Ultime della sera. Esistono ancora penne libere…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Dicembre 2019 18:50
Ultime della sera. Esistono ancora penne libere…

Ho sempre provato un sentimento molto particolare guardando un foglio bianco da riempire di parole, un sentimento di paura indefinito ma anche di forte responsabilità, convinto come sono che le parole, quelle vere, abbiano ancora qualcosa da dire in una società che è sempre più “liquida” come ci ricorda Bauman, e che è sempre più “veloce”  per potersi fermare a riflettere sul senso delle cose. Mi piace ricordare il testo di una canzone che ho scritto 25 anni fa proprio sul senso delle parole   PAROLE Le parole, corrono le parole quando le insegui ti accorgi che non servono a niente.

Le parole, volano le parole sono l’effimera emozione di un momento. Le parole, odono le parole le ascolti come il vento che ghermisce le fronde e passa via. Le parole, cantano le parole rendono vera la melodia. Le parole, giocano le parole ti guardano con gli occhi di un bimbo addormentato. Le parole, scrivono le  parole forse sono inutili ma servono a intagliare la realtà.   E mi vorrei soffermare sulle parole scritte che come dice la canzone forse sono inutili ma servono a intagliare la realtà.

Il giornalismo italiano non credo stia passando un bel momento, le classifiche sulla libertà di stampa rilasciate dagli osservatori internazionali mettono in luce un deficit informativo piuttosto pesante nel nostro paese, sia per la compromissione di diverse testate giornalistiche e dei relativi gruppi imprenditoriali cui fanno riferimento, compresi i partiti politici dell’uno o dell’altro schieramento, sia per il diffuso clientelismo, sia per la spettacolarizzazione della nostra vita civile.

E’ chiaro che un giornalista debba avere le sue idee, la sua sensibilità che proviene dalla sua cultura, dalle esperienze che ha vissuto, ed è naturale che abbia una sua ideologia o una sua speranza politica, quello che non è naturale o meglio quello che non è “giusto” che questo potere di scrivere in un foglio che poi è letto da tante altre persone è usato per far carriera, per trovare spazi, per amicarsi quel personaggio importante che può sempre servire, o per fare propaganda di qualsiasi tipo a dispetto della “buona, giusta e libera” informazione.

Ritorno al sentimento di paura e di responsabilità che mi assale scrivendo queste righe, perché parlare di bontà, giustizia e libertà nell’informazione significa scrivere tre parole che pesano come macigni solo se ci fermassimo a riflettere sul loro significato. La buona informazione è l’equilibrio tra le componenti ridondanti e referenziate del discorso e i suoi dati inediti. Troppi elementi originali, troppe informazioni esclusive, o troppi elementi pletorici o banali rendono il discorso vacuo e annullano la notizia, così come un’informazione giusta deve tenere conto delle tesi che provengono da tutte le parti e a ognuna in maniera asettica dare lo stesso spazio.

Questi due semplici ingredienti così come per magia rende l’informazione libera. Così come ci hanno insegnato le grandi penne del 900 da Biagi a Montanelli, da Bocca a Terzani, da Pasolini alla Fallaci, uomini e donne che ci hanno lasciato una pesante eredità quella di raccontare con pura libertà di pensiero e onestà intellettuale vizi e virtù del nostro mondo. Adesso arriviamo ai territori e nella fattispecie al nostro territorio che si chiama Sud, che si chiama Sicilia, che si chiama provincia o meglio ancora ex-provincia di Trapani, che si chiama Mazara del Vallo.

Come sta il giornalismo a Mazara del Vallo? E in linea con quello nazionale? Vive gli stessi problemi? Io credo di sì perché vedo tanti giornalisti che scrivono per quella o quell’altra testata che imbavagliano le loro idee per seguire le linee editoriali imposte, o   peggio parlano bene di qualcuno quando lavorano per loro e ne parlano male quando lavorano per altri, tutto questo a dispetto della “buona, giusta e libera” informazione. E aggiungerei a dispetto della crescita culturale e politica della nostra città, e soprattutto delle nuove generazioni sempre più distanti dal cosiddetto mondo degli adulti così scevro da esempi virtuosi.

