Ultime della sera: “Tempo libero o tempo liberato?”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Novembre 2020 17:50
Ultime della sera: “Tempo libero o tempo liberato?”

Il periodo di isolamento e la conseguente disponibilità di tempo libero mi hanno fatto pensare alla celebre dichiarazione che il filosofo tedesco Theodor W. Adorno fece durante un'intervista radiofonica nel lontano 1969: <<Ich habe kein Hobby>> (io non ho alcun hobby). Affermazione apparentemente sorprendente, se si pensa che la tradizione marxista e sindacale aveva come slogan <<otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire>>, coniato in Australia nel 1855 e che Adorno apparteneva alla Scuola di Francoforte, un cenacolo filosofico dalla forte impronta "socialista" e "materialista".

Per una migliore comprensione, tuttavia, si deve tener presente non solo che più di un secolo divideva le due affermazioni ma anche che i Francofortesi instaurarono un nesso fra Marxismo, Hegelismo e Freudismo al fine di elaborare una "teoria critica della società capitalistica". Secondo Adorno, il tempo libero non è una conquista delle classi subalterne ma il cavallo di Troia con cui la società tecnologica impone valori, modelli, consumi e linguaggi in modo da esercitare il controllo felpatamente senza esercitare violenza.

Il tempo libero dell'uomo contemporaneo non ha nulla da spartire con l'otium di Orazio o di Cicerone, momento da dedicare all'arricchimento interiore meditando su attività aristocratiche quali le belle lettere o la filosofia oppure alla conversazione scelta fra spiriti affini; esso altro non è che un'impostura del sistema dominante che fissa lo svago, le sue regole, i suoi tempi. I lavoratori, una volta fuori dalle fabbriche, dagli uffici, dalle botteghe, non si riappropriano del loro tempo ma diventano "consumatori", continuano seppur inconsapevolmente, a contribuire al mantenimento e al l'accrescimento del modello imposto dall'ideologia dominante.

Per usare le parole dell'autore, <<l'apoteosi del tipo medio appartiene al culto di ciò che è a buon prezzo>>. Il tempo autenticamente libero, fattore di crescita individuale e di autoconsapevolezza, è un concetto profondamente diverso e del tutto inconciliabile, non comporta distrazione, chiacchiericcio, stordimento bensì studio, meditazione, presa di coscienza dei luoghi comuni e delle idee ricevute. Sono proprio queste ultime il centro della mia riflessione, mai come adesso nel mezzo della pandemia ho sentito tanto desiderio del Natale, di famiglie riunite attorno a un tavolo, di addobbi, di scambi di abbracci e di auguri e di tutto il restante bric à brac di fine anno.

Se la memoria non mi inganna, negli anni passati, nel periodo analogo, udivo parenti e amici lagnarsi per la scocciatura dei regali, degli inviti, delle visite, delle telefonate e delle altre inevitabili incombenze causa di noia, fatica e spese sgradite. Uno stato d'animo talmente diffuso da essere stato icasticamente immortalato da una frase di un film popolare, "Vacanze di Natale" (1983) (chiedo venia per il vezzo di mischiare l'alto con il basso), entrata ormai nel linguaggio comune: <<E anche questo Natale se lo semo levato...>>, che volutamente lascio incompleta per non apparire troppo cinica e disincantata.

Non rammarichiamoci troppo dunque se la pandemia ci costringerà a trascorrere le prossime festività in tono minore, rinunciando a molti incontri, inviti e acquisti spesso di circostanza, cogliamo l'occasione invece di liberarci dal superfluo sia in ambito materiale sia in ambito spirituale. Chissà se non sia proprio questo il senso del tempo libero, del giorno di festa, della sacralità.   Francesca RUSSO

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