“Una punta di Sal”. Il disagio degli anziani, anche a Mazara…

A seguito dell’emergenza covid-19 sono aumentate le difficoltà per le fasce più deboli della popolazione

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
10 Luglio 2022 10:48
“Una punta di Sal”. Il disagio degli anziani, anche a Mazara…

Il 2020 è stato un anno drammaticamente sorprendente. Ne ha segnato le sorti la pandemia provocata dal Covid19 che sta trasformando piuttosto profondamente il pianeta e purtroppo non può ancora dirsi conclusa. Il virus non si è limitato ad uccidere e rendere incapaci più o meno temporaneamente un gran numero di persone, inclusi capi di stato e di governo, ma ha avuto importanti ripercussioni su ogni aspetto della vita umana. Ne hanno risentito ovunque società, economia e politica.

Sotto la spinta dell’emergenza, ogni Paese ha dovuto assumere decisioni, la cui natura ha rispecchiato la cultura prevalente al suo interno. A due anni dall’evidenza della sua insorgenza, in effetti, non si è ancora affermato un modello di riferimento per la gestione dell’epidemia.E’tuttora impossibile prevedere per quanto ancora il Covid sarà in circolazione, ma alcune conseguenze della sua apparizione sono già visibili. A livello sociale, innanzitutto, si è registrato il mutamento dell’equilibrio preesistente tra reale e virtuale.

Molte relazioni hanno perso concretezza per spostarsi su piattaforme digitali.Comprendere il senso della nostra esistenza, di quello che ci è accaduto e che abbiamo vissuto sia nella vita privata, sia in quella professionale ci aiuta ad imparare le preziose lezioni esistenziali che ci consentono di progredire, migliorare, e costruirci una vita più piena, soddisfacente, realizzata a casa e al lavoro. L’ottimismo è uno stile di pensiero che in parte si ha per predisposizione naturale, in parte lo si può coltivare.

Le persone che hanno uno stile di pensiero ottimistico pensano che il futuro sarà positivo, per questo si dispongono ad agire in modo positivo e costruttivo proprio in questa direzione arrivando a realizzare i loro propositi.

In un momento di veloci mutamenti sociali quale quello che stiamo vivendo, lo sguardo sulle fasce più fragili di Mazara e direi delle città della provincia si fa centrale in quanto questi cambiamenti per molti si traducono in situazioni di disagio. A tal proposito la comunità cittadina può svolgere un ruolo fondamentale di supporto e ascolto dei bisogni emergenti, per questo motivo l’impegno dell’amministrazione comunale sarà duplice: da una parte quello di offrire ai cittadini risposte il più possibile adeguate alle difficoltà, dall’altra quello di rendere la città partecipe e attiva nell’individuazione delle problematiche e nell’accompagnamento delle fasce più deboli della popolazione.

D’altro canto il sistema di servizi e di prestazioni monetarie, finalizzato alla rimozione e alla prevenzione delle condizioni di disagio o di mancanza di autonomia, è provato da un numero crescente di richieste legate all’invecchiamento e alla riduzione delle risorse di cura informali e all’aumento delle famiglie in condizioni di povertà. Accanto ai bisogni portati dalle persone non autosufficienti il welfare locale deve fronteggiare sempre meglio la crescente domanda di sostegno proveniente dai nuclei in situazione di povertà.

Questo rende necessaria la definizione e la programmazione dei servizi in un’ottica preventiva e generativa di risorse e di opportunità e al tempo stesso la formulazione di interventi di comunità che rafforzino le sinergie con il profit e il volontariato.

A Mazara, gli anziani, oltre i 65 anni, sono in forte aumento. Alla fine del 2019 erano oltre 22.000 su una popolazione all’anagrafe di 51.407 abitanti, secondo il dato Istat. La maggior parte degli anziani, oltre i 65 anni, trascorre la loro giornata a casa. Altri frequentano circoli ed associazioni oppure trascorrono molte ore della mattina nelle ville comunali, altri ancora danno una mano al figlio artigiano o che tiene bottega adibita alla vendita di merci. Molti degli intervistati dispongono dalle 400 alle 750 euro al mese di pensione e denunciano problemi di prima necessità.

Un anziano racconta del suo stato di particolare disagio, probabilmente in povertà. “Non so più come andare avanti – dice Paolo Mangiaracina, 81anni- Se non ci fosse la Caritas non saprei come mangiare”. Il cibo è uno dei temi di cui gli anziani parlano spesso e ricordano ciò che passava “il convento” ai loro tempi: pane e sarde, oppure pane e pomodoro. Oggi si cura molto l’alimentazione ma i sovrappeso non sono una rarità. In larga maggioranza, vivono in case di proprietà (96 mq in media), alcuni dichiarano che l’abitazione necessiterebbe di interventi di ristrutturazione, ma in molti casi il proprietario non può permetterseli. Salvatore Rallo, 82 anni ben portati, denuncia la presenza di barriere architettoniche nel luogo dove abita, soprattutto scale.

La gestione della quotidianità può risultare difficoltosa con l’avanzare dell’età e con l’insorgere di limitazioni funzionali nello svolgimento di semplici attività di tutti i giorni. Sebbene si tratti di bisogni leggeri, la loro soddisfazione incide notevolmente sulla qualità di vita degli anziani fragili e sulla possibilità di invecchiare a casa propria in sicurezza. Se da una parte le risposte delle pubbliche amministrazioni hanno totalmente perso la funzione che aveva incentivato l’attivazione degli interventi sociali a domicilio, dall’altra il sostegno informale fornito dalla famiglia non è sempre garantito. Per la prima volta nella storia dell’uomo, la vecchiaia è un’età della vita potenzialmente accessibile a tutti.

Se da una parte la longevità può essere considerata una conquista sociale, perché frutto del progresso economico e sanitario, dall’altra pone delle grandi sfide ai sistemi di welfare attuali per l’aumento delle persone a rischio di perdita di autonomia e salute. L’Italia, in particolare, vanta una delle maggiori percentuali di anziani in Europa, (nel 2018 il 22,6%) sia per una netta diminuzione della natalità che per un repentino aumento della speranza di vita media che per le donne supera gli 85 anni e per gli uomini gli 80(ISTAT, 2018a).Gli anziani, comunque, devono essere ottimisti.

Scrive Leo Longanesi, giornalista, scrittore, editore, pittore, disegnatore: “Non abbiamo più nulla di nuovo da dire: il nuovo è già tutto prenotato dai vecchi che vogliono ringiovanire

Salvatore Giacalone

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