Il 2021 è stato un anno difficile per la Città di Mazara del Vallo, probabilmente ancor più del 2020 in considerazione della persistenza dell’emergenza covid-19 (anche se questo è un dato che accomuna la realtà planetaria) ma nello specifico per l’insorgenza di nuove problematiche che hanno segnato la vita della Città e l’attività politico-amministrativa. La fine del 2021 non rappresenta soltanto la possibilità di un fare un bilancio dello stesso anno solare ma anche il cosiddetto “giro di boa” per l’Amministrazione guidata da Salvatore Quinci. Difficile per la stessa Amministrazione godere dello stesso “appeal” dei primi mesi di insediamento; le cause potrebbero essere molteplici considerate anche le difficoltà nel governare una Città come Mazara del Vallo.
La nostra Redazione, come già avvenuto negli anni scorsi, ha voluto riassumere in alcune “parole chiave”, dalla A alla Z, i principali fatti, problemi ed anche i personaggi che hanno caratterizzato la vita cittadina nel 2021. Dal nostro punto di vista risultano ancora gli stessi i problemi che affliggono la Città da alcuni anni a questa parte anche se, ad onor di verità, ci sarebbe delle soluzioni che qualora andassero in porto aprirebbero un nuovo scenario con importanti novità per lo sviluppo della Città nei prossimi anni.
Augurandovi che il 2022 sia effettivamente un anno di “rinascita”, Buona lettura Cari Lettori.
A come Ambiente. In questa categoria abbiamo voluto inserire tutte le questioni relative alle tematiche ambientali riguardanti il territorio mazarese. Diciamo innanzitutto che molti cittadini mazaresi hanno poco rispetto, vedi le numerose discariche abusive (alcune pericolose a causa della presenza di materiali tossici) disseminate in ogni angolo del territorio urbano, per il territorio in cui vivono (un esempio le discariche di eternit che circondano Borgata Costiera). Si sperava che con il nuovo servizio raccolta rifiuti, che sembra ben funzionare, i cittadini potessero usufruire di quelle virtuosità relative all’aumento della percentuale della differenziata ed invece sono aumentate di molto le tariffe Tari a fronte dell’aumento del costo del servizio e di nuove normative in materia; bisogna anche verificare –come già sollevato da qualche associazione- se rispettato in toto, da parte delle raggruppamento di imprese che espleta il servizio, i termini del contratto stipulato con il Comune.
Serve un maggiore sforzo contro la lotta all’evasione rafforzando l’Ufficio Tributi e la sua digitalizzazione per avere adeguate banche dati e garantire la condivisione di questi fra i vari uffici comunali cosa che al momento sembra ancora una chimera.
B come Bessarione il nome dell’importante via che collega il quartiere di Trasmazaro a Tonnarella e che rappresenta il simbolo di tutte quelle strade mazaresi che si trovano in pessime condizioni con la presenza di buche che sembrano voragini. Tornando nello specifico alla via Giovanni Bessarione bisogna pur dire che la strada è stata resa ancor più pericolosa a seguito dei recenti lavori per la realizzazione del sistema fognario con il cantiere aperto dal Commissariato Unico per la Depurazione, organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
I lavori sono stati sospesi nel periodo estivo e sono ripresi in autunno, con vari ritardi; questi lavori stanno attualmente riguardando il lungomare Hopps e Mazzini (proprio sotto le festività). Una volta completati i lavori e riconsegnata l’area il Comune dovrebbe avviare la sistemazione - già prevista nel piano delle Opere Pubbliche- di via Bessarione. “Il 2022 sarà l’anno della sistemazione delle strade” così’ ci ha dichiarato il sindaco Quinci in una recente intervista.
Però ci chiediamo: chi pagherà i danni che in questo periodo hanno riportano diversi automobilisti mazaresi ? Vi è il serio rischio che da qui a qualche anno il Comune si ritrovi con centinaia di richieste di risarcimento danni che seppur, indirettamente, pagheranno gli stessi cittadini.
C come Consiglio comunale. Alla fine del 2021è cambiata di molto la “geografia politica” del Consiglio comunale. A due anni è mezzo dalle Amministrative la maggioranza ha perso alcuni pezzi che hanno rinforzato l’opposizione. La sostituzione da parte sindaco Quinci all’inizio dell’anno dell’assessore Ina Agate con giacomo Mauro ha provocato la spaccatura all’interno del movimento “Siamo Mazara” con una parte restata alla maggioranza e l’altra all’opposizione; altra questione l’entrata in giunta di elementi del centro destra che avrebbero fatto storcere il naso ai gruppi della coalizione che guardano al centro sinistra.
Si è spaccato il gruppo “Mazara Bene Comune” con Antonio Colicchia, uno dei punti di forza della maggioranza, passato all’opposizione stabilendo un sodalizio con Pietro Marino prima con il gruppo VIA e adesso costituendo il gruppo UdC (di cui fanno parte anche Ilenia Quinci e Enza Chirco) in prospettiva delle elezioni regionali. Si è ricompattato il gruppo del M5S (Antonella Coronetta, Girolamo Billardello e Maurizio Pipitone). Un caso a parte merita Giorgio Randazzo il quale, abbandonata la Lega che lo aveva sostenuto nella sua candidatura a sindaco, nel primo semestre dell’anno è apparso alquanto silente per tornare dopo l’estate a “battagliare” contro l’Amministrazione.
