"Una punta di Sal". Le prestigiose fonderie di Mazara del Vallo

Le fonderie Calcagno e Vulcano riconosciute a livello nazionale grazie all’utilizzo della fusione a “cera persa”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Marzo 2022 10:24

L’arte e il fuoco. Ecco le fonderie. I luoghi del costruire, modellare che a Mazara del Vallo hanno visto la frequentazione di artisti/scultori che alla “Fonderia Calcagno” e “Fonderia Vulcano” sono approdati per la realizzazione delle loro opere. L'ultima, in ordine di tempo, l’opera commissionata alla Fonderia Vulcano è dello scultore di Racalmuto Giuseppe Agnello e raffigura lo scrittore scomparso, Andrea Camilleri. Giuseppe Agnello è, anche, l’autore del monumento allo scrittore, giornalista e politico siciliano Leonardo Sciascia (ubicata nel Corso Garibaldi di Racalmuto, luogo di nascita, sia dello scrittore che di Agnello) e di quello del Commissario Montalbano nel corso principale di Porto Empedocle; opere, anche queste, realizzate dalla Fonderia mazarese.

Il monumento di Camilleri è stato inaugurato lo scorso 17 luglio nel luogo simbolo della Vigata letteraria, infatti è stato collocato ad Agrigento (in via Atenea, nei pressi della scalinata di Piazza San Francesco), dove Camilleri ha frequentato il Liceo Empedocle e dove è nata l’idea della sua Vigata.

La storia delle fonderie “Calcagno” e “Vulcano” risale ad oltre 40 anni fa, utilizzando la tecnica antichissima della fusione a “cera persa”. Fu Bartolomeo (detto Lillo) Calcagno, formatosi in Piemonte, che istituì la prima fonderia artistica. Per anni, questa Fonderia è stata l’unica realtà in Sicilia in questo settore. Per i maggiori scultori siciliani è stato l’unico punto di riferimento. Chi voleva realizzare le proprie opere in bronzo si rivolgeva a Calcagno; oppure doveva andare oltre lo Stretto di Messina, a Napoli in particolare.

Calcagno – spiega il professore Giacomo Cuttone che è stato molto vicino alla fonderia - nel periodo che va dal 1985 al 1990 aveva creato un team di prim’ordine e un luogo dove, per anni, gli artisti si sono momentaneamente separati dalle proprie opere originali per affidarle alla perizia tecnica del maestro artigiano per essere riprodotti in bronzo”. La tecnica della fusione del bronzo, costituita da una lega di stagno e rame e denominata a “cera persa”, ha origini antichissime: egizie, cinesi, greche, etrusche.

Senza la bravura del formatore/fonditore – continua Cuttone - il progetto creativo dell’artista non sarebbe potuto andare lontano. L’esperienza dell’artigiano, infatti, gioca un ruolo decisivo. Dopo la colata si lavora sul pezzo di metallo e si passa alla cesellatura per eliminare le imperfezioni prima del passaggio alla ‘patina’. Qui la scelta è una vera operazione artistica, perché le variabili sono molteplici”.

Oggi, Lillo Calcagno è ormai in pensione ma visitando l’antica “Fonderia artistica Calcagno” si incrocia lo sguardo muto dei calchi e la grande impronta del fumo nero al soffitto. La sacralità del luogo si percepisce appena varcata la soglia; qui, per anni, gli artisti si sono momentaneamente separati dalle proprie opere originali per affidarle alla perizia tecnica del maestro artigiano per essere riprodotti, dopo aver attraversato un lungo, difficile e delicato percorso, in bronzo. Calcagno sicuramente è stato – in fondo lo è ancora – il primo maestro artigiano mazarese della fusione.

Oggi, grazie alla sua impresa, alla sua maestria e ai suoi insegnamenti, altri in altri luoghi della Città proseguono il suo lavoro. Nasce la Fonderia “Vulcano”di Biagio Foderà, coadiuvato da Domenico (detto Mimmo) Signorello, docente di Arte della Fusione e Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Don Gaspare Morello” di Mazara del Vallo. Inizia la sua attività nel 1994 e costituisce oggi il proseguimento e l’ampliamento dell’esperienza Calcagno. Foderà e Signorello, infatti, sono stati i figli di questo laboratorio perché hanno fatto parte del team Calcagno.

Ma, negli anni, hanno saputo affinare e innovare i diversi settori della lavorazione. Non hanno trascurato gli aggiornamenti delle pratiche tecnologicamente sofisticate ed innovative, e l’impiego e l’uso di materiali speciali, per ottimizzare la resa artistica dei manufatti dell’arte. Certi lavori loro assegnati sono la testimonianza più sicura e meritoria del loro modo di lavorare con intelligenza e inventività. A tal proposito non va dimenticato l’evento dell’allestimento della mostra “Il Tesoro di Napoli”.

I capolavori del Museo di San Gennaro”. Il gemmologo Armando Arcovito, dovendo realizzare una replica originale del “Busto reliquiario di San Gennaro” (opera in argento dorato, costellata di smalti e di gemme dell’altare maggiore della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro di Napoli e che, nelle celebrazioni del miracolo della liquefazione del sangue di maggio, è portata in processione), si è avvalso della collaborazione – oltre che di Francesca Bonnanni, per la pittura minuta su metalli e dell’artigiano orafo Mario De Francesco – degli artigiani fonditori Biagio Foderà e Mimmo Signorello della Fonderia “Vulcano” di Mazara del Vallo (che si trova in via Merlino, sulla SS115).

Vista l’impossibilità di trasferire da Napoli il busto originale – racconta Cuttone - i nostri geniali esecutori-fonditori hanno preferito mettersi alla prova, utilizzando una tecnica poco invasiva, la nuova tecnologia elettronica della scansione in 3D. Una volta realizzato il busto bronzeo, è stato argentato e dorato e si è proceduto alle decorazioni delle placche metalliche con una tecnica mista a pennello, imitando gli effetti dell’antica pittura minuta su metallo per evidenziare gli elementi decorativi (tra cui piccoli gigli e draghi) presenti sulle placche; l’ultima fase è stata caratterizzata dall’applicazione del materiale gemmologico attraverso perni filettati avvitati alla struttura”.

La Fonderia mazarese è ancora principale punto di riferimento per gli scultori contemporanei. Molte delle opere commissionate alla Fonderia Vulcano, abbelliscono numerosissime chiese, santuari, edifici importanti e scuole della Sicilia: dall'imponente portone bronzeo della Chiesa della Madonna del Paradiso di Mazara del Vallo del Maestro Disma Tumminello, al busto commemorativo di Pio La Torre (2017), opera realizzata da Salvatore Giarratano, esposta presso la sede della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo ed inaugurato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ed infine, come abbiamo detto, l’opera in bronzo dello scrittore Andrea Camilleri.

Salvatore Giacalone

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