Ultime della sera: “Un processo a Dio”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
13 Luglio 2020 20:00
Ultime della sera: “Un processo a Dio”

Ho sempre amato i processi ma non quelli tradizionali e cioè quelli nelle aule giudiziarie con tanto di imputato, giudice, avvocati... Amo quelli riportati in Letteratura dove casualmente alcune persone si trovano a dover “giudicare” per tutta una serie di eventi fortuiti, qualcuno o “qualcosa” e che hanno come “imputato” Dio o Dio/Gesù. Sebbene Dostoevskij con Il Grande Inquisitore rappresenti un monòlito nella letteratura mondiale, Diego Fabbri con Il Processo a Gesù una intensa opera teatrale è di un altro piccolissimo, inconsueto e poco noto dramma teatrale che vorrei parlarvi: Il Processo di Shamgorod di Eli Wiesel.

Antefatto: Shamgorod è un piccolissimo e sperduto villaggio dell'Ucraina dove effettivamente intorno la metà del '700 a seguito di un pogrom quasi tutta la popolazione ebraica è stata sterminata – come vedete non era un vizio solo dei nazisti - e la storia si svolge poco tempo dopo il massacro. Tre attori girovaghi ebrei vanno nell'unica locanda del paese in occasione del Purim, quasi una “sorta” di piccolo carnevale, speranzosi di esibirsi davanti la comunità ebraica. Ma la comunità ebraica non esiste più! Sono rimasti solamente Berish il locandiere, sua figlia Hanna e la serva Maria non ebrea e cattolica.

Gli attori decidono comunque di rappresentare la festività ma quella che doveva essere una festa si trasforma però in altro. Emerge prima la tristezza per la mancanza di bambini, il Purim è anche la loro festa, poi subentra il rancore di Berish verso Dio e quindi con l'arrivo del Pope ortodosso e...verso la fine anche con l'arrivo di Sam “nasce” il processo. Berish assume il ruolo del Procuratore e quindi dell'accusa. Lui è un sopravvissuto allo sterminio di tutta la comunità. E' stato lasciato “in vita” perché costretto ad assistere allo stupro collettivo della figlia.

Per quasi tutta la durata del dramma assistiamo allo scontro tra la morale ebraica e quella cattolica ortodossa. Il Pope vuol salvare Berish e sua figlia Hanna da un nuovo ed imminente sterminio ma a patto di una sua conversione. Anche qui come in Spagna dopo la scoperta dell'America: do ut des. Ma Berish non accetta anzi vuole che il processo a Dio abbia inizio subito. Manca solo la figura della difesa. Nessuno se la sente e poi tutti i presenti hanno accettato altri ruoli. Ecco però che si fa avanti un personaggio misterioso comparso nella locanda inosservato.

Alto, bello, spavaldo, elegante: Sam. Nonostante le tante domande non dice nulla di sé. Solo Maria intuisce. La difesa di Dio da parte di Sam è quanto di meglio Dio stesso potesse avere. Sam è Satana e lo rivelerà all'ultimo quando gli abitanti del paese ritorneranno nella locanda per concludere la loro opera di sterminio. Ma cosa emerge da questo insolito processo? Come accennavo prima riguardo il Pope la sua visione manichea, quasi luterana che l'ebreo è la causa di tutte le avversità terrene: “Finché ci saranno ebrei ci sarà odio”.

Berish che si rifiuta di accettare un Dio che permetta lo sterminio del suo popolo. Un Dio “girato dall'altra parte”. Quasi il pensiero di Primo Levi: “Se c'è Auschwitz non c'è Dio.” E poi Sam. La razionalità pura, estrema ed inattaccabile per la difesa di Dio che se intervenisse sulle scelte degli uomini porrebbe fine al loro libero arbitrio. Del resto chi meglio di lui può parlare bene di Lui che lo ha visto in faccia e ne ha portato pure la Luce? Ed è il non poter vedere più questa luce forse l'unico motivo della sua malvagità e forse anche della sua sofferenza; come Mefistofele nel Faust di Marlowe.

Quando sta per accomiatarsi prima dell'arrivo della folla inferocita saluta tutti. Di fronte ad Hanna però si ferma, sta per darle un bacio ma si arresta forse per un inaspettato senso di compassione e va via dicendo “ E voi mi avete preso per un santo? Un Giusto? Io, un saggio pieno di devozione? Io, un messaggero della fede? Poveri imbecilli! Come siete ciechi...” Indossa la maschera di Satana, alza il braccio come un segnale, scende il buio e la porta d'ingresso viene sfondata con un terribile fracasso...

So perfettamente che questo è uno striminzito e lacunoso riassunto del dramma ma non poteva essere diversamente. L'opera è breve ma molto intensa e le interazioni fra i personaggi sono molteplici. Direi che è un invito a leggerla per poi magari un giorno riunirci e parlarne serenamente assieme. Mi si consenta una breve precisazione personale. La mia sull'argomento è la personale opinione su questo testo. L'opinione di un non credente contestabile da parte vostra sotto ogni aspetto. L'opinione di un ateo che si è calato nei panni di un credente sotto processo per assumerne la difesa.

Spero di esserci riuscito.   Corrado Sansone

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