In definitiva crediamo che nei prossimi mesi, fino alle Regionali previste a novembre, i cittadini assisteranno ad un ancor più acceso dibattito politico in seno al massimo consesso civico.
D come Droga Mazara del Vallo è una delle piazze trapanesi più importanti sia per lo spaccio che per il consumo di stupefacenti; consumatori di ogni età di diversi tipi di droga, da quelle considerate più leggere a quelle nuove, ancor più pesanti. La cartina di tornasole del consumo di droga nel territorio mazarese sono le numerose operazioni condotte dalla polizia e dai carabinieri. Secondo infatti dei dati raccolti dall’Asp, va crescendo sempre più nella fascia d’età dai 16 ai 30 anni il consumo di droghe più pesanti, in primis di cocaina il cui costo si è abbassato negli anni permettendo quindi a gruppi di giovani di poterne acquistare piccoli quantitativi da dividere.
Altro preoccupante fenomeno il “violento” ritorno dell’eroina e del crack, al cui spaccio e consumo sono spesso legati i numerosi episodi di microcriminalità verificatosi negli ultimi anni nel territorio mazarese. Per non parlare delle frequenti risse che si sono verificate negli ultimi mesi nel centro storico. L’Amministrazione comunale ha annunciato l’attivazione di un servizio di videosorveglianza, ovviamente servirebbero maggiori controlli congiunti delle forze dell’ordine nello stesso centro storico e soprattutto nei weekend.
E come Escavazione del Porto Canale. Anche il 2021 si sperava che fosse l’anno giusto per il tanto atteso dragaggio del Porto di Mazara del Vallo, ormai innavigabile ed in stato di degrado da anni con conseguenze nefaste per comparto peschereccio e per le attività ad esso collegate. Ricordiamo che si tratta di una vicenda abbastanza intrigata della quale ci siamo spessi occupati in questi anni. Dopo la rinuncia della ditta vincitrice dell’appalto, la Ecol 2000 di Messina (il cui titolare era stato coinvolto in una vicenda giudiziaria, con il direttore dei lavori, l’ing.
Teresi), anche la seconda ditta in graduatoria, la Tiozzo F.lli e Nipote srl di Conche Codevigo in provincia di Padova, aveva rinunciato all’appalto. Pertanto il commissario Croce era rimasto per qualche giorno nel dubbio: rifare la gara di appalto o invitare la terza ditta dell’elenco delle 13 partecipanti alla gara su 41 imprese invitate. E così è stato con la scelta di assegnare i lavori alla Ares srl di Gioiosa Marea, provincia di Messina, che ai primi di dicembre ha iniziato i lavori preliminari con rilievi batimetrici finalizzati alla mappatura del fondale del porto.
Nella infinita attesa, permane il nostro interrogativo: basteranno i circa 800 mila euro (questi i soldi rimasti dal fondo originario di circa 2 milioni di euro dal quale però prelevate diverse somme per analisi fanghi e consulenze varie) per rendere buona parte del porto canale nuovamente navigabile e per portare benefici concreti agli operatori economici che ivi esercitano la loro attività? L’Amministrazione comunale ha assicurato che completato il primo stralcio ci sarebbe un progetto, con richiesta di fondi europei, per una completa riqualificazione del porto canale.
F come Fontana “Uomini che vengono dal mare” che con questo nome è conosciuta l’opera scultorea donata da Pietro Consagra al Comune di Mazara del Vallo nel 1964 e installata in piazza Mokarta e che in questi giorni è tornata a zampillare dopo l’intervento di restauro, del valore di 39.987,50 euro, oltre gli oneri per la sicurezza, è stato realizzato a seguito del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Soprintendenza di Trapani con l’Amministrazione comunale di Mazara del Vallo e grazie all’esecuzione dei due sponsor tecnici: le aziende Chiraema s.r.l.
e Marino Rosario s.r.l. che hanno materialmente eseguito gli interventi. Si spera che nel 2022 possa essere restaurato il monumento simbolo della Città di Mazara del Vallo, cioè l’Arco Normanno, che da decenni si trova in stato di evidente degrado. Altra opera che dovrebbe essere completata –così come assicurato dall’Amministrazione Quinci- dopo l’avvio della messa in sicurezza della terrazza di San Nicolò Regale, anche il pavimento di mosaici romani che si trovano all’interno di domus romana sottostante la struttura della chiesa di stile arabo-normanno.
G come Giovani che, al di là delle apparenze, sono sempre meno presenti nella vita politica cittadina e delusi dalla politica degli ultimi anni. In città si registra una vera e propria “diaspora” di due, forse tre, generazioni appartenenti alla fascia d’età dai 18 anni ai 45 anni. Una nuova emigrazione verso il nord-Italia e Paesi del nord-Europa non ha lasciato immune la Città di Mazara negli ultimi anni. Spesso i giovani neolaureati in università del centro nord, ma anche a Palermo, preferiscono rimanere in quelle realtà o spostarsi piuttosto che ritornare in un contesto lavorativo, quello mazarese, che offre pochissimi spazi se non un precariato imperversante che alimenta nuove forme di schiavitù.
