Ultime della sera: “Quando il jazz si chiamava Jass”

Un primato che ci appartiene, che i Siciliani orgogliosamente devono sapere

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Settembre 2021 18:30
Ultime della sera: “Quando il jazz si chiamava Jass”

Nelle origini del Jazz è indubbio che scorre sangue siciliano ed è incontestabile che il jazz ha anche cromosoma siciliano.

Correva l’anno 1876 e Girolamo La Rocca poco più che ventenne di Salaparuta, suo paese nativo, calzolaio e suonatore di cornetta nella banda, insieme alla moglie Vittoria Di Nino, di Poggioreale, si imbarcarono a bordo di un grande piroscafo “Montebello” a Palermo diretti a New Orleans.

La culla del jazz è stata New Orleans meta di una vasta colonia d’immigrati siciliani.

Alle prime ragtime bands di afroamericani che suonavano a orecchio a New Orleans si affiancarono gli immigrati italiani con i loro strumenti musicali tipici della tradizione delle bande di paese, apportando la prima evoluzione strumentale al nuovo genere, donandole anche striature (bandistiche, liriche, mediorientali) che venivano dalla Sicilia.

Dal francese jaser, deriva jass che significa fare rumore, chiasso, fracasso. Nella New Orleans degli albori del ‘900 il jass veniva così inteso e spesso al fracasso si associavano riferimenti e allusioni all’attività sessuale. Il jass, e ancor più il ragtime, si suonavano nei bordelli, locali dove si suonava il jass, si ballava, beveva, e si faceva qualcos’altro… Tante volte per denigrare questo tipo di musica, si elideva la “j” e si scriveva “ass”, una parola dal significato inequivocabile: culo.

A causa del moralismo, la RCA cambiò la parola jass con il termine jazz che di fatto non significa nulla.

Nick La Rocca, (figlio di Girolamo e Vittoria Di Nino) siciliano nato a New Orleans alla fine dell’800, trombettista autodidatta e imprenditore edile, bianco nella musica nera per eccellenza. Nel 1915 cominciò a farsi notare e incide il 26 febbraio 1917 il primo disco della storia del jazz: Livery Stable Blues, con la RCA Viktor di New York.

Nick La Rocca e la sua Original Dixieland Jazz Band (con lui Eddie Edwards, Larry Shields, Henry Ragas, Tony Sbarbaro), sono la colonna portante della storia del jazz, spesso dimenticati nella storiografia del jazz. Il 78 giri, venderà più di un milione e mezzo di copie, surclassando i record di vendite precedenti che appartenevano al tenore Enrico Caruso e l’Original Dixieland Jazz Band diventerà la jazz band più pagata al mondo. I loro brani da Tiger Rag a Clarinet Marmalade influenzeranno i più grandi jazzisti di colore, tra cui anche Louis Armstrong.

I trionfi sarebbero seguiti ancora se negli Usa a metà degli anni Venti non si fosse diffuso un movimento anti jazz per il proibizionismo, il gangsterismo, il razzismo e il moralismo della classe dirigente, mentre in Europa i totalitarismi, man mano al loro apice, classificavano la nuova musica arte degenerata.

Il 22 febbraio 1961 si spegneva Dominic James La Rocca, detto Nick. Riposa a New Orleans uno dei primi interpreti in assoluto del jazz che giunse addirittura a definirsi «apostolo dello swing, evangelista del ritmo, San Gabriele della tromba».

Ai La Rocca la musica scorreva nel sangue.

di Antonio CARCERANO

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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