Ieri in accoglimento della richiesta di riesame proposta dagli avvocati difensori Giuseppe Pinta del Foro di Marsala e Antonio Maria Quaranta del Foro di Roma il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l’ordinanza emessa dal gip e ha disposto annullamento della misura cautelare, limitatamente alla sua posizione e l’immediata liberazione del 54ennei Luigi Prenci di Mazara del Vallo, una delle 17 persone arrestate nell’operazione antimafia condotta dalla Dda tra Marsala e Mazara del Vallo lo scorso dicembre.
Il Tribunale si è riservato di depositare le motivazioni, le motivazioni entro 45 giorni. I due legali si dicono "estremamente soddisfatti per quanto disposto dal Riesame rimanendo in attesa di conoscere le motivazioni dell’ordinanza". In precedenza, accogliendo la richiesta degli avvocati Massimiliano Pasquale Tranchida e Raffaele Bonsignore, il Tribunale del Riesame di Palermo aveva rimesso in libertà anche il 55enne marsalese Pietro Centonze per “insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza” annullandone la custodia cautelare; per Prenci e Centonze accolto per entrambi il Riesame per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Anche il 39enne mazarese Aurelio Anzelmo è tornato in libertà. Per quanto riguarda invece per i soggetti che erano finiti agli arresti domiciliari sono tornati in libertà, sempre a seguito del Riesame, il 27enne mazarese Giuseppe Prenci (figlio di Luigi) e il 61enne marsalese Antonino Giovanni Bilello. Qualche giorno fa il Tribunale del Riesame di Palermo aveva annullato l’ordinanza del Gip relativamente all’obbligo di dimora presso il comune di residenza per il 63enne Lorenzo Buscaino di Mazara del Vallo.
I giudici del Riesame avevano accolto la memoria difensiva presentata dall’avvocato difensore Walter Marino. Lo stesso Tribunale del Riesame aveva inoltre annullato per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il 60enne marsalese Giancarlo Nicolò Angileri. L’indagine nella quale coinvolti i soggetti sopracitati aveva riscontrato l’esistenza di un penetrante potere di controllo economico del territorio, esercitato mediante la gestione mafiosa delle aree di pascolo e delle aste fallimentari; erano emersi alcuni nomi già noti, altri invece rappresentano una novità nel fitto intreccio delle attività malavitose nel territorio, in particolare quello di Mazara del Vallo.