Qualche anno fa furono intraprese alcune incoraggianti iniziative grazie al movimento “Si resti arrinesci” di cui si sono perse le tracce; mi sembra la stessa storia del movimento delle “sardine”. Lo “smartworking”, cresciuto molto durante l’emergenza covid19, potrebbe far invertire la tendenza. Il 30 novembre del 2020 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il nuovo Regolamento per la “Consulta Comunale dei Giovani”, uno strumento da noi richiesto da anni. Ancora dopo un anno siamo in attesa di capire quale sarà la “logica di scelta dei suoi componenti (speriamo non politica).
Auspichiamo che nel più breve tempo possibile la Consulta possa entrare in funzione così da avviare e rendere fruibili, a tutti, i progetti di politiche giovanili che da anni risultano alquanto assenti in città. L’Amministrazione comunale ha implementato alcuni progetti relativi ad incubatori d’impresa, vedi il Civic Center: riusciranno questi a fermare la “diaspora” già prevista per le nuove generazioni?
H come Hotel. Sono pochi rimasti in città a causa della chiusura di alcuni per cattiva gestione o per la riconversione in centri gestiti da cooperative onlus e di servizi sociali. L’emergenza covid19, con le misure dettate nei vari Dpcm ha arrestato molte attività turistiche anche se per la verità la scorsa estate, attenuata temporaneamente l’emergenza, si è registrata una buona affluenza di turisti in Città. In questi anni a Mazara del Vallo, a parte qualche iniziativa privata con pacchetti completi a buon prezzo da consumare dentro le strutture stesse, si è registrato un turismo per lo più mordi e fuggi.
Al di là di una partecipazione o meno alla BIT di Milano servirebbe l’avvio di una seria azione di marketing turistico territoriale. Si spera che finita l’emergenza covid nel 2022 le attivista turistico-alberghiere, magari grazie anche al potenziamento del traghetto estivo Mazara- Pantelleria (la sperimentazione del servizio nel 2021 non ha fatto registrare alti numeri: 1.660 la somma totale, fra andata e ritorno, delle persone che hanno usufruito del collegamento) e dei servizi da e per l’aeroporto di Birgi, possa ricominciare a crescere progressivamente.
Lo scorso 1 dicembre è stata istituita di fatto la Consulta comunale del Turismo, i cui componenti sono stati nominati con determinazione n. 150/2021 dal sindaco Salvatore Quinci. Rimarrà in carica fino al termine del mandato sindacale. Ha funzioni propositive, consultive e di studio non vincolanti, utili all’elaborazione di politiche di promozione del territorio e di sviluppo delle attività economiche connesse con il settore del turismo; si spera che essa possa imprimere un concreto cambio di passo per rilanciare la città sui circuiti turistici che contano.
Altra speranza la riapertura programmata per il prossimo mese di maggio del resort di lusso Giardino di Costanza grazie all’affidamento da parte della Sezione penale e misure di prevenzione del Tribunale di Trapani alla società HNH Hospitality uno dei principali operatori alberghieri indipendenti del lusso e che intende trasformare la struttura in un centro benessere di lusso l’Almar Jesolo Resort&Spa di Jesolo di proprietà dello stesso gruppo. Appello anche alla Diocesi: tenere aperte, almeno nei giorni festivi, le belle chiese presenti nel centro storico e non solo…
I come Illuminazione. Anche nel 2021 in merito alla necessità di ripristinare l’illuminazione in alcune zone e via della Città non si sono fatti passi in avanti. Sovente si assiste alla mancanza di illuminazione anche in zone normalmente coperte. Salta agli occhi che l’ingresso nella Città di Mazara del Vallo si trova completamente al buio; l’Anas dovrebbe provvedere a ripristinare l’illuminazione. Al buio anche tratti comunali della Ss115. Negli ultimi giorni si trova nuovamente al buio gran parte del porto peschereccio di Mazara del Vallo dopo che la Regione siciliana lo scorso aprile aveva finalmente ripristinato illuminazione “balbettante” da alcuni anni; esiste una controversia sullo stesso impianto fra la Regione e il Comune che dovrebbe prendere possesso dell’impianto di illuminazione nell’area portuale.
Abbiamo più volte sottolineato la mancanza di illuminazione, ormai da tempo a causa del furto dei fili di rame, della pericolosa via Archi che collega i quartieri di Mazara Due e Costiera al centro urbano. Vogliamo parlare dell’ultimo tratto dello stesso lungomare Fatamorgana ove nel tratto che va dall’incrocio con la via degli sportivi all’ingresso di Capo Feto manca l’illuminazione (mai attivata dopo i lavori di ripristino della strada crollata a causa dell’erosione marina), eppure in quella zona di Tonnarella vi abitano centinaia di cittadini anche nei mesi invernali.
Infine nuovamente al buio la SP38 la strada che collega Mazara a Torretta Granitola i cui lavori di messa in sicurezza sono stati completati, in maniera discutibile,m da un paio di anni; le luci della provinciale si sono spente guarda caso quasi all’indomani della chiusura da parte dell’ex Provincia del ponte sul fiume Arena… su tale questione leggerete in avanti.
