Ultime della sera: “Le nuove sfide della scuola”

Ridisegnare la scuola: utopia o realtà? Quale scuola per il futuro?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
10 Gennaio 2022 19:29
Ultime della sera: “Le nuove sfide della scuola”

Il contesto scuola pone annualmente sfide educative sempre più complesse e l’utenza è sempre più ricca di differenze. PTOF, DSGSA, PDM, RAV, BES, DSA e GLI sono sigle di uso quotidiano a scuola, ma DAD e DID ormai lo sono anche tra le famiglie. La DAD del 2020 (Didattica a distanza) e la DID del 2021 (Didattica digitale integrata) ci danno l’occasione per riflettere sul futuro del sistema scuola. Sui social e in vari talk show il dibattito è stato ampio, dall’umoristico al drammatico.

Da tale necessità credo sia nata l’opportunità di una didattica che non può più fare a meno di questo filo diretto con l’alunno. Conosciamo i punti di forza delle lezioni in presenza tuttavia, ampliando il tempo scuola, la didattica da remoto ha consentito agli studenti di gestire privatamente il rapporto con il docente e i tempi di applicazione. La DAD ci ha colti di sorpresa e abbiamo affrontato la situazione con l’aiuto del team digitale o talvolta in modo un po' empirico; come in una sfida abbiamo messo in campo la voglia di sperimentare e provato a socializzare le competenze tecnologiche personali.

Intendo sottolineare che è su questa alleanza di spirito di squadra, impegno e determinazione legata al proprio contesto scolastico, che si basa il successo della Pubblica Istruzione in Italia. La concomitanza di queste variabili è tuttavia difficile da realizzare. Ogni anno la passerella di insegnanti neo assunti, i docenti strutturati che perdono la titolarità e iniziano a girovagare interrompendo attività didattiche innovative programmate ed in corso, i dirigenti costretti a gestire scuole di 1.100 alunni, se non addirittura più scuole, ostacolano l’efficienza del sistema educativo.

Alessandro Baricco all’apertura della sua lezione “Le sette mosse sulla scuola” per la “SUMMER SCHOOL” di “Avanguardie Educative” indica un vulnus fondamentale della scuola Italiana. All’insegnamento, un docente dovrebbe dedicare un numero limitato di anni, continuando a studiare e dedicandosi totalmente alla crescita umana e culturale dei suoi alunni; dovrebbe essere un punto di riferimento per giovani in formazione e far percepire la scuola come un luogo di relazioni, di collaborazione, di affetti e di crescita, dove si sviluppano le competenze per costruire il futuro personale e collettivo.

Considerando che solo in presenza si strutturano personalità e cambiamenti comportamentali, nonostante il momento di incertezze, Il governo ha deciso di tenere aperte le scuole e l’Europa ha aumentato i finanziamenti dei progetti Erasmus. Tutte le scuole devono avere la possibilità di un confronto diretto con altre realtà per uscire dal provincialismo.

Per una scuola di qualità bisogna ristrutturare tempi e ruoli. Occorre ridurre il numero degli alunni nelle classi, utilizzare figure specifiche di supporto per una popolazione sempre più diversificata, affidare compiti di coordinamento e gestione del sistema scuola piuttosto che come attività aggiuntiva all’insegnamento, ad insegnanti che, a rotazione, sospendono le personali attività di didattica per un periodo di formazione, volto ad implementare l’offerta formativa e di job shadowing per il perfezionamento professionale. Il futuro di uno Stato si costruisce a scuola.

di Angela ASARO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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