Fu una figura carismatica nella chiesa e nella politica di Mazara. Si spense il 24 aprile del 1986 lasciando un vuoto nella storia della Città. E’ l’avvocato Alberto Rizzo Marino che fu anche sindaco, per pochi giorni, nel 1963. Successe al dottore Vincenzo Ingraldo. I sindaci in quel tempo venivano votati dal Consiglio comunale e non duravano molto. Ruotavano velocemente. Ad Alberto Rizzo Marino succedette Salvatore Giubilato che durò fino al mese di maggio del 1964, poi intervenne il commissario regionale Giuseppe La Manna per mettere un po’ d’ordine nell’amministrazione cittadina. Fermenti di ieri e di oggi, è cambiato poco o nulla.
Grande estimatore di Alberto Rizzo Marino è il professore sacerdote Pietro Pisciotta che ha tracciato la figura dello storico mazarese in una memoria in cui racconta il percorso umano, religioso e politico dell’uomo. Nato a Mazara del Vallo il 3 giugno 1906, fu allievo del regio ginnasio e uno dei primi alunni del Liceo Classico comunale. Conseguita la laurea in Giurisprudenza, preferì all’attività forense il mondo della scuola dove si distinse per professionalità e diligenza, consapevole del ruolo meraviglioso di educatore dei propri figli e dei figli del popolo.
Abitava in via Favara Scurto, quasi di fronte lo stadio comunale, nelle case popolari destinate ad insegnanti di scuole. “Con il grado di capitano di fanteria - scrive padre Pisciotta - partecipò alla guerra 1940-1943 e si distinse per senso di dovere, umanità e disciplina e fu insignito della Croce al Merito di Guerra e dell’onorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana. Rientrato in patria dal servizio attivo, dal 1946 fu Presidente della sezione mazarese dell’Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e dei Dispersi in guerra.
Socio della Società Siciliana per la storia patria, fu instancabile ricercatore della verità storica e all’Archivio storico Diocesano consacrò il meglio delle sue forze intellettuali”. Un cattolico politicamente impegnato, fu sindaco della città di Mazara, Assessore in varie Giunte Comunali evidenziando sempre la sua fede di cattolico militante. Il suo nome rimane particolarmente legato all’opera “La Cattedrale e i Vescovi di Mazara del Vallo”, ai suoi studi e ricerche sugli “Ebrei a Mazara” e ai numerosi servizi pubblicati nella rivista “Trapani”, diretta dal prof.
Gianni Di Stefano, e nel Bollettino Diocesano della Chiesa di Mazara.Pisciotta ricorda che “come cattolico e figlio del popolo, partecipò alla vita politica e anche attraverso la toponomastica, volle additare alle generazioni future l’opera dei Vescovi della Chiesa, che è in Mazara, e i luoghi sacri, che furono fucina di santità e di cultura religiosa per i figli di questo popolo nelle varie generazioni”. Andava sempre di fretta Alberto Rizzo Marino, non perdeva mai un appuntamento, un impegno, era interprete dei bisogni della gente, vero messaggero laico della fede religiosa, specialmente tra i giovani. “Nella Nova Juventus, circolo sociale dell’Azione Cattolica della Parrocchia Cattedrale – ricorda padre Pisciotta - accanto al grande parroco mons.
Giovanni Battista Criscuoli, promosse il Movimento Cattolico Diocesano e contribuì con mitezza ed equilibrio e creare entusiasmo e collaborazione in tutta la Città; nell’Azione Cattolica ricoprì il prestigioso ufficio di Presidente della Giunta Diocesana. Con il preside prof. Gianni Di Stefano ricostituì l’Accademia Selinuntina di scienze lettere ed arti ricoprendo l’ufficio di cancelliere della stessa e collaborando con articoli riguardante la storia della Chiesa in Mazara, la storia di questa Diocesi normanna e ricuperando molti documenti inediti relativi alla Chiesa locale e all’episcopato mazarese a tutti i livelli e, soprattutto, documenti conservati nell’Archivio Vaticano, e presso Case Editrici ed antiquariati.
Libri editi e inediti, riguardante la Diocesi di Mazara e varie Chiese della Sicilia, costituirono il suo immenso patrimonio librario ed archivistico, ammirato da docenti universitari e non, arrivati a Mazara e che ebbero la sorte di potere visitare la sua casa”. Era una sorta di biblioteca costituita non solo da libri, ma anche da appunti, tracce, articoli scritti a mano, pensieri diffusi, un grande racconto della sua quotidianità. Oggi per volontà testamentaria di Rizzo Marino e per la bontà e munificenza dei figli (Benedetto e Caterina), la ricca biblioteca è stata donata all’Archivio Storico Diocesano dove è stato costituito un fondo archivistico e un secondo fondo nella biblioteca del Seminario, entrambi con il nome di “Fondo Alberto Rizzo Marino”.
“Alla famiglia – conclude Pietro Pisciotta - va il grazie più sentito per questo gesto “veramente cavalleresco” in memoria dell’insigne studioso. Un grazie va anche agli amici dell’Accademia Selinuntina e agli amici dell’O.E.S.S. di G. (Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme) che si sono adoperati per il riassetto del patrimonio librario offerto all’Archivio Storico Diocesano. Oggi non si può scrivere una storia sulla Chiesa, che è in Mazara, sul territorio, che un giorno abbracciava buona parte del Vallo di Mazara o sulla Sicilia, se non si passa dall’Archivio Diocesano o dalla Biblioteca del Seminario di Mazara.
Nel 1979 lo studioso Alberto Rizzo Marino è stato insignito dal Santo Padre Giovanni Paolo II, oggi elevato alla gloria del Bernini, della prestigiosa commenda dell’Ordine Equestre di San Gregorio Magno”. La piazza dove si trova l’edificio della “Posta Centrale” di Mazara è stata intitolata ad Alberto Rizzo Marino.
Salvatore Giacalone