Era il 1981. Quell’anno il mondo conosceva una ragazza umile e semplice, un po’ timida , dallo sguardo indifeso , con un sorriso spontaneo e un taglio corto, insolito per una principessa, che le dava un tocco particolarmente sbarazzino. Provai subito una grande simpatia per lei , e la prima cosa che feci quell’anno fu tagliarmi i capelli, proprio come i suoi, proprio per essere simile a lei. E non immagini la soddisfazione, quando un’amica di famiglia mi disse che avevo i capelli di Lady D! Beh il taglio era dello stesso tipo, il colore no e non potevo cambiarlo , ma soprattutto ci voleva ben altro per assomigliarti! Io però da sognatrice incallita , ho sempre preferito le illusioni alla realtà e così quell’estate facevo finta di essere te e mi immedesimavo nel tuo ruolo di principessa.
Sfogliavo le pagine in cui tu sorridevi e con la fantasia raggiungevo quel verde immenso dei giardini reali, il palazzo, gli ambienti sontuosi in cui trascorrevi le tue giornate in attesa del matrimonio reale. Tutto sembrava un sogno, l’incarnazione di una favola, che si concretizzava in un giorno d’estate. Quel giorno sposavi Carlo d’ Inghilterra. Il mondo intero ti guardava estasiato mentre percorrevi l’imponente Cattedrale di Saint Paul, al braccio di tuo padre. L’abito bianco di taffetà in seta e pizzo metteva in risalto tutta la tua eleganza e la tiara preziosa , la tua regalità.
Non dimenticherò mai il momento solenne in cui con un fil di voce pronunciasti : ”I will” ( Lo voglio). Quella frase, attesa da tutti noi che ti volevamo felice, non fu seguita dalla promessa di obbedienza al marito, come era previsto dal tuo ruolo e questa tua scelta fece un po’ scalpore. Ma poi, l’incantesimo ci avvolse tutti nuovamente, convinti che sposare un principe fosse la cosa migliore che potesse accadere ad una donna. Chissà se ne eri convinta anche tu.. Pensavi che saresti stata felice? Forse ,omettendo la promessa di obbedienza, speravi di ottenere una maggiore considerazione dalla casa reale dei Windsor? Tu, che non ti riconoscevi alcuna qualità particolare, che eri una persona gentile, sensibile , romantica e sincera, ma molto insicura.
Non eri stata una studentessa brillante , né avevi manifestato durante l’adolescenza delle doti particolari. Ma quando si è giovani e belli, come lo eri tu, è facile pensare di avere il mondo ai propri piedi. E’ facile credere all’amore del proprio futuro marito. E suppongo che non scopristi subito la verità. Non potevi, anche se ce l’ avevi davanti . Dare credito ad una realtà così diversa da come l’avevi immaginata dev’essere stato molto duro. Magari hai messo in atto tutte le difese possibili per nascondere, innanzitutto a te stessa, quello che si stava svelando ai tuoi occhi.
E sono sicura, Diana, che sia stato proprio Carlo a fugare ogni tuo dubbio per poi lasciarti sola nel baratro della tua sofferenza. Del resto, perché avrebbe dovuto mentirti? A che scopo? Sarebbe stato oltremodo faticoso per lui continuare a nascondere la relazione con la sua amante di sempre. Implicitamente o esplicitamente, ti avrà chiesto di accettarla. E la famiglia reale, che tanto aveva caldeggiato la vostra unione? Ora dov’era? Sicuramente non al tuo fianco. Chissà che delusione! E quanto hai sofferto per decidere di andare via sapendo che non avresti potuto portare con te i tuoi figli! Le notizie diffuse dai giornali incontravano lo stupore generale e man mano, si andava affermando l’immagine della principessa triste, non più protagonista di una fiaba, ma di un sogno che si era trasformato in un incubo.
Mi dispiaceva molto per quello che ti stava succedendo, ma In quel momento, non me la sentivo di perdere tutte le mie illusioni e ho liquidato il fatto convincendomi che la tua fosse solo l’eccezione alla regola, che non intaccava quindi la mia consolidata convinzione che quasi tutte le favole finiscono con “e vissero felici e contenti” . Proprio per questo, per non smentirmi, ho iniziato a seguire meno la tua storia . Le tue vicende, le tue confessioni, i tuoi amanti, non erano più al centro della mia attenzione.
Non volevo più essere come te. Ti avevo relegato nell’angolo delle storie tristi e sfortunate. Continuavo ad ammirare il tuo atteggiamento nei confronti del prossimo, la tua presenza negli ospedali, il tuo impegno umanitario e la vicinanza agli emarginati. Ma avevo preso le distanze da te e dai tuoi sentimenti feriti. Evitavo di chiedermi in quale inferno fosse finita la tua vita fino a quel terribile giorno in cui giunse la notizia dell’incidente mortale nel tunnel dell’Alma a Parigi. Questa volta mi ritrovai , come milioni di altre persone, di nuovo inchiodata alla TV, stavolta a guardare le immagini di un’altra messa, quella con la quale ti dicevamo addio per sempre.
E solo in quel momento, mentre risuonavano dentro di me le note di CANDLE IN THE WIND, cantata per te da Elton John, riuscii a ritrovare quel filo che mi aveva legato a te durante gli anni in cui avevi svelato al mondo la tua verità. Era il filo dell’amore. Per te l’amore è sempre stata la parte più importante della vita. Avevi vissuto il dolore dell’abbandono di una madre, andata via quando tu avevi solo sette anni. Non potevi rassegnarti a vivere tutta una vita senza amore. Un’altra donna forse avrebbe guardato al privilegio di altezza reale ottenuto col matrimonio e si sarebbe sentita appagata da questo.
Ma tu appartenevi alla categoria delle persone che hanno un disperato bisogno di affetto, perchè nella loro vita non ne hanno ricevuto mai abbastanza. E quella era la tua più grande debolezza, che non ti fu perdonata, né dalla famiglia reale, né dalla stampa, che ti usò solo per un proprio tornaconto. Negli anni che seguirono hai avuto delle relazioni, delle quali sono rimaste solo immagini, ipotesi, sparute dichiarazioni. Nessuno può sapere davvero cosa c’era nel tuo cuore. Ma ci fu una persona che ti amò veramente e il cui incontro fu fondamentale per te.
Fu madre Teresa , la quale , al cardinale Comastri, che la invitava a non mischiare la sua storia con la tua, rispose : “ Io non ho mai incontrato la principessa Diana, ma l’infelice Diana”. E sono sicura che da lei ti sentisti davvero compresa e amata. Josepha Billardello