K come Kasbah quella di Mazara del Vallo propagandata come luogo di integrazione nei fatti appare desolata. Locali comunali ristrutturati ma chiusi (vedi la “Casa Tunisia”) con una popolazione composta da autoctoni e di immigrati sempre più costretti a difendersi dalla crescente microcriminalità che sta mettendo a ferro ed a fuoco la Città. Al progetto di arredo urbano con ceramiche, intrapreso dopo le Amministrative del 2009, non è seguita di una effettiva manutenzione, a parte qualche intervento specifico, ed un Piano del centro storico per incentivare i proprietari a recuperare gli immobili a rischio di crollo.
Nel frattempo il centro storico, sempre più abbandonato e diverse attività commerciali chiuse (basta farsi un giro in via Garibaldi e via Porta Palermo), risulta sempre più alla mercè di giovani vandali che, sotto gli effetti delle droghe (che- come suddetto- risulta un fenomeno imperversante in città), distruggono installazioni artistiche ed imbrattano i muri con scritte ingiuriose. Si spera che con la redazione del Piano Urbanistico Generale (Pug) –così come dichiarato dal sindaco Salvatore Quinci- possa essere avviato il Piano particolareggiato del centro storico con l’utilizzo dei bonus statali per le ristrutturazioni.
Si spera che il PUG (ex Piano Regolatore della Città), una volta approvato definitivamente, possa rappresentare il volano per la riqualificazione e sviluppo di alcune aree (vedi in primis quella compresa fra il porto peschereccio, porto canale e del centro storico) attraverso progetti innovativi (vedi in primis “Agenda Urbana”) nella direzione della sostenibilità ambientale ed economica. Bisogna anche capire come la Regione istituirà concretamente la cosiddetta ZES (zona Economica Speciale) nel territorio mazarese.
Nel 2022 si spera di vedere i primi segni del progetto, così tanto propagandato in campagna elettorale, denominato “Mazara Valley”.
L come Lavori pubblici e privati. Da alcuni anni infatti i lavori pubblici in città sono fermi. I relativi Piani dei Lavori Pubblici se si sono confermati “libri dei sogni”. A parte il discutibile completamento della sopraelevata da parte dell’Anas e del palazzaccio comunale di piazza della Repubblica (ancora chiuso dopo oltre quattro anni e non si capisce il perchè: l’edificio non sarebbe agibile), non si registrano l’avvio di opere pubbliche significative, a parte un superficiale rifacimento del manto stradale di alcune strade, vedi via Val di Mazara ed un tratto della via Castelvetrano.
Per non parlare di Piazza Regina che è stata si ammodernata dalla precedente Amministrazione Cristaldi ma con un progetto inadeguato: parte del basolato ostruisce la circolazione e non è fruibile da soggetti diversamente abili. Il settore edile cittadino, anche quello legato ai privati, vive una crisi come non mai registrata. La scorsa Amministrazione portò ad un aumento ragguardevole (di circa il 300%) degli oneri concessori e ciò disincentivò molti cittadini a costruire. Circa un anno fa il Consiglio comunale, su proposta dell’Amministrazione, ha ridotto di un quarto gli stessi oneri di urbanizzazione; certo ci si aspettava di più (visto anche i proclami mesi fa di qualche gruppo consiliare dell’attuale maggioranza che parlava di drastica riduzione o addirittura azzeramento) ma ad ogni modo vi è stata un’inversione di tendenza.
Speriamo che i numerevoli progetti messi in campo dall’attuale Amministrazione, vedi in primis con Agenda Urbana, possano contribuire ad una ripresa del settore edilizio al momento trainato soprattutto dalla misura del Superbonus ed Eco Bonus riconfermati dal Governo nazionale. Si spera che nel 2022 vada in porto il progetto di una piscina comunale, 3 milioni di euro circa attraverso il “Credito sportivo”, presso il Palazzetto dello Sport di contrada Affacciata che dovrebbe essere riqualificato come si deve a partire dalla dotazione di una nuova pista di atletica leggera.
M come Mazara Calcio e Mazarese, le due squadre di calcio rappresentative della Città che dopo qualche anno di incertezza hanno ricominciato ad essere protagoniste; adiri ottura la Mazarese è stata ripescata dal Campionato di Promozione. Entrambe le squadre militano nella nuova stagione nel Campionato di Eccellenza e si trovano in una posizione di medio-alta classifica con risultanti un pò altalenanti ma tutto sommato soddisfacenti. Le due compagini mazaresi sono riuscite a riportare la gente allo stadio; vedi l’appassionante derby alla terza giornata di campionato che ha visto per un giorno il “Nino Vaccara” ritornare ai fasti di un tempo.
Le due maggiori compagini calcistiche mazaresi negli ultimi mesi sembrano aver rafforzato le loro basi societarie. La speranza è però quella che un giorno, forse già dal prossimo Campionato, la Città possa avere un’unica sola squadra, magari dalla fusione delle attuali, per potere ambire a categorie superiori; ovviamente servirà sempre il supporto di una sana ed ambiziosa imprenditoria locale in grado di ben promuovere e veicolare il nome della Città.
N come Nitrati nell’acqua il problema che negli ultimi mesi del 2019, dopo 10 anni di strano silenzio con l’Amministrazione Cristaldi, è tornato prepotentemente alla ribalta. L’alto valore dei nitrati dall’acqua (ben oltre i 50mg/l) erogata dai pozzi di Ramisella e la conseguente carenza idrica che si è verificata a seguito delle operazioni di miscelazione, con ricadute negative per quasi tutto il territorio cittadino, ha portato all’emanazione nel novembre 2020 da parte del sindaco Salvatore Quinci di un’ordinanza (la n.
