“Ultime della sera”: L’incontro mancato

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Agosto 2020 18:30
“Ultime della sera”: L’incontro mancato

Cari lettori della rubrica “ Le ultime della sera”, è la vigilia di Ferragosto e voglio raccontarvi una storia mentre vi immagino immersi  nello scenario di uno spettacolare tramonto sul mare. Sto per narrarvi l’ incontro mancato tra Oriana Fallaci e Marilyn Monroe nel lontano 1956, episodio riportato nel preludio del  libro “I sette peccati di Hollywood”,in cui la giornalista racconta quei fatidici giorni trascorsi alla ricerca disperata di Marilyn. Oriana Fallaci è una giovane cronista, inviata  a Los Angeles per realizzare un reportage su Hollywood.

Ovviamente le tenta tutte per realizzare l’intervista esclusiva  con  la stella delle stelle, Marilyn Monroe, ma nonostante innumerevoli tentativi, non riesce ad incontrarla. Le dicono che Marilyn si è trasferita  a NewYork, che cambia indirizzo ogni mese e che rintracciarla  è impossibile. Ad un certo punto Oriana, esausta , decide di tornare in Italia, affermando  di odiare Marilyn, le sue curve e i suoi riccioli d’oro. Ma cosa nascondeva Marilyn Monroe dietro quello che è stato definito  il “ corpo più bello di Hollywood”?  Quali mostri dentro di lei la costringevano ad evitare le interviste  nelle quali  le si chiedeva dell’altro al di fuori del ruolo che le era stato assegnato? Come sarebbe stato l’incontro tra la diva e l’esordiente giornalista? Magari sarebbero venute alla luce delle verità che avrebbero reso Marilyn più vera e autentica agli occhi del mondo.

Ma ciò non avvenne. Marilyn aveva paura di essere intervistata. Durante gli incontri con i giornalisti rispondeva alle domande con altre domande oppure con le banalità che i suoi agenti le chiedevano di ripetere:  “La mia camicia da notte? Cinque gocce di Chanel…” Quando Marilyn era solamente Norma Jean Mortenson Baker, figlia di una madre single incapace di prendersi cura di lei per problemi mentali, visse alternando periodi in orfanotrofio e periodi con famiglie affidatarie. Venne rifiutata più volte e subì anche degli abusi.

I soldi, la fama e il successo come attrice non riuscirono a cancellare il vuoto e la disperazione di quegli anni. Il successo non fu mai per lei sinonimo di felicità. Come Marilyn  stessa affermò:.”La celebrità è come il caviale: ottimo, gustosissimo, se hai anche altro in tavola. A mangiare solo quello per un paio di giorni, ti verrebbe il voltastomaco”. Le grandi  ferite dell’infanzia e dell’adolescenza, rimarginate in  superficie, erano  ancora aperte nel profondo. La spingevano a  cercare l’approvazione del pubblico per sentire  l’affetto di cui era  stata privata.

La sua insicurezza nutriva la sua paura più grande,  quella di non essere stimata e rispettata da quel pubblico che invece  l’amava ,non solo per la sua sensualità ma anche per la sua tenerezza e fragilità.  Forse  Marilyn avrebbe potuto superare i traumi dell’infanzia se non fosse stata umiliata e derisa dagli stessi produttori e registi con cui aveva lavorato. Billy Wilder disse di lei: “Esibisce due seni sodi come il granito, ma ha un cervello pieno di buchi come il formaggio Emmental”.

Non riesco ad immaginare altri motivi nel rifiuto di Marilyn a farsi intervistare da Oriana Fallaci, se non la sua insicurezza e il panico che la travolgeva ogni qualvolta doveva dimostrare di essere all’altezza della situazione. Lo stesso motivo  la portava ad arrivare alle riprese con ritardi madornali che mettevano a dura prova la pazienza di chi condivideva il set  con lei. Due anni dopo quell’intervista mancata, nel 1958, Oriana Fallaci tornò negli Stati Uniti, questa volta per intervistare Arthur Miller, sceneggiatore e marito di Marilyn.

Le avevano comunque lasciato intendere che sarebbe stata l’occasione giusta per  incontrare l’attrice  e  parlare con lei. “ Probabilmente ci sarà anche Marilyn, ti porterà un caffè e la conoscerai” …….. “Quand’è che Marilyn mi avrebbe portato questo caffè? Il caffè non si fa mica aspettare per ore?” “Il caffè sarà pronto tra un attimo” Non fu Marilyn a portarlo, ma la cameriera. L’incontro tanto atteso non avvenne. “Chi dice Hollywood pensa subito a Marilyn Monroe.

Ma è inutile che cerchiate in questo libretto un ritrattino o un’intervista con Marilyn. Non c’è. Sono stata a Hollywood più di una volta, vi sono rimasta una lunga ed insopportabile estate, sono entrata nelle case dei divi, ho mangiato con loro, ho fatto il bagno nelle loro piscine. Ho subito le loro lacrime, le loro bugie, e la loro boria, ma non ho mai, dico mai, parlato a quattr’occhi con la signorina Jean Mortenson, in arte Marilyn Monroe”. (Oriana Fallaci) Josepha Billardello PS.

I dialoghi  sono tratti dal cortometraggio “ A cup of coffee with Marilyn” di Alessandra Gonnella.

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