Ultime della sera. La prima impressione

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
25 Gennaio 2020 16:26
Ultime della sera. La prima impressione

Quando incontriamo una persona per la prima volta, riceviamo subito, dal primo sguardo, un’impressione, positiva o negativa che sia, che ci condiziona inevitabilmente. E’ un meccanismo comune, che agisce automaticamente in noi, che nasce da una sorta di “urgenza” psichica tendente a risolvere subito l’enigma. Abbiamo bisogno, in quanto esseri umani, di avere delle risposte immediate e di dare subito delle definizioni. Non è nella nostra natura restare in attesa di ulteriori informazioni prima di farci un’idea sulla persona che abbiamo davanti.

Ovviamente, non avendo molti elementi a disposizione perché non conosciamo sufficientemente quella persona, nel formare la nostra idea su di lei, usiamo tutto quello che è dentro di noi, materiale irrazionale compreso.  Pertanto, possiamo affermare che la prima impressione ci dice molto di noi e dei nostri pregiudizi piuttosto che dell’altro. In “Orgoglio e pregiudizio” Jane Austen descrive magnificamente l’effetto della prima impressione sui rapporti umani, raccontando l’incontro tra Elisabeth Bennet e Mr.Darcy.  “Appena passabile, ma non abbastanza bella da tentarmi”.

Con queste parole Mr. Darcy definisce Elizabeth dopo averla incontrata per la prima volta. Ed è proprio “Orgoglio e pregiudizio” a darci la misura di quanto può essere carico di idee preconcette un primo incontro. I due protagonisti infatti, provenienti da ceti sociali diversi, in un primo momento, a causa dei pensieri formulati sulla base delle apparenze, si odiano.  Elisabeth proviene da una famiglia di proprietari terrieri caduta in disgrazia, ha quattro sorelle e una madre che sarebbe disposta a tutto pur di far sposare le figlie con uomini molto ricchi.

Mr Darcy ha subito un’impressione negativa della famiglia Bennet, ma non conosce ancora Elisabeth, la sua intelligenza e la sua correttezza. Per lei, d’altra parte Mr. Darcy è solo un uomo legato al denaro e privo di sensibilità e di amore disinteressato. Solo il tempo darà loro la possibilità di elaborare una conoscenza autentica, l’uno dell’altra e di innamorarsi. Le nostre convinzioni infatti possono indurci a sbagliare, e a considerare la persona appena conosciuta molto diversa da ciò che è realmente.

Dovremmo imparare a mettere alla prova le nostre prime impressioni, piuttosto che cercare ulteriori elementi per confermarle. Soprattutto nell’era dei social network, ci rendiamo conto di quante diverse “impressioni” su una stessa persona possiamo farci guardando le foto che posta. Oggi, tutti noi cerchiamo di costruirci un’identità social che sia approvata dagli altri e le nostre foto sono delle autonarrazioni che tendono a convincere l’altro del fatto che siamo “un buon prodotto”.

Ma un’immagine è solo un’inquadratura, uno scatto, un momento, che mai può rappresentare la complessità del nostro essere. Rivolgendomi ai cultori dell’istinto, dell’importanza della prima impressione, del “l’ho capito subito”, “l’ho sentito immediatamente che eri fatto così”, vorrei ricordare un antico proverbio siciliano che recita : “Pri canusciri un omu s’havi a manciari ‘na sarma di sali” ( Per conoscere un uomo bisogna mangiare una salma di sale ovvero bisogna conviverci per lungo tempo).

Josepha Billardello

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