Missione a Mazara della Commissione Pesca. Riassunto giornata del 24 maggio

La Commissione del Parlamento Europeo ha incontrato pescatori, rappresentanti armatoriali e sindacati di categoria

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
25 Maggio 2022 11:11
Missione a Mazara della Commissione Pesca. Riassunto giornata del 24 maggio

Il Parlamento europeo a bordo della Medinea per ribadire l’impegno a favore dei pescatori di Mazara e di tutti i pescatori europei che operano nel Mediterraneo. La delegazione della Commissione pesca al Parlamento europeo, accompagnata dal sindaco Salvatore Quinci e dal comandante della locale Capitaneria di Porto, è salita ieri mattina sul peschereccio sequestrato a fine 2020 per 108 giorni dalle milizie libiche del generale Haftar (insieme al motopesca Antartide ed ai 18 componenti dei due equipaggi). Un incontro atteso da tempo per aprire un confronto sulle difficoltà che attraversa il settore e sull’esigenza di rivedere le regole di pesca nel Mediterraneo.

“La vicenda della Medinea è stata una vicenda estrema ma accade di continuo che i pescherecci italiani vengano attaccati o sequestrati dalle autorità libiche – ha detto l’europarlamentare Pietro Bartolo, promotore della missione - Da Mazara parte un grido d’aiuto che va ascoltato se si vuole salvaguardare l’economia e l’identità di questa città. I pescatori si trovano ad essere vittime di una scelta unilaterale, quella della Libia, che ha di fatto chiuso dall’oggi al domani un bacino molto ricco di pesce. Occorre una nuova governance nel Mediterraneo”.

“I pescatori di Mazara del Vallo sono dei pescatori europei e noi come eletti e membri del parlamento europeo siamo venuti qui per ascoltarli perché è assolutamente essenziale essere presenti soprattutto in questa città che è all’estremità dell’Europa – ha detto il presidente della Commissione pesca, Pierre Karleskind - Quando votiamo dei regolamenti è essenziale sapere nel concreto in cosa consiste questo mestiere”. A proposito della disavventura della Medinea ha aggiunto Karleskind: “Per evitare una tale disavventura a dei pescatori europei è assolutamente essenziale ritrovare il cammino del dialogo con la Libia. Questo Paese deve essere stabilizzato e deve rispettare il diritto internazionale. Dobbiamo fare di tutto per utilizzare la forza dell’Unione europea per far sì che i diritti dei pescatori europei che operano in queste acque siano riconosciuti”.

Durante la mattinata, la delegazione formata dal Presidente e dal primo Vice-Presidente della Commissione per la Pesca, il francese Pierre Karleskind e l’olandese Peter Van Dalen, Pietro Bartolo del Gruppo S&D, Rosa D’Amato del Gruppo dei Verdi, Rosanna Conte del Gruppo ID, e da alcuni funzionari dell’Ue ha visitato il porto e il centro operativo della Capitaneria di porto. Agli incontri ha preso parte anche il sindaco Salvatore Quinci.

Oltre di rapporti con il nord Africa, si è discusso di temi più strutturali come il ricambio generazionale, delle condizioni sulle imbarcazioni, dello stato della marineria e dei fondali del porto-canale che hanno necessità di lavori di dragaggio. Oggi pomeriggio l’incontro con le Rappresentanze dei pescatori e con i Sindacati.

”Le politiche europee della pesca, in particolare rispetto al Mediterraneo, sono percepite dal settore come vessatorie e punitive e sembrano orientate non a sostenere ma ad azzerare un’attività fondamentale da cui dipende la sicurezza alimentare per milioni di cittadini, la sopravvivenza di intere comunità costiere e il futuro occupazionale di decine di migliaia di addetti” ha dichiarato il segretario nazionale di Uila Fabrizio De Pascale, nell’incontro con le forze sociali- E questo avviene in spregio dei Trattati istitutivi dell’Unione europea che riconoscono le peculiarità economiche e sociali della pesca e attraverso l’aggiramento delle regole relative al processo di formazione delle norme comunitarie, come nel caso della procedura di adozione delle Raccomandazioni della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) che vengono, di fatto, scritte dalla Commissione europea e poi, una volta approvate dalla CGPM, vengono adottate dalla Unione europea, come Regolamenti vincolanti per gli Stati membri, senza che ne’ il Parlamento europeo, ne’ le parti sociali siano state preventivamente consultate sul loro contenuto”.

All’incontro hanno partecipato anche Roberto Giacalone, segretario della Uila di Trapani e Stefania Marascia della Uila pesca di Trapani.

Tonino Russo, segretario generale Flai Sicilia, accompagnato dal segretario provinciale Giovanni Di Dia, ha dichiarato: "Il settore della pesca è un settore che sta morendo nell’indifferenza della comunità europea. I salari si sono estremamente ridotti, per il sistema di retribuzione variabile. Oggi non si pesca più e i lavoratori faticano a percepire un reddito dignitoso. I giovani non si avvicinano a questo settore, proprio perché poco remunerato ed un mestiere dove ogni giorno si rischia la vita per sfidare la natura, ma anche per i pericoli a cui sono sottoposti i lavoratori, sequestri e attacchi di motovedetta di al tri paesi.