119), concordata con il Dipartimento di Prevenzione della Salute dell’Asp, con la quale si annunciava l’abbandono della soluzione della miscelazione dell’acqua per abbattere l’alto valore dei nitrati: l’acqua proveniente dai pozzi idrici di Ramisella è tornata ad essere erogata direttamente nelle zone Trasmazaro e Tonnarella ma senza poter esser utilizzata dai cittadini residenti nelle due popolose zone, solo ed esclusivamente per tutti gli usi igienici compresa l’igiene personale, ma ne è vietato l’utilizzo per gli usi alimentari.
Non può essere utilizzata per bere e cucinare. Per le attività produttive del Trasmazaro e di Tonnarella che utilizzano l’acqua nei processi produttivi e nella somministrazione di cibi e bevande, era stata garantita dal Comune l’erogazione di acqua potabile tramite servizio autobotti. L’emergenza del problema ha portato alla costituzione del “Comitato Civico Trasmazaro e Tonnarella” che, attraverso analisi, ha evidenziato la criticità della situazione. Al momento –così come dichiarato dal sindaco Quinci- la strada percorribile è quella di un “denitrificatore” che dovrebbe essere realizzato nel 2022; si tratta però di un impegno oneroso (circa un milione di euro) che necessita di copertura finanziaria e sul quale diverse associazioni e comitati cittadini hanno sollevato, con una lettera al Prefetto di Trapani, evidenti criticità circa la reale possibilità di soluzione definitiva del problema dei nitrati.
O come Ospedale “A. Ajello”. Si spera che l’Ospedale torni in funzionare come un tempo e sia potenziato. Nel 2020 fin dai primi giorni dall’apertura del reparto covid-19 si sono presentate tutta una serie di criticità presso il nosocomio mazarese che di giorno in giorno hanno assunto preoccupazioni riguardo la qualità dei servizi nei confronti dei pazienti. La speranza era quella che, nonostante la propaganda ad ogni livello e la definizione di DEA di I livello, l’Ospedale mazarese, una volta terminata l’emergenza covid, tornasse ad esser potenziato così promesso dopo la sua ristrutturazione ed ammodernamento.
Invece oggi il nosocomio mazarese è di fatto sottoutilizzato. Manca ancora l’attivazione della U.O.C. di Rianimazione, il non adeguato riconoscimento della U.O.C. di Chirurgia Generale Oncologica stante i migliori numeri e la migliore qualità degli interventi eseguiti, rispetto ai benchmarks di riferimento, ed il mancato ritorno all’Abele Ajello di reparti quali Ortopedia, Oculistica, Psichiatria etc. A ciò si aggiunga l’inopinato dirottamento presso l’Ospedale di Base di Castelvetrano dell’Angiografo Cardiologico, richiesto e acquistato per l’ “Abele Ajello”.
Anche il recente Atto Aziendale proposto dall’Asp di Trapani e firmato dai sindaci del trapanese non viene incontro all’esigenze di un Ospedale che rappresentava il punto di riferimento anche per la Valle del Belice.I recenti incontri con associazioni e comitati cittadini hanno avuto carattere solo interlocutorio con la velata volontà dell’Assessorato regionale alla salute di prender tempo sulle diverse questioni: nessuna risposta concreta è emersa; forse si aspettano le elezioni regionali e pertanto serve mantenere lo status quo per favorire qualche candidatura in Provincia di Trapani alle prossime Regionali?
P come Pescatori. Non ci riferiamo soltanto ai 18 pescatori sequestrati in Libia per 108 giorni nel 2020 per i quali giustamente vi è un’attenzione mediatica finalizzata a dare loro giustizia per quanto subito in quei drammatici 108 giorni dai militari di Haftar nelle fatiscenti carceri di Bengasi. Ricordiamo che esiste un comparto pesca a Mazara del Vallo che sta vivendo da 15 anni una crisi le cui cause sono sia esterne che interne allo stesso sistema. Nell’ultimo biennio però, è inutile nascondere la testa sotto terra come gli struzzi o far finta di niente, le cose sono ancor più peggiorate.
Il rapporto fra la Città e il mare condensato nel settore della pesca e a bordo dei pescherecci appare un rapporto sempre più ridimensionato. Alle “limitazioni” imposte dai Paesi del Nord Africa, con i numerosi sequestri ed aggressioni di pescherecci ed equipaggi, relative a storici contenziosi sugli areali internazionali di pesca del rinomato gambero rosso, vanno aggiunte quelle dettate dalla Comunità Europea, da cui sono esenti i pescherecci battenti bandiera extra-UE; limitazioni anche nelle zone di ponente per i pescherecci mazaresi che praticano la pesca del gambero rosso.
Si parla ancora di ′′guerra di pesce ′′ in un Mediterraneo che da mare di incontro è diventato il teatro di una "guerra morbida economica e culturale"; nel quadrante meridionale del Mediterraneo si intrecciano interessi economici, migrazioni, geopolitica e criminalità. In questo contesto Mazara del Vallo ha perso la sua centralità e ciò ha provocato una grande crisi con la perdita negli ultimi anni di migliaia di posti di lavoro e di antichi mestieri (vedi ad esempio quello di “sarcire” le reti), nell’intero indotto (officine, cantieri etc..).
