Ultime della sera. IL MONDO: BENE COMUNE; LA VITA: BENE SUPREMO

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Aprile 2020 19:47
Ultime della sera. IL MONDO: BENE COMUNE; LA VITA: BENE SUPREMO

In questi momenti difficili, lenti, e pur tuttavia gravidi di momenti di riflessione e introspezione, è doveroso tornare ad alcuni maestri del passato. In particolare, mi è capitato per caso di ripercorrere in questi giorni il pensiero di Hannah Arendt - celebre filosofa tedesca del '900, allieva di Martin Heidegger. In particolare, mi sono soffermato un momento su alcuni concetti contenuti nel potente saggio Vita Activa, pubblicato nel 1958 con il suggestivo titolo The Human Condition. Dopo aver passato in rassegna i diversi modi che l'uomo possiede per abitare il mondo (Lavorare, Operare, Agire), la pensatrice tedesca si sofferma su alcune notevoli riflessioni attorno allo spirito di comunità, alla socialità dell'essere umano, al mondo come bene comune e alla vita come bene supremo.

In questi giorni di festa, mesta, spirituale, può essere benefico ricordare lo scarto che ha operato il cristianesimo rispetto all'inclinazione del sentire degli antichi romani, proprio rispetto al modo di stare al mondo - ossia di abitare il pianeta Terra, la nostra "casa comune". Il cristianesimo infatti propugna fortemente  l'agire come modalità principale, migliore, di vivere (la terza via della Arendt), contro lo spirito contemplativo proprio dell'antica Roma. Certamente dobbiamo ritornare a fare nostra questa concezione, per affrontare opportunamente l'era che si appresta a cominciare, l'era del distanziamento sociale ma anche della prossimità digitale.

Possiamo fare molto, e bene. Però non basta: occorre anche tornare al pensiero greco, che vede nell'agire la collaborazione tra pari (diretti da qualche autorità), e pulirla dai residui elitari della cultura greca che la vedevano per questo motivo come attività inferiore. A noi invece risulta ora come la capacità più robusta e preziosa della partecipazione alla "cosa pubblica" - perché se uniamo l'agire dei molti, dei tutti (!), potremo davvero cambiare le cose, in vista della fine della pandemia, o quantomeno della convivenza con essa.

Solidarietà attiva è un termine che comincia a serpeggiare tra le menti più fertili, ma deve diventare un virus positivo che infetti ogni spirito e conduca all'azione continua, duratura, collaborativa per occuparsi del bene comune (il Mondo) per salvare il bene supremo (la Vita). Alessandro Isidoro Re

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