Pesca, caro gasolio: ecco perché la marineria mazarese non può fermarsi adesso

Gasolio a 1,10 al litro. Per gli armatori non servono misure palliative e avvertono un grosso rischio in estate...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Giugno 2022 11:08
Pesca, caro gasolio: ecco perché la marineria mazarese non può fermarsi adesso

La crisi energetica sta mettendo in ginocchio un settore quale quello della pesca che da alcuni anni lamenta già il progressivo aumento del costo del carburante: negli ultimi giorni però il prezzo ha varcato la soglia limite di un euro per litro, fino ad 1,10 al litro. A Mazara del Vallo la problematica caro gasolio è molto sentita in quanto la tipologia di pesca industriale a gambero rosso, con lunghe bordate di pesca dal mediterraneo occidentale a quello orientale, ha fortissimi impatti su un comparto che ha subito la restrizione degli areali di pesca e che versa in una crisi da circa una quindicina di anni che ha provocato la notevole riduzione della flotta di pesca mediterranea ad oggi composta da una settantina di natanti. 

Ieri gran parte delle marinerie italiane hanno protestato, molti gli armatori che si sono recati a Roma per chiedere al Governo nazionale alcune misure per allentare le difficoltà: utilizzo del credito di imposta, previsto ma ancora inattuato, anche per il secondo trimestre 2022, applicazione della Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli (Cisoa) per la quale le imprese versano i contributi dal primo febbraio scorso, risorse finanziarie aggiuntive all’Ue e una compensazione sul modello della crisi Ucraina, per aiutare il sistema pesca agonizzante per la guerra e il caro gasolio. Le richieste sono sul tavolo del sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni e si attendono decisioni.

In molti si chiedono però perché la marineria di Mazara del Vallo non abbia aderito allo sciopero delle altre marinerie. Le ragioni stanno, e forse non tutti le conoscono, nella tipologia di pesca e di imbarcazioni. “La marineria di Mazara del Vallo –spiega Santino Adamo, presidente della sezione mazarese di Federpesca (alla quale associate la gran parte delle imprese pescherecce mazaresi) ed anch’egli armatore- esercita una pesca d’altura, attualmente ci sono poche barche in porto, alcune pescano in Grecia, altre trainano pure le gabbie per i tonni per conto dei maltesi.

Comunque aspettiamo che il sottosegretario Battistoni possa varare qualche misura, siamo fiduciosi. E’ assurdo che il gasolio abbia raggiunto 1,10 euro, siamo ancora in attesa di aiuti reali da parte del Governo nazionale che aveva promesso interventi. Chiediamo innanzitutto che la misura del credito di imposta sia prorogata fino a giugno. Qualora non ricevessimo adeguati ristori saremo costretti a prendere serie decisioni, anche fermando i pescherecci a luglio”. 

Gaspare Asaro proprietario di cinque barche, nonchè vice presidente della Distretto della Pesca al quale aderiscono imprese ittiche della Sicilia occidentale ed orientale così spiega: “la situazione è gravissima il settore pesca è vittima di una speculazione finanziaria con abnormi oscillazioni del prezzo del gasolio in pochi giorni, pensiamo che durante il lockdown anticovid19 il gasolio si poteva acquistare anche a 0,20 centesimi. Con il prezzo attuale è ancor più accentuata la concorrenza delle marinerie nordafricane le cui barche pescano nei nostri stessi areali, quindi lo stesso prodotto e pertanto sono molto più favorite sul mercato.

Lo Stato -ribadisce Asaro- deve intervenire e non certamente con misure palliative che servono soltanto ad allungare l’agonia del settore, serve programmazione. Per il caro gasolio servono misure calmieranti, necessita un prezzo fisso che ci metta al riparo dalle speculazioni”. (in copertina foto porto peschereccio di Mazara del Vallo scattata lo scorso 17 aprile).

Gli aumenti del prezzo del gasolio. A marzo 2021 il gasolio costava 0,41 centesimi di euro per litro, a febbraio di quest’anno, prima del conflitto in Ucraina, il prezzo si aggirava sui 0,60, negli ultimi giorni è quasi raddoppiato. Oggi un pieno per un peschereccio che dovrà stare via un mese costa circa 70mila euro. “Purtroppo – avverte Michele Giacalone, giovane armatore proprietario di diverse barche- oggi non ci possiamo fermare, le barche sono a pesca con il gasolio già acquistato due mesi fa e dobbiamo pertanto recuperare le spese portando il prodotto in porto. Se però si avanti così saremo costretti a chiudere, tutti: si perderanno posti di lavoro sui pescherecci e nell’intera filiera della pesca mazarese: migliaia di padri di famiglia potrebbero rimanere a casa

Intanto proprio a Mazara del Vallo nel pomeriggio del 6 giugno, alle ore 16.30 in via Perugia n. 30 presso i magazzini delle reti dell’Azienda M.C.V. PESCA S.R.L. (di cui proprietario proprio di Gaspare Asaro), si svolgerà il II Congresso regionale Uila Pesca avente come tema: “La pesca siciliana al centro del Mediterraneo, diritti e tutele”. Presiederà Nino Marino Segretario Generale UILA Sicilia, relazionerà Tommaso Macaddino, segretario generale UILA Pesca Sicilia. Interverranno, oltre a diversi ospiti, Luisella Lionti, segretaria generale UIL Sicilia e Area Vasta, Antonio Pensabene, segretario regionale UILA Pesca Sicilia, concluderà Enrica Mammucari segretaria generale UILA Pesca. Oltre i diritti e le tutele per i pescatori, sarà affrontato anche il tema delle difficoltà che stanno registrando gli equipaggi, a partire proprio dal caro gasolio.

Francesco Mezzapelle 

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza