Mazara, il sindaco Quinci presenta la sua Relazione dei tre anni di mandato

Il documento arriva in un clima politico arroventato a seguito della presentazione della mozione di sfiducia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Gennaio 2023 13:42
Mazara, il sindaco Quinci presenta la sua Relazione dei tre anni di mandato

Questa mattina presso gli uffici della Presidenza del Consiglio comunale di Mazara del Vallo il sindaco della Città, Salvatore Quinci, ha presentato la Relazione annuale al 31 dicembre 2022, in realtà relativa ai primi tre anni del suo mandato amministrativo (vedi allegato a seguito l’articolo). Si tratta di un documento di 19 pagine introdotto da una premessa e ove successivamente illustrati i risultati nei diversi ambiti settori produttivi: turismo, raccolta differenziata, lavori pubblici e infrastrutture, servizi alla Città, innovazione, servizi sociali etc…

La Relazione è stata più volte richiesta al primo cittadino dalle forze di opposizione, sia quella della prima ora che dell’ultima (consiglieri passati all’opposizione dopo il rimpasto di Giunta dello scorso 16 settembre), che è ormai maggioranza in Consiglio comunale. La Relazione, per la quale adesso il presidente, Vito Gancitano, dovrebbe convocare i capi gruppi consiliari per convocare una seduta ad hoc del massimo consesso civico, arriva in queste giornate, a cavallo fra il 2022 ed il 2023, ove a tenere banco a livello politico è la mozione sfiducia allo stesso sindaco Quinci presentata lo scorso 20 dicembre.

La mozione è stata finora firmata da nove consiglieri: il 31 dicembre da Gioacchino Emmola (Pd), Pietro Marino (capogruppo UdC), e il consigliere Giuseppe Bonanno (Noi con l’Italia). Prima di loro la mozione era stata firmata da Matteo Bommarito (che fino a qualche giorno prima in una seduta consiliare aveva difeso a spada tratta lo stesso sindaco Quinci ai molteplici attacchi dell’opposizione), Giorgio Randazzo (FdI) dal il gruppo consiliare del M5S composto da Girolamo Billardello, Maurizio Pipitone e Antonella Coronetta, e da Cesare Gilante (Forza Italia) dimessosi da capogruppo di Partecipazione Politica a seguito del suddetto rimpasto di Giunta.

In pratica ad oggi manca soltanto una firma per raggiungere il numero necessario (10 firmatari), cioè 2/5 dei 24 consiglieri per portare la mozione in aula; certo fa molto riflettere che ad oggi gli altri tre consiglieri dell’UdC, Nicola Norrito, Enza Chirco e Ilenia Quinci, non abbiano firmato la mozione dopo averlo fatto il loro capogruppo, Pietro Marino; così come fa riflettere – lo ribadiamo ancora una volta- che gli altri due consiglieri del Pd, cioè Stefania Marascia e Giuseppe Palermo, non l’abbiano firmata visto che negli ultimi mesi hanno fatto dura opposizione all’Amministrazione dopo la loro uscita dalla maggioranza; anche per loro vale lo stesso interrogativo: ci sono forse motivazioni superiori, o personali, rispetto alle motivazioni di carattere politico-amministrativo evidenziate nella mozione? Ricordiamo, una volta in aula, la mozione di sfiducia per la sua approvazione necessita del voto del 60% dei componenti del Consiglio comunale, cioè di almeno 15 consiglieri.

Ad oggi in pochi ci credono che i consiglieri comunali possano interrompere il loro mandato ad oltre un anno dalla scadenza naturale; la politica però ci ha abituato a colpi di scena inaspettati.

Francesco Mezzapelle 

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