Sanremo 2025: la rivoluzione della musica italiana tra sorprese e nuove tendenze

Un’edizione che ha mescolato tradizione e innovazione, sorprendendo il pubblico

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Marzo 2025 17:57
Sanremo 2025: la rivoluzione della musica italiana tra sorprese e nuove tendenze

L’edizione 2025 del Festival di Sanremo è stata una vera rivoluzione per la musica italiana. Sotto la direzione artistica di Carlo Conti, il Festival ha messo al centro la qualità musicale e l’innovazione, riportando l’attenzione sui testi e sulle performance degli artisti. Infatti dopo anni in cui il pop e le hit radiofoniche avevano dominato il palco sanremese, Sanremo 2025 ha riportato in evidenza il cantautorato e le sonorità più ricercate. Il podio della competizione ne è la dimostrazione con Olly che ha conquistato la vittoria con il brano “Balorda Nostalgia”, una canzone che unisce testi malinconici a una base moderna capace di parlare a più generazioni.

Poi con Lucio Corsi, con “Volevo essere un duro”, che si è rivelato una grande scoperta per questo Sanremo portando sul palco un pezzo ispirato al rock italiano anni ‘70, con il suo stile inconfondibile sarà lui a tenere alta la bandiera italiana all’Eurovision, dopo che il vincitore ha rifiutato questa grande opportunità. E infine con Brunori Sas, con “L’albero delle noci”, che ha chiuso il podio con un brano dallo stile intimo e poetico dedicato alla sua bambina. Un brano con uno stile molto simile che ha commosso profondamente tantissime famiglie italiane è stato quello di Simone Cristicchi, con “Quando sarai piccola”, che è noto per la sua sensibilità artistica e la capacità di affrontare temi sociali con delicatezza e profondità, ha portato sul palco un pezzo intenso e commovente che racconta una storia di affetti, memoria e legami familiari, toccando corde profonde nel pubblico dell’Ariston e a casa.

Questo Sanremo è stato un turbine di emozione e rivoluzione ma se c’è stato un momento che ha diviso il pubblico, è stato sicuramente l’esclusione di Giorgia dal podio. Per molti aveva un posto assicurato come vincitrice, eppure il suo brano “La cura per me”, una “ballad fresca che metteva in risalto la sua incredibile voce, non è riuscita a conquistare abbastanza voti. Gran parte degli spettatori da casa, si aspettava di vederla almeno tra i primi tre, e quando il verdetto ha rivelato il suo sesto posto, il teatro ha reagito con stupore e fragorosi lamenti di delusione.

In realtà, però, questo sesto posto non è stato così sorprendente se si guarda a come hanno votato le diverse generazioni. Quest’anno, Sanremo ha davvero dato voce a tutti, dagli adolescenti agli anziani, e ogni fascia d’età ha premiato sonorità diverse. I più giovani si sono concentrati su brani più freschi e immediati, quelli che avrebbero potuto diventare virali o delle hit radiofoniche. Gli adulti hanno invece privilegiato la qualità musicale e l’innovazione, mentre il pubblico più maturo ha cercato emozioni e testi profondi.

Con un panorama così ampio di spettatori, era quasi inevitabile che il risultato finale non rispecchiasse le aspettative iniziali. Altra grande rivoluzione che questa edizione di Sanremo ha segnato è stato il punto di svolta fondamentale per il “rap“ e la “trap” in Italia. Infatti se fino a qualche anno fa il genere “urban” veniva accolto sul palco dell’Ariston con diffidenza, oggi è diventato una delle colonne portanti del Festival, creando un ponte tra passato e presente che unisce tutte le generazioni.

Tra i protagonisti di questa rivoluzione c’è stato Tony Effe, ex membro della Dark Polo Gang, che ha portato sul palco un brano, intitolato “Damme na mano”, che ha sorpreso tutti. Infatti molti si aspettavano il solito beat dalle sonorità trap un po’ scurrili e crude, ma invece l’artista ha scelto una strada diversa, dimostrando una maturazione musicale inaspettata. Infatti il suo pezzo, pur mantenendo l’energia e la personalità che lo contraddistinguono, ha presentato un testo più introspettivo e intimo parlando della sua amata città, Roma.

Un altro nome che ha fatto parlare di sé è stato Fedez che è tornato in gara con un brano che ha mostrato un lato inedito della sua musica, intitolato “Battito”. Infatti se in passato il rapper aveva alternato hit leggere a testi di denuncia sociale, questa volta ha scelto di raccontarsi in modo intimo e senza filtri parlando della sua convivenza con la depressione. E infine un gruppo caratteristico di questa rivoluzione sono stati proprio Shablo, Joshua, Gué e Tormento, che sono stati una perfetta combinazione che ha rappresentato la fusione ideale tra passato e presente del rap italiano.

Il loro brano, “La mia parola”, ha infatti celebrato l’evoluzione del genere in un mix perfetto di esperienza e freschezza. Questa edizione ha quindi dimostrato che la musica è una sola, e quando riesce a unire anziché dividere, può davvero lasciare un segno. Il Festival di Sanremo è cambiato, e con esso la musica.

Melissa Tilotta–III C Linguistico Liceo Scientifico “Adria-Ballatore”- Progetto PCTO “Liceali Online”

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