Tre anni da Vescovo della Diocesi di Mazara, Monsignor Giurdanella: "Tanta cura mi commuove"

Ecco la lettera pastorale

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Ottobre 2025 10:23
Tre anni da Vescovo della Diocesi di Mazara, Monsignor Giurdanella:

«”Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”. Nel III anniversario della mia ordinazione episcopale, prendo in prestito le parole di San Francesco d’Assisi – nel cui nome il mio ministero è stato inaugurato – per esprimere la lode a Dio altissimo e onnipotente, Padre del creato, Padre di ogni bontà e misericordia, il cui volto rifulge in tutte le sue creature e dunque anche nella nostra Chiesa di Mazara, perché sua amata figlia e sposa del suo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo».

Inizia così la Lettera di ringraziamento che il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella ha scritto ai presbiteri, ai diaconi e a tutti i fedeli della Diocesi per il suo 3° anniversario di ordinazione episcopale (avvenuta nella Cattedrale di Noto il 4 ottobre 2022). Il Vescovo nella Lettera ha richiamato la parte conclusiva della recente Lettera pastorale “Quel pane necessario”, in cui si citano le parole della prima ammonizione di San Francesco sul Corpo del Signore: «le sapienti parole del Poverello di Assisi ci rivelano la “potenza” e la “fatica” della fede, che ci offre la capacità di riconoscere la presenza nascosta del Figlio di Dio, sotto le apparenze di questo mondo».

Il Vescovo, in un altro passaggio della Lettera, scrive che «nessun luogo della terra e della storia è dunque privo della presenza di Dio e ciò che appare più lontano da Lui, invece lo contiene nascosto, mentre da quello stesso luogo sgorga vivo l’invito ad avvicinarsi, a vincere ogni umana paura, perché ciò che appare amaro sia cambiato in dolcezza (cfr Testamento, FF 110)». Poi, rivolgendosi al popolo della Chiesa di Mazara, l’invito a «nutrirsi di Eucaristia, diventando voi stessi Eucaristia, offrendo, come Cristo, il vostro corpo, quindi la vostra stessa vita, a beneficio di quanti sperano liberazione, attendono consolazione, anelano alla pace. Tanta cura, premura e vicinanza mi commuovono e mi spronano».

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

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