Pesca, l’Ue approva le telecamere a bordo. “Penalizzati i pescatori”

Reazioni negative di europarlamentari italiani e di associazioni sul nuovo regolamento approvato al Parlamento Europeo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Ottobre 2023 09:19
Pesca, l’Ue approva le telecamere a bordo. “Penalizzati i pescatori”

Il Parlamento Europeo ha adottato la propria posizione negoziale sul nuovo sistema di controllo della pesca, che modificherà le norme sulle attività UE di pesca in vigore dal 2010. Con 401 voti favorevoli, 247 contrari e 47 astensioni, i deputati hanno approvato, mercoledì, l’utilizzo di nuove tecnologie per migliorare l’applicazione delle regole sulla pesca, la sicurezza e la trasparenza. L'uso di telecamere a bordo (CCTV) per effettuare controlli sugli obblighi di sbarco delle specie soggette a limiti di cattura dovrebbe essere obbligatorio secondo una "percentuale minima" di navi lunghe almeno 12 metri che sono identificate come "a grave rischio di non conformità".

L'attrezzatura di sorveglianza sarà imposta anche come sanzione di accompagnamento per tutte le navi che commettono due o più infrazioni gravi. Ai pescherecci che sono disposti ad adottare la CCTV su base volontaria dovrebbero essere offerti incentivi come l'assegnazione di quote aggiuntive o la rimozione dei punti di infrazione.

Il provvedimento dell'UE ha trovato forti resistenze da parte di alcuni europarlamentari. Grande amarezza e preoccupazione da parte degli operatori e delle associazioni di categoria del mondo della pesca, settore pesantemente colpito dalla crisi pandemica. Il nuovo Regolamento sui controlli varato dal Parlamento europeo è visto come l'ennesimo affronto dell'UE alla pesca mediterranea. Viene definito inaccettabile l'obbligo di installare telecamere a bordo per i controlli di sbarco di prodotti sotto taglia pescati accidentalmente.

In una nota Annalisa Tardino, europarlamentare Lega, componente commissione Pesca, commissario Lega Salvini Premier in Sicilia dichiara: “In Europa passa ancora una volta l’approccio vessatorio nei confronti dei nostri pescatori. Il compromesso raggiunto con il Consiglio dell’UE sulla proposta di modifica del vigente regolamento sui controlli in materia di pesca, contiene infatti una inaccettabile videosorveglianza dei nostri pescatori, insieme ad altre norme che vanno nella direzione opposta della semplificazione e sono evidentemente ispirate da un forte pregiudizio nei confronti della pesca e dei pescatori tutti.

Ci siamo battuti sin dall’inizio dei lavori contro l'installazione di telecamere a circuito chiuso sui pescherecci per video sorvegliare i pescatori come fossero delinquenti, in barba ad ogni norma del diritto del lavoro, e siamo riusciti quantomeno ad ottenere che si applicasse alle imbarcazioni di lunghezza superiore a 18 mt ad alto rischio di non rispetto dell’obbligo di sbarco. Ma per noi questo non è sufficiente, l’obbligo doveva venire meno. Il Parlamento Ue, grazie al voto favorevole dei deputati di sinistra, che ancora una volta votano contro gli interessi dell’Italia, visto che anche lo stesso governo italiano si è dichiarato contrario a questo regolamento, penalizza i pescatori, anche siciliani, e contribuirà all’arrivo sulle nostre tavole di pesce straniero, di dubbia qualità e freschezza.

Noi della delegazione Lega abbiamo votato contro questo accordo, e continueremo a fare sentire la nostra voce, in Italia come in Europa, a difesa dei pescatori, sempre più vessati da questa maggioranza Ue, che dobbiamo sovvertire con il voto delle prossime elezioni europee”.

Sulla questione interviene così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell'Unci AgroAlimentare: “Ancora una volta, l'Unione europea penalizza il settore della pesca e criminalizza i lavoratori, che con il nuovo regolamento sul controllo delle attività, approvato a Strasburgo, vengono trattati come potenziali delinquenti, anzi peggio. Siamo molto amareggiati – prosegue il dirigente dell'associazione di settore del mondo cooperativistico – per il trattamento che ormai ci viene puntualmente riservato nei Palazzi dell'Ue, dove prevale un pregiudizio ed una assoluta mancanza di rispetto nei confronti di migliaia di operatori, soltanto nel nostro Paese, e di tante attività, spesso di piccole dimensioni, che debbono affrontare e risolvere ogni giorno vari problemi per andare avanti.

In questi anni sono stati compiuti notevoli sforzi per rinnovare, rilanciare e adeguare il comparto ittico alle diverse esigenze che si presentavano, investendo sulla sostenibilità e sulla tutela degli equilibri ecologici e della biodiversità marina. Alle numerose limitazioni imposte dai burocrati di Bruxelles e da un ceto politico che non conosce la realtà, ma si accontenta di discettare del destino dei lavoratori e di un importante quanto fragile segmento produttivo dalle proprie comode poltrone, ragionando con schemi rigidi e rispondenti a facili luoghi comuni, si aggiungono nuove incombenze e controlli che renderanno più costosa e difficile la pesca professionale.

Con il regolamento adottato a maggioranza, di ben 360 pagine, infatti, ci sarà l'obbligo di installare telecamere sulle imbarcazioni e di effettuare la registrazione digitale dettagliata di tutto il pescato. Così i lavoratori vengono trasformati sempre più in esecutori delle inutili e sterili procedure europee. Ma ciò che è peggio vengono umiliati e trattati al pari di delinquenti. Soltanto per i pescatori non valgono i diritti riservati a tutti i cittadini, a cominciare dalla presunzione di innocenza che vale nei Tribunali fino all'ultimo grado di giudizio.

I lavoratori del mare invece debbono essere sottoposti a controllo permanente, perchè giudicati colpevoli a prescindere. Eppure, come al solito, la categoria è stata disponibile al confronto e non si è sottratta all'introduzione di eventuali nuovi controlli sulle attività, ma in forme semplificate, ragionevoli e non coercitive. La verità dei fatti – ha concluso Scognamiglio – è che si vuole affossare la pesca ed agevolare altri settori, come quello emergente dei cibi sintetici e degli alimenti succedanei, tutt'altro che salutari e rispettosi dell'ambiente, imponendone il consumo dall'alto.

Mentre qualcuno sventola la bandiera posticcia dell'ecologia, chiude poi gli occhi di fronte agli affari di chi inquina e di chi specula sulle risorse naturali, sulle coste e sui fondali marini. Soltanto i pescatori, in particolare le attività territoriali, con il loro lavoro, frutto di esperienza, sapere antico, passione per il mare e ora sempre più capacità di innovazione, possono realmente tutelare i consumatori sulla qualità del pescato e dei prodotti ittici. Il resto è finzione, propaganda, pura facciata e interesse di parte.

Per quanto ci riguarda, ringraziamo i parlamentari europei dell'Italia che si sono impegnati per difendere le ragioni dei pescatori ed esprimiamo invece rammarico per l'asfittica idea di democrazia che alcuni gruppi hanno dimostrato in questa occasione, non solo ignorando completamente i nostri diritti, ma evitando il dialogo, con il quale si sarebbe potuto costruire un'equa sintesi delle diverse esigenze in campo

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