In chiusura ringrazio il mio amico Gaetano, editore di questo giornale, per avermi dato la possibilità ogni mese di scrivere quello che penso e gli auguro e auguro a questa città che possa trovare trenta penne libere.   Questo è il primo articolo che ho scritto nel febbraio del 2016 per Prima Pagina Mazara, e mi piace riproporlo per due motivi: il primo perché sono convinto che quello che ho scritto allora sia estremamente attuale; ed il secondo perché mi sembra di buon augurio per un nuovo inizio della rubrica “Le ultime della sera”.

Credo fortemente che la nostra città possa vivere una nuova “primavera”, una nuova stagione all’insegna della partecipazione civica, di una nuova rinascita culturale, di una rinnovata attenzione e cura a quanto di bello c’è in questo luogo meraviglioso che niente abbiamo fatto per meritarcelo se non la fortuna di essere nati proprio qui in questo luogo, tra le miriadi di possibilità. Certo non sarà solamente questa rubrica a favorire un nuovo “umanesimo relazionale” che è quello, a parer mio, di cui le comunità hanno bisogno per crescere e far crescere le nuove generazioni in un mondo a misura d’uomo, ma sono sicuro che per una piccola parte potrà contribuire, d’altro canto il mare è fatto da tante goccioline d’acqua.

Allora l’augurio per questa nuova ripartenza è di trovare presto queste trenta goccioline d’acqua che possano ogni giorno donare il proprio tempo e i propri pensieri per garantire al mare di continuare ad esistere. Francesco Sciacchitano     BIOGRAFIA FRANCESCO SCIACCHITANO Sono nato a Mazara del Vallo 53 anni fa, sposato con Anna Maria e padre di Luca, Gaia e Chiara. Sono diplomato Ragioniere e Perito commerciale con specializzazione Amministrativa ed ho acquisito i titoli di: Agente di Sviluppo, operatore di “Centri d’Iniziative Locali per l’Occupazione” e addetto all’Orientamento; Operatore per centri diurni per minori; Animatore grafico-pittorico e musicale.

Ho svolto numerosi corsi di aggiornamento, seminari, stage e convegni sulle seguenti discipline: animazione socio-culturale, politiche giovanili, politiche del lavoro, volontariato. Dirigente di Federsolidarietà – Confcooperative. Ho frequentato la Scuola di Alta Dirigenza della Dottrina Sociale della Chiesa. Ho studiato soprattutto nei libri dei cantautori, dei poeti degli scrittori, nei libri delle strade del mondo e nei libri viventi di ogni persona che ho conosciuto. Volontario nell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), nella quale ha conseguito il brevetto internazionale di Capo-educatore, e fra gli altri servizi sono stato Incaricato regionale e membro nazionale del Settore Pace, Non violenza e Solidarietà.

Ho lavorato facendo l’animatore e l’educatore in comunità con minori, giovani, persone fragili, poi mi sono occupato d’imprese sociali promuovendo diverse cooperative sociali, e aggregazioni di imprese sociali. Fra gli incarichi di governance sono stato: Amministratore della “VIVERE CON” SCS ONLUS; Presidente del Consorzio “SOLIDALIA” SCS ONLUS; Vice Presidente Regionale Federsolidarietà – Confcooperative; Membro del Comitato Territoriale Unicredit Sicilia; Referente per la regione Sicilia della SIA (Società Italiana Animazione); Coordinatore del Polo Sicilia dei consorzi CGM; Presidente del Consorzio Regionale Sicilia Welfare; Presidente della F.A.T.A.

SCS ONLUS Cooperativa di inserimento lavorativo. E infine sono stato contrattista precario al Comune di Mazara del Vallo fino al 31/12/2018, giorno in cui ho sottoscritto un contratto part time a tempo indeterminato (25 ore settimanali) con l’Ente diventando dipendente pubblico ora in Servizio presso l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco. Coltivo la passione per lo sport, per la musica e per la fotografia; Ho partecipato alla lavorazione di un film “Naufraghi Sotto Costa” di Marco Colli con Sabrina Ferilli come ispettore di produzione; Ho partecipato come assistente alla regia a diversi documentari su temi sociali: handicap, obiezione di coscienza, adozione etc.

Ritengo di essere un artigiano nella conduzione di gruppi e nello scrivere testi e porto sempre con me le seguenti frasi maestre:

  • Per fare un fosso ci vogliono due sponde
  • Solcare il mare all’insaputa del cielo
  • Dal caos si genera una stella danzante
  • Siate ricchi della felicità degli altri
  • Guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano guardate ancora più lontano
  • Lasciate il mondo un po’ migliore di come lo avete trovato.

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