecipazione minima di un 51% forse ora ce ne stiamo accorgendo troppo in ritardo.

Dall’esterno la scuola da parte degli alunni e da parte dei genitori molto spesso è considerata un modo di parcheggiare i loro figli pensando che un diploma o una laurea possa migliorare le loro condizioni economiche e possa far aspirare a livelli superiori di lavoro, c’è un’invadenza forse eccessiva da parte dei genitori, sto facendo un discorso che può sembrare poco democratico ma in realtà poco competenti sono loro, i tecnici sono effettivamente gli insegnanti che debbono improvvisarsi purtroppo da bravi didatti nello stesso tempo psicologi pedagogisti, debbono risolvere le questioni che la società civile non risolve.Dal governo, questo è l’ultimo atto, il delirio di onnipotenza di Renzi che ci vuole tutti berlusconizzare in qualche modo sta portando alla disfatta completa, alla deriva della scuola pubblica, che è un servizio fondamentale per il cittadino, privatizzare la scuola significa creare carrozzoni e soprattutto non uniformare i diversi istituti ad una linea comune, perché le finalità della scuola, le finalità ultime devono essere sempre le stesse, e quindi i danni sono irreparabili se non si pone un freno a questa deriva, quando si dice che le graduatorie provinciali non funzioneranno, quando si dà questo potere ai dirigenti scolastici che possono assumere o licenziare a loro piacimento, prima col Jobs Act si pensava che in qualche modo si potesse dare possibilità di occupazione l’unico sfogo purtroppo da noi è l’impiego pubblico, se quelli che già ci sono vengono considerati carrozzoni e i tagli oltre che nella sanità (lì non si ragiona completamente) ci sono anche nella scuola significa effettivamente che nonostante Renzi parli di beni culturali, nonostante lui parli di rivoluzione a 360° di voler rivoltare come un calzino il tutto in realtà questo è un regresso rispetto a tutte le riforme precedenti.”

L'insegnante Francesca Bono parla dei risultati ai quali ambiscono, “Vogliamo ottenere essenzialmente il blocco del decreto legislativo in atto, noi docenti lottiamo per togliere questo potere che vuole dare Renzi al dirigente anche perché non è detto che sia in grado di poterlo amministrare, e soprattutto perché dopo tanti anni di lotte per arrivare ad avere gli organi collegiali mi sembra che stiamo facendo tanti passi indietro, un altro punto, che fermamente mi tocca da vicino, è quello che così facendo si verranno a istituire scuole di serie A e scuole di serie B, questo soprattutto legato alla capacità o meno del dirigente scolastico e io ritengo che tutti i bambini e tutti gli utenti debbano avere pari opportunità e che quindi la scuola pubblica debba garantire il successo formativo a tutti i futuri cittadini del domani.Per quel che è il mio sentire dall’esterno non sempre la scuola viene vista come si deve, nella scuola c’è tanta gente che si spende per la professionalità, perché ci crede così come ci credo io, certo può esserci quello che meno si presta, però tutti insieme stiamo dando un chiaro esempio, questa sera lottiamo per il bene non solo nostro ma soprattutto dei nostri bambini che dovranno essere i futuri cittadini del domani, il governo secondo me non sa esattamente che vuol dire essere dalla nostra parte perché essere politici è facile però bisognerebbe prima essere insegnanti per capire le nostre problematiche e poi parlarne insieme” Soddisfatta per la partecipazione che ha attirato l’attenzione dei passanti aggiunge: “Noi stiamo testimoniando quello che si sta decretando al governo la morte della scuola pubblica e ci opponiamo fermamente, la cosa che più mi fa piacere è che questa sera siamo qui, docenti di ogni ordine e grado, ma anche genitori che hanno capito che non stiamo lottando per il nostro ruolo ma stiamo lottando per i futuri cittadini del domani”

Docente è anche una delle organizzatrici del flash mob di Mazara e cioè la prof.ssa Cavasino che ci ha comunicato che uno dei punti chiave di questo sciopero riguarda soprattutto l’opposizione al grosso potere dato ai presidi non controbilanciato, “Mancando la controparte si rischia di farla sfociare in una dittatura, vogliamo anche evitare l’ingerenza dei privati all’interno della scuola pubblica, sono poco chiari e poco chiariti i punti di questa riforma, per volontà di chi legifera, rimangono nel fumoso per evitare gli approfondimenti e poter avere carta bianca in seguito.”

La docente organizzatrice ha visto in questa giornata una bella pagina di Mazara di democrazia partecipata, ci ha informato che nella promozione del Flash Mob non è stata coinvolta nessuna organizzazione di tipo politico e sindacale per evitare strumentalizzazioni. Speriamo –dice- che chi legifera prenda atto e segua le nostre proposte che con passione e devozione lavoriamo giorno dopo giorno, perché in tutto questo tempo in cui è andata avanti la protesta non ci siamo sentiti ascoltati, nessuna risposta positiva da parte di chi poi dovrebbe apportare delle nuove norme che riorganizzino la scuola.

“Martedì 5 Maggio alle 9,00 (oggi) –aggiunge- aderiremo allo sciopero indetto dai sindacati e saremo riconoscibili perché saremo in piazza con un libro in mano, ma non ci fermeremo solo a questo, continueremo pubblicando delle testimonianze su Facebook, distribuiremo delle lettere in modo da poter sensibilizzare. Siamo un gruppo di 25 persone, l’idea è partita oltre che da me e da Nuccia Iemmola, abbiamo coinvolto poi facendo un gruppo su WhatsApp (servizio di messaggistica disponibile per smartphone che usa la connessione internet, n.d.r.) abbiamo coinvolto un docente per scuola in modo che si facesse carico di fare da referente all’interno della propria scuola e abbiamo ottenuto un successo per noi insperato, tra loro anche Massimiliano Bucca, Fanny Patera siamo in tanti veramente e mi dispiace dimenticare qualcuno, successivamente faremo una comunicazione per esplicitare il tutto e comunicare anche gli organizzatori di questo Flash Mob.”

Una scuola che si modernizza ma solo internamente e dai capillari, che va al pari passo con una società che corre come forse i palazzi romani non sanno o non vogliono fare.Una scuola che, una volta si dice vera istituzione formativa, viene snobbata dalle altre e “alte” istituzioni.Ma ciò che ha come utente finale l’interiorità dell’essere umano nel suo più ricettivo periodo quale è l’infanzia e l’adolescenza, può essere visto come mero strumento didattico che elargisce informazioni per formare delle macchine operanti in una futura società?

Ricordando il celebre discorso di Al Pacino, alias Generale Slade Wilson, in Profumo di Donna, temo che il vero spirito dei grandi che hanno portato l’Italia ad essere considerata la Patria della cultura è stato ucciso così come si tenta di fare svanire quello che la scuola, in particolare in questi tempi bui, dovrebbe pretendere di infondere, si è scordato che ha nelle sue mani il futuro di ragazzi che saranno gli uomini del domani, che il loro pensiero influenzerà le scelte delle future generazioni, che da essa usciranno i futuri leader, per questo bisognerebbe a parer mio garantire un percorso scolastico sereno anche a chi si prende cura quotidianamente, ed effettivamente per più tempo rispetto alla famiglia, dei nuovi membri della futura società.

Non c’è niente di peggio che assistere all’ingiusta amputazione dell’anima della scuola per quella non c’è protesi non siate negoziabili né stanchi né vecchi né ciechi.

Rosa Maria Alfieri

05-05-2015 10,00

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