1 dicembre Giornata Mondiale contro l'AIDS

"L’informazione, la prevenzione e lo screening sono sempre necessari". Le nuove diagnosi e i nuovi casi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
01 Dicembre 2022 17:31
1 dicembre Giornata Mondiale contro l'AIDS

Come ogni anno dal 1988, il 1 dicembre ricorre la giornata mondiale contro l’AIDS: “Giornate di sensibilizzazione come quella che si celebra oggi – commenta il Direttore Generale dell’AIFA Mario Melazzini - sono fondamentali per mantenere alta l’attenzione su un’emergenza di salute globale su cui l’informazione, la prevenzione e lo screening sono sempre necessari. E’ importante diffondere la giusta conoscenza sul virus dell’HIV e sulle modalità di trasmissione, sui centri di riferimento territoriali e soprattutto sull’importanza di un accesso precoce al test per riconoscere la sieropositività all’infezione, grazie al quale è possibile avviare tempestivamente il percorso terapeutico.”

“I dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – continua Melazzini - rivelano che l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV si è mantenuta costante negli ultimi 4 anni ed è attualmente in lieve decremento e anche il numero di casi di AIDS è stabile. Tuttavia, per circa il 35% delle nuove diagnosi di sieropositività all’HIV il successo delle terapie è fortemente compromesso dal ritardo con cui le persone decidono di sottoporsi al test. Sono dati che dimostrano quanto sia ancora impegnativa la battaglia contro il virus dell’HIV, per quanto la ricerca clinica stia andando avanti negli ultimi anni. Sono state approvate a livello europeo diverse combinazioni di medicinali per il trattamento dell’infezione da HIV, ma sono ancora necessari nuovi trattamenti per migliorare la tollerabilità delle attuali terapie e per trattare infezioni da ceppi di HIV resistenti.

Nel prossimo futuro potrebbero essere disponibili evoluzioni delle terapie attuali e trattamenti con farmaci in grado di sopprimere la replicazione del virus dell'HIV, portando alla negativizzazione in tempi ancora più brevi rispetto a quanto avviene oggi. Tali terapie potranno consentire, tra l’altro, una riduzione nella probabilità di selezionare virus resistenti e, dunque, evitare riprese di carica virale. Si tratta inoltre di molecole che possono mantenere la loro efficacia a lungo, permettendo somministrazioni una volta ogni 3 settimane invece che una volta al giorno.

Molti di questi farmaci sono in fase avanzata di sperimentazione clinica, per cui è plausibile che tra pochi anni possano diventare disponibili, rivoluzionando l’attuale terapia anti-HIV. Sono inoltre allo studio clinico vaccini terapeutici, ovvero vaccini in grado di stimolare la risposta immunitaria nei pazienti infetti, consentendo loro di controllare l’infezione in maniera naturale e dando la possibilità di assumere meno farmaci.

C’è un impegno continuo e multisettoriale sul tema della lotta all’HIV. Esso è testimoniato anche dal lavoro confluito nelle “Linee Guida Italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali e sulla gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione da HIV-1” (ultima edizione novembre 2016) realizzate grazie a una collaborazione tra diversi organismi istituzionali, numerosi specialisti e le associazioni dei pazienti.

Le linee guida hanno lo scopo di fornire agli infettivologi, agli altri specialisti coinvolti nella gestione multidisciplinare del paziente sieropositivo in trattamento un orientamento per la prescrizione della terapia antiretrovirale e per la gestione dei pazienti HIV-positivi, e un solido punto di riferimento per le associazioni di pazienti, gli amministratori, i decisori politici degli organismi di salute pubblica e tutti gli attori coinvolti dalla problematica a diverso titolo.

Nel 2020 e nel 2021 la sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV e il Registro Nazionale AIDS hanno risentito dell’epidemia da COVID-19 che potrebbe aver comportato una sotto diagnosi o una sotto notifica dei casi. Nuove diagnosi

  • Nel 2021 sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 3 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti.
  • Dal 2012 si è osservata una diminuzione delle nuove diagnosi HIV, che appare più evidente dal 2018, con un declino ulteriore negli ultimi due anni.
  • L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, nel 2021 si colloca al di sotto della media stimata nei Paesi dell’Unione Europea (4,3 casi per 100.000 residenti).

    La riduzione del numero di nuove diagnosi HIV interessa tutte le modalità di trasmissione.

  • L’incidenza più elevata di nuove diagnosi HIV si riscontra nella fascia di età 30-39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti), a seguire nella fascia 25-29 anni (6,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti). In queste fasce di età l’incidenza nei maschi è 3-4 volte superiore a quelle nelle femmine. In generale, i maschi rappresentano il 79,5% dei nuovi casi. L’età mediana: 42 anni per gli uomini e 41 per le donne.
  • Il numero più elevato di diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale e nell’ordine a maschi che fanno sesso con maschi (MSM), maschi eterosessuali e femmine eterosessuali.
  • Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in stranieri, sia maschi che femmine.
  • Più di un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV ha scoperto di essere HIV positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate all’HIV.

I casi di Aids

  • Sono stati 382 i nuovi casi di Aids diagnosticati entro maggio 2022, pari a un’incidenza di 0,6 per 100.000 residenti.
  • Dal 1982, anno della prima diagnosi di Aids in Italia, al 31 dicembre 2021 sono stati notificati al CoA 72.034 casi di Aids. Di questi, 55.537 (77,1%) sono maschi, 814 (1,1%) in età pediatrica (<13 anni) o con infezione trasmessa da madre a figlio e 8.229 (11,4%) stranieri o di nazionalità ignota.
  • L’età mediana alla diagnosi di Aids, calcolata solo tra gli adulti (≥13 anni), è di 36 anni (min: 13; max: 88 anni) per i maschi e di 33 anni (min: 13; max: 89 anni) per le femmine.
  • Il numero di decessi in persone con Aids è rimasta stabile ed è stata pari a poco più di 500 casi per anno.

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