di Josepha BILLARDELLO Cos’è la verità? Esiste? E’ assoluta? E’ soggettiva? Ma soprattutto, siamo desiderosi di conoscerla? Innanzitutto, dobbiamo distinguere tra fatti e interpretazioni. I fatti sono inconfutabili, per quanto di un fatto si possano dare letture diverse. In questa categoria rientra la nostra età. Mi piacerebbe avere dieci anni di meno! Ma per quante interpretazioni io possa dare, non posso cambiare la mia data di nascita. Però posso inventarmi una nuova età e magari finire col crederci.
Spesso interpretiamo gli avvenimenti nel modo che ci è più congeniale, diamo dei significati che ci rendono felici o comunque sereni con noi stessi. E’ meraviglioso quel passo del Gattopardo in cui Tomasi di Lampedusa parla del momento in cui la principessa Concetta scopre una verità che non aveva conosciuto. “Dal fondo atemporale dell’essere un dolore nero salì a macchiarla tutta dinanzi a quella rivelazione della verità. Ma era poi la verità questa? In nessun luogo quanto in Sicilia la verità ha vita breve: il fatto è avvenuto da cinque minuti e di già il suo nocciolo genuino è scomparso, camuffato, abbellito, sfigurato, oppresso, annientato dalla fantasia e dagli interessi..” Molti anni prima, il cugino Tancredi, di cui era stata tanto innamorata, le aveva raccontato una storia completamente inventata che l’aveva fatta indignare e alla quale lei aveva creduto per tutto quel tempo.
La verità che arriva all’improvviso, dall’incontro con il senatore Tassoni, rischia di sconvolgerla, ma proprio per questo lei la rinnega. La rivelazione non può più trovare spazio nella sua vita. Altrimenti, il prezzo da pagare è alto. C’è il rischio di stare male e di impazzire o di essere considerati pazzi dalla società che ha già deciso a cosa credere. Così una comunità finisce anche per condannare un innocente, pur di non arrendersi ad una verità scomoda che metterebbe in crisi le proprie certezze.
Questo fenomeno è ben descritto nel romanzo “Il buio oltre la siepe”, nel quale gli avvenimenti raccontati vengono visti con gli occhi di una bambina, Scout Finch. Un uomo di colore, Tom Robinson, viene accusato ingiustamente di violenza carnale. La verità è un’altra, ma la piccola e gretta comunità di Maycomb non può accettarla. Farlo, significherebbe ammettere che una donna bianca aveva provato il desiderio di baciare un uomo nero. Ciò avrebbe infranto un codice rigido su cui si basava la vita di quella cittadina.
Per il quieto vivere le false credenze hanno la meglio sulla verità. Luigi Pirandello, a chi lo considerava un “distruttore”, rispondeva affermando di “non aver distrutto altro che illusioni”. Con ogni sua opera egli scavava nell’intimo della vita umana, portando in superficie la realtà autentica. Ne “Il berretto a sonagli”, Ciampa, rivolto a Beatrice, afferma: ”Lo sappiamo tutti qua che lei è pazza. E ora deve saperlo tutto il paese. Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s’allarmi! Niente ci vuole a fare la pazza, creda a me! Gliel’insegno io come si fa.
Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità..” La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna. Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com