La Commissione europea deve capire che è necessario trovare un equilibrio tra risorsa ittica e lavoro e ripristinare regole certe nel mare uguili per tutte le popolazioni che si affacciano nello stesso mare. Il caro gasolio è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, le imbarcazioni stanno decidendo di non uscire più. Serve un percorso che rilanci il lavoro della pesca, in termini di salari e di sviluppo futuro. Inoltre bisogna riammodernare i pescherecci, dare ammortizzatori sociali adeguati al settore e riconoscere questo lavoro usurante .

I pescatori sono i custodi del mare, puliscono il mare dalle plastiche e portano cibo sano nelle nostre tavole. È un mestiere che necessità di misure di tutela e di rilancio , questo chiediamo alla commissione europea ed ai nostri governi". 

“Per la valorizzazione e la transizione del settore pesca occorre avviare una strategia concreta per consentire l’ammodernamento della flotta peschereccia, così da colmare i gap che incidono sul soddisfacimento della domanda interna, sull’ambiente, sul costo delle produzioni, sulla sicurezza del lavoro a bordo, sulla competitività e sostenibilità dell’intero sistema”. Lo ha detto Francesca Biondo, direttore generale di Federpesca, oggi in audizione dinnanzi a una delegazione della Commissione pesca del Parlamento Europeo a Mazara del Vallo.

“E' necessario mettere in atto politiche industriali a supporto del settore per poter garantire un’industria marittima florida, competitiva, verde e digitale. Il futuro della pesca passa da una riqualificazione dell’intero comparto: una flotta tecnicamente moderna, equipaggi preparati, rispetto del contesto ambientale e valorizzazione del prodotto”, ha spiegato. A tal fine la Biondo ha suggerito ai commissari che “il Feampa dia priorità nella demolizione alle barche più vetuste e non, come è stato fatto in passato, a quelle più nuove”.

Il direttore di Federpesca ha ribadito che “fino a quando non saranno definite politiche di gestione condivise con i Paesi del Mediterraneo che hanno accesso ai nostri stessi stock ittici, qualsiasi strumento, anche quello delle quote, sarà solo un palliativo. La regolamentazione unilaterale dello sforzo di pesca non produce effetti sulle risorse ittiche, anzi rende le nostre imprese meno competitive”.

“La priorità oramai acquisita sulla produzione di energia alternativa e le vie più veloci per la burocrazia di questo settore assicurate dal Governo, sta scavalcando la pianificazione spaziale del mare che dovrebbe, invece, obbedire a Direttive comunitarie. Così facendo si penalizza il comparto pesca”. Lo ha ribadito Giampaolo Buonfiglio, Presidente dell’Alleanza cooperative italiane pesca dinnanzi ai componenti la Commissione pesca del Parlamento Europeo da ieri a Mazara del Vallo. Buonfiglio ha fatto chiaro riferimento alle concessioni per i parchi eolici off-shore. “Gli spazi a mare devono essere ripartiti tra tutte i settori economici: turismo, trasporti, pesca, produzione di energia elettrica, estrazioni petrolifere – ha detto ancora Buonfiglio – oggi, invece, si assiste a una sottrazione delle aree di pesca nel Canale di Sicilia, col rischio che non si potrà più pescare il gambero di Levante”.

Un piano comune tra i sindaci delle marinerie più grandi in Europa che sia da monito per le future scelte che l’Unione Europea adotterà sulle politiche della pesca. È la proposta lanciata dal vice Presidente della Commissione pesca del Parlamento Europeo Peter Van Dalen durante la sessione di audizioni in corso a Mazara del Vallo. Il componente olandese della Commissione si è rivolto al sindaco della città Salvatore Quinci: “La pesca è a un momento di svolta – ha detto Dalen – la crisi è determinata non soltanto per il caro carburante ma anche per il mancato ricambio generazionale”.

Il vice Presidente ha fatto riferimento all’idea che hanno alcuni suoi colleghi parlamentari di imporre il divieto per la pesca a strascico: “Questa è una cosa stupida – ha detto – così facendo, tra decenni mangeremo pesce che arriverà dall’Oriente”. Secondo Dalen la proposta di un piano comune dei sindaci da presentare a Bruxelles nel mese di settembre deve anche contenere eventuali collaborazioni con le Ong. Ma il vice Presidente, con amarezza, ha concluso: “La pesca artigianale rischia di scomparire; per un futuro sostenibile del comparto bisognerà ragionare all’impiego di imbarcazioni al di sopra dei 12 metri”.

“L’Unione europea deve ricordarsi dell'aspetto sociale che è fondamentale per garantire la salute e sicurezza dei lavoratori, perché una bassa redditività d’impresa e un dumping internazionale, a tratti fuori controllo, minano la sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore”. Lo ha detto Carla Ciocci, segretario nazionale Ugl agroalimentare pesca, incontrando componenti della commissione Pesca del Parlamento Europeo, da ieri a Mazara del Vallo. 

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