Ultime della sera: “Appunti di viaggio”

Alla scoperta della Puglia, tra presentazioni, cattedrali, teatri, ulivi, muretti a secco e focacce baresi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Aprile 2022 18:45
Ultime della sera: “Appunti di viaggio”

Viaggiare per presentare un libro, durante la fase di promozione, significa portare in giro non solo la storia che racconti ma anche un pezzo di te, del tuo mondo, dei pensieri e delle emozioni che vi si agitano. In cambio porti via con te tutti gli incontri fatti, le mani che hai stretto, le strade che hai percorso, le città che hai visitato, i sapori, i cibi, i paesaggi.

Per questo mi piace chiamarli incontri e non presentazioni perché c’è sempre uno scambio che arricchisce reciprocamente: non presento nulla, semmai racconto, rispondo a domande, soddisfo curiosità, dialogo con chi interviene. Capita che mi imbatta in domande a cui non c’è risposta, o che io non ho, e questo mi ricorda quanto un argomento possa essere sviscerato e sezionato e quanti - decine, centinaia - possano essere i punti di vista su uno stesso tema. E come le emozioni suscitate siano diverse e così le riflessioni, e le curiosità.

Ho girato in lungo e in largo l’Italia negli ultimi due mesi e porto nel cuore tutte le città, i luoghi dove sono avvenuti gli incontri, le librerie, i teatri, le sedi delle associazioni, le sale parrocchiali e i circoli. Di ogni incontro ricordo i visi di chi seduto in prima fila mi osservava prima con curiosità e poi sempre più in un crescendo di angoscia e stupore man mano mi addentravo nella tragicità del racconto. Ricordo la rabbia e il dolore, le domande, le richieste, i firmacopie.

Ma in questo girovagare c’è sempre un luogo dell’anima, che è anche un approdo. Il mio è la Puglia, ed è il mio biglietto di sola andata. Lo è da quando vi misi piede la prima volta, anni fa. La Puglia è antica, lussureggiante, variegata, caleidoscopica. Mi ricorda la mia terra nella sua generosità contadina, nell’azzurro del mare che si fonde con la quiete della campagna disseminata di uliveti secolari, nelle cattedrali che si stagliano tra cielo e mare, negli imponenti castelli normanni.

C’è qui quella predisposizione all’accoglienza che solo una storia ricca di dominazioni - e sono tanti, greci, romani, turchi, normanni, svevi, angioini - che con la sua ricchezza di stili, culture e lingue, è in grado di consegnare al presente. E se l’ultimo mio viaggio in terra di Puglia significò la scoperta dei trulli e delle masserie, l’incanto della valle d’Itria con le sue perle, Locorotondo, Cisternino, Martinafranca ed Alberobello, e quello successivo Lecce e la sua eleganza barocca, Ostuni, il Salento e i suoi paesaggi mozzafiato, le scogliere a precipizio sul mare, il tacco dello stivale circumnavigato in barca, stavolta sono partita alla scoperta di Bari e dintorni.

Il capoluogo pugliese ha un centro storico, Bari vecchia, che sembra la casbah di Mazara, con un dedalo di vicoli, cortili e palazzi storici che ne fanno una città nella città. Eppure, la Bari vecchia dialoga felicemente con quella nuova, che nuovissima non è: vi si trova l’elegante quartiere murattiano, ricco di palazzi storici bellissimi, il quartiere umbertino pieno di fascino perché ricco di teatri e tra tutti ricordiamo il Petruzzelli e il Margherita, quest’ultimo l’unico teatro italiano costruito sull’acqua.

Lo impreziosiscono infine i palazzi d’epoca in stile liberty e le vie eleganti che si adagiano sul lungomare più lungo d’Italia. Trani si affaccia su un suggestivo porto e ha una cattedrale romanica che sembra nascere dal mare, imponendosi su uno scenario mozzafiato su cui domina soprattutto l’influenza di Federico II di Svevia, testimoniata dallo splendido castello anch’esso a picco sul mare. Qui trovi il fascino secolare degli edifici con la pietra a vista, dove il bianco domina ovunque, ed è questa la grande bellezza, il segno distintivo di queste città.

Ma sono le persone incontrate che lasciano il segno. A Conversano una giovane donna, Angela, ha lasciato la sicurezza del posto fisso in una casa editrice per aprire una libreria indipendente in centro, e ora prova a riempirla di incontri di qualità, perché cos’è una libreria se non un centro di ritrovo culturale? Ha voluto anche noi, e averci scelti mi riempie d’orgoglio. Ha tenuto la libreria aperta il 25 aprile, perché, dice, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte in nome della resistenza.

Siamo stati ospiti di Giuseppe, un giornalista professionista che è anche un poeta e scrittore e che ci ha fatto conoscere un piatto spettacolare, la tiella patate riso e cozze, specialità barese, la cui ricetta segreta rivelatami dal padre medico custodisco gelosamente. A Bitonto invece, altra bellissima cittadina con una pazzesca cattedrale romanica che Vincenzo, con la passione per il territorio che mette in ogni cosa che fa mi ha fatto visitare con una guida d’eccezione (mi son sentita un po’ Vittorio Sgarbi perché hanno ritardato la chiusura per permetterci di ammirarla anche all’interno essendo stati avvisati del nostro arrivo), c’è lo chef di un ristorante che abbina ad ogni piatto un olio diverso, e mi ha proposto il tiramisù con un biancolilla in purezza proveniente addirittura da Mazara.

Il risultato è ottimo, una grande prelibatezza! Chi lo doveva dire che dovevo arrivare fin li per scoprire questo straordinario connubio e l’incredibile versatilità del nostro olio!

di Catia CATANIA

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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