Altra causa la scellerata politica delle “demolizioni” voluta dall’UE che sembra sempre più distante dagli affari del Mediterraneo probabilmente per l’incapacità della politica italiana di difendere gli interessi di un settore che invece necessiterebbe di un “new deal” con una pesca più efficiente e sostenibile e attraverso accordi con Paesi del Nord Africa. Per fortuna, grazie bisogna dirlo al sottosegretario alla pesca, Francesco Battistoni, e alla perseveranza dell’assessore regionale Toni Scilla, è stato limitato con l’accordo, concluso il 14 dicembre nella lunga riunione a Bruxelles del Consiglio Agricoltura e Pesca, il rischio della riduzione delle giornate di pesca che avrebbe portato solo ad una ulteriore riduzione della flotta e non dello sforzo di pesca, determinando la conseguente chiusura definitiva dell'attività della pesca.
Però si tratta di un rischio evitato temporaneamente, bisogna rimanere attenti sulla questione. Resta irrisolta l’annosa questione delle acque internazionali antistanti la Libia che ancora oggi, seppur divisa e di fatto non più uno stato unitario, ha dichiarato, nel 2005, ZEE (62 miglia oltre 12 territoriali) che nessuno Stato ha mai ratificato. Adesso la palla passa alla politica italiana, a tutti i livelli, che al di là della propaganda pre e post liberazione dei 18 pescatori, dovrebbe risolvere la questione e permettere ai pescatori di tornare a pescare gambero rosso in quelle acque internazionali.
Nel frattempo negli ambienti della marineria di Mazara del Vallo, basta farsi un giro nel porto peschereccio, ove molte imbarcazioni sono state ormeggiate negli ultimi mesi per il fermo tecnico, serpeggia molto malumore e sfiducia per il futuro. Nei prossimi giorni i pescherecci riprenderanno il mare ma più di un armatore parla della possibilità di demolire il proprio peschereccio viste le prospettive. Anche la demolizione di un solo peschereccio di quelli ormai rimasti, circa una settantina, rappresenterebbe la sonora sconfitta per un'intera classe politica e per quanti, ad ogni livello, si professano difensori dei pescatori.
Q come “Questione ponte fiume Arena emersa dal 9 settembre, cioè quando l’ex Provincia decise la chiusura del ponte a seguito di un ispezione ad agosto, attestandone la pericolosità del ponte per la pubblica incolumità a causa del degrado per corrosione delle giunzioni saldate del ponte. A seguito di una gara di appalto espletata mesi fa , ed aggiudicata per circa 800mila euro, i lavori di manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Arena sarebbero dovuti iniziare entro la fine di ottobre per la durata di 300 giorni (in questo intervallo la ditta esecutrice dei lavori ha preteso che il ponte fosse rimasto completamente chiuso); il ponte potrebbe riaprire, guarda caso, proprio alla vigilia delle elezioni Regionali.
Dalla chiusura del ponte si registrano notevoli disagi per i circa 3000 residenti del quartiere di Boccarena che sono costretti ad utilizzare un percorso alternativo, attraverso la SP66 (la via Margi) e la SS115 per raggiungere il resto della Città e viceversa per tornare nelle loro case; un percorso molto più lungo ma, soprattutto più pericoloso, considerate curve e lo stato della carreggiata della SP66 (dal passaggio a livello fino all’incrocio con la via Treviso) nonostante espletati alcuni lavori di manutenzione straordinaria da parte dell’ex Provincia.
A seguito di diversi incontri con cittadini residenti nel quartiere di Boccarena, alcuni riuniti in comitati, l’Amministrazione comunale, considerati i tempi indicati dall’ex Provincia, ha intrapreso un iter per la realizzazione di un ponte alternativo da finanziare grazie ad una variazione di bilancio, approvata ai primi di novembre da parte dello stesso Consiglio comunale, di circa 300mila euro provenienti da compensazioni e risparmi di spese correnti.
R come Rete idrica sempre più fatiscente quella cittadina (problema che persiste da almeno 15 anni). E’ ridotta ad un colabrodo con molte perdite in varie zone della Città. Una rete sempre più vetusta che richiede sempre interventi d’urgenza e tampone, nel frattempo migliaia di cittadini si trovano senza acqua diversi giorni della settimana e costretti a chiamare autobotti convenzionate con il Comune. Oltre al danno anche la beffa. Nell’inverno del 2020 sulla questione interrogammo l’assessore ai Servizi alla Città, Michele Reina, il quale così rispose: “in campagna elettorale abbiamo lanciato l’idea progettuale di far intervenire una ditta esterna per disegnare la mappa digitale delle rete idrica cittadina; questa sarà molto utile anche per gli anni successivi.
Poi con l’installazione di contatori telematici si potrà vedere se in una determinata strada vi sono perdite acqua, basso livello della pressione etc..,Ovviamente questo non si può realizzare dall’oggi al domani. Tutto questo ha un costo, servono finanziamenti esterni considerata la situazione economico finanziaria del Comune. Bisogna pertanto preparare un progetto di massima ed essere pronti a rispondere a qualche bando europeo. Ci metteremo al lavoro per predisporre un progetto ad hoc per rete idrica.
Devo anche però dire che a seguito di qualche riunione con l’Ato Idrico ho potuto appurare che molti comuni vivono lo stesso problema”. Un’altra importante battaglia per il 2022 è quella relativa alla salvaguardia dell’acqua come bene pubblico e contro ogni forma di privatizzazione.
S come Scure, quella della Corte dei Conti che si è nuovamente abbattuta sul Comune di Mazara del Vallo inviando alcuni giorni fa un documento ove evidenziate criticità contabili ed economiche e preoccupazioni sulla gestione finanziaria dell’Ente. Probabilmente i chiarimenti e le motivazioni rese dall’Amministrazione e da tecnici contabili comunali un paio di mesi fa non avrebbero soddisfatto la Corte dei Conti di Palermo che è tornata a farsi sentire, ancora più duramente, riguardo l’esame dei rendiconti 2017, 2018 e 2019 sui bilanci di previsione 2018-2020 e 2019-2021.
L’attenzione dei magistrati della Corte si è concentrata in particolare sul “fondo crediti di dubbia esigibilità” di quasi 40 milioni di euro, con un disavanzo di amministrazione sommerso di almeno 33 milioni di euro e un illegittimo ampliamento della capacità di spesa. Sul punto, ricorda la Corte, la giurisprudenza contabile ha evidenziato che l’eventuale sottostima o errata determinazione del Fondo “è destinata ad incidere sul risultato finale di amministrazione alterandone la trasparenza, veridicità ed attendibilità”.
Questa volta, rispetto a quella dello scorso 19 ottobre, risultante di poche pagine, la nuova delibera dei magistrati contabili (la n.185 firmata sempre dalla dott.ssa Anna Luisa Carra, presidente della Sezione di controllo per la Regione siciliana) si compone di ben 44 pagine ed evidenzia dettagliatamente diverse criticità contabili ed economiche dell’Ente che potrebbero avere delle conseguenze sulla sua tenuta economico-finanziaria nei prossimi mesi. “La Sezione, pertanto, accerta –si legge nella stessa delibera- la sussistenza di una preoccupante situazione economico-finanziaria, con un rilevante disavanzo sommerso da recuperare e una grave situazione di cassa”.
A seguito di questa comunicazione si è acceso un aspro dibattito politico in merito alle responsabilità fra l’attuale Amministrazione e la precedente nell’aver creato questa situazione che rischia di portare il Comune al dissesto finanziario. Non pochi hanno evidenziato che in entrambe le gestioni finanziarie dell’Ente sia presente lo stesso dirigente del II settore comunale o che l’attuale vice sindaco Vito Billardello ricopriva il ruolo di assessore alle Finanze nella precedente Amministrazione, per non parlare dell’organismo di controllo dell’organo dei Revisori dei Conti.
Non si sono fatte attendere le prime iniziative messe in campo dall’Amministrazione comunale per rispondere concretamente a quanto sollevato dalla Corte dei Conti : Sono state così emante nei giorni scorsi due distinte determine dirigenziali del settore "Gestione delle Risorse", per la riscossione coattiva della Tari affidandosi a società di recupero crediti. Ci domandiamo se gli Uffici Tributi del Comune saranno pronti a ricevere una mole di cittadini che potrebbero riscontrare anomalie nelle bollette ricevute o osservazioni o richieste di modifiche. Bisogna garantire per il bene dell’Ente che i soldi non riscossi in passato possano effettivamente entrare nelle casse comunali mettendo i cittadini nelle condizioni migliori di pagare; altrimenti qualsiasi iniziativa potrebbe rivelarsi un artificio contabile.
T come Treni quei pochi che passano (salvo interruzioni del servizio per qualche guasto) da Mazara del Vallo e che determinano la chiusura dei passaggi livelli lasciando la Città divisa in due per molto tempo durante la giornata. E’ un problema che si ripete quotidianamente e per il quale riceviamo segnalazioni continue da parte dei cittadini: ci riferiamo alle lunghe attese davanti ai passaggi a livello chiusi nel centro della città di Mazara del Vallo.
Il problema si è acuito, molti cittadini, soprattutto nelle ore di punta, con file di auto e altri mezzi in lunghissime file a partire delle barre dei passaggi a livello fra la via Salemi e piazza Matteotti (vedi foto), fra la via Castelvetrano e C/So A. Diaz, fra via Roma e via Marsala, di via Madonna del Paradiso; punti nodali della città, provocando intasamenti mai visti considerato l’orario di chiusura degli esercizi e l’uscita degli studenti dalle scuole. Per non parlare anche dei passaggi a livello più “periferici”, quelli di Miragliano e viale Africa.
Cresce la rabbia e amarezza di molti cittadini costretti ad aspettare molto tempo dietro ad un passaggio a livello cittadino. Riceviamo quotidianamente numerose segnalazioni di cittadini che esprimono il loro disagio. Il 31 marzo 2020, a seguito della demolizione dell’ex casello ferroviario di via Mongitore, nel corso di un sopralluogo congiunto “Comune-Rete Ferroviaria Italiana” l’assessore all’Innovazione, ribadì il disagio che automobilisti e centauri vivono ogni giorno per i lunghi tempi di attesa dinanzi ai passaggi a livello in Città.
Lo stesso Giacalone annunciò la richiesta alla RFI dei tabulati dei tempi di chiusura degli ultimi anni per poter effettuare delle valutazioni e la successiva richiesta di un intervento per attenuare il disagio. Il Comune ha ricevuto i suddetti tabulati? E’ stata inoltrata la richiesta ufficiale alla RFI? Magari sarebbe anche il caso di informare anche l’assessore regionale ai Trasporti circa la criticità che si è venuta a creare. Pochi mesi fa l’assessore ai Lavori Pubblici, Michele Reina, dichiarò: “per quanto riguarda il programma triennale già a partire dal 2023 abbiamo inserito un’opera che riteniamo strategica: la realizzazione di un sottopasso che bypassi la ferrovia che separa la via Madonna del Paradiso e la piazza della Madonna del Paradiso con un progetto da rendere esecutivo che consenta in un lato della strada la realizzazione del sottopasso, lasciando inalterata la restante parte strada e quindi anche la piazza Madonna del Paradiso.
E’ un progetto innovativo che svilupperemo meglio nei prossimi mesi ma che intendiamo realizzare già a partire dal 2023”.
U come Urbanizzazione primaria quella che sarebbe necessaria per molte vie della Città che si trovano ancora con un fondo di terra battuta, senza servizi e che si allagano con le piogge rendendo difficile la vita ai residenti che però sono costretti a pagare le tasse al Comune. Per non parlare delle buche presenti in molte strade della Città e spesso teatri di incidenti e danni a mezzi e persone che poi portano a risarcimenti (centinaia di migliaia di euro ogni anno) da parte del Comune.Per non parlare della situazione di molte strade della Città a seguito dei lavori eseguiti nell’ultimo anno per l’installazione della fibra ottica da parte di alcune società: autentici solchi rattoppati alla meno peggio con strade dissestate e pericolose.Chi provvederà a sistemarle? Nel Piano Annuale 2022 delle Opere Pubbliche è prevista la manutenzione straordinaria di strade comunali con un investimento di 280mila euro con fondi comunali.
Qualora trovati questi soldi basteranno a sistemare le strade mazaresi? Quando si avvieranno le 11 opere di urbanizzazione primaria in programma con il maxi appalto (da 1.394.478,97 euro) la cui gara è stata espletata all’UREGA nel maggio 2019? .
V come Vigilanza, quella che andrebbe potenziata in Città e nella sua periferia. Non sono mancate le azioni criminose da parte di giovani e casi di bullismo, per non parlare degli assembramenti durante l’emergenza covid-19. In questo contesto gli uomini delle forze dell’ordine presenti in Città fanno quello che possono, considerati uomini e mezzi a disposizione. Il sistema di pacifica convivenza, fra autoctoni ed immigrati, venutosi a creare negli ultimi decenni a Mazara del Vallo sta per cedere a causa di pericolose dinamiche sociali, acuite in parte dalla crisi economica che attraversa la città.
Sappiamo di un progetto pere l’installazione di nuove telecamere nel lungomare mazarese e nel centro storico ma ci chiediamo ancora una volta: che fine hanno fatto le 30 e più telecamere dislocate nel territorio mazarese che il Comune ha installato negli anni scorsi grazie al Pon Sicurezza? La loro centrale operativa si trova presso una stanza, con diversi monitor, del Comando della Polizia Municipale. A parte qualche cittadino ripreso mentre deposita in maniera abusiva rifiuti, queste telecamere sono state utilizzate per controllare realmente il centro storico e come deterrente per la microcriminalità? Inoltre non riusciamo a capire ancora come sia possibile che queste telecamere non riescano ad individuare i diversi posteggiatori abusivi operati da alcuni anni in piazzale G.
Quinci e sul lungomare e che esercitano quotidianamente una vera e propria attività estorsiva nei confronti dei cittadini.
Z come Zona pedonale urbana. A volte rispettata, altre volte no. Chi controlla che essa venga rispettata come si deve? Plaudiamo ad uno dei meriti che ha avuto il sindaco Nicola Cristaldi, cioè quello di creare una zona pedonale nel centro della Città e soprattutto in Corso Umberto I. Azione che non andava incentivata stendendo solo un manto rosso prima della sua rielezione nel 2014 ma con azioni concrete per il rispetto del divieto di circolazione con relativa creazione di parcheggi regolamentati e non certamente controllati da parcheggiatori abusivi.
L’attuale Amministrazione potrebbe dare seguito (ci sono atti concreti per un investimento con 250mila euro con fondi derivanti da compensazioni ambientali) all’idea progettuale avanzata pochi anni fa dall’ex assessore ai Lavori Pubblici, Silvano Bonanno, per la creazione di un parcheggio regolamentato presso piazzale G:B.Quinci da anni regno dei parcheggiatori abusivi. Tornando alla zona pedonale urbana crediamo che vada regolamenta meglio di settimana, certo però vedere le auto posteggiate in Corso Umberto I o nella bella piazza della Repubblica è un vero pugno all’occhio.
Una cosa è chiara: la zona pedonale urbana non va messa in discussione. Ben venga a tal fine anche il nuovo arredo predisposto dall’attuale Amministrazione comunale con le anticipazioni (misure compensative ambientali) erogate al Comune da aziende che operano nel campo di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Francesco Mezzapelle