Terzo e ultimo weekend delle Vie dei Tesori nel Trapanese, anche se Marsala sta già scaldando i motori visto che qui il festival arriverà dal 5 al 20 ottobre. E continueranno così i voli in Piper tanto gettonati che quest’anno portano in alto sulle Egadi. Ad Alcamo si continua a salire sulla cupola della chiesa Madre, ma questa settimana si scopriranno diversi siti archeologici nelle vicinanze, dalle fornaci romane alle cisterne medievali; a Trapani ultime possibilità per entrare nell’antica Corte delle Ninfee, ex monastero domenicano, oggi dimora privata dove ci sono ancora i segni della “ruota” degli esposti per i bambini abbandonati.
A Mazara del Vallo c’è un’intera famiglia di artisti che apre la propria casa; ma, complice il bel tempo, si potranno raggiungere i laghetti salmastri del Cantarro dove si incontrano minuscole tartarughe. Le tre città saranno visitabili con un unico coupon che sarà poi valido anche per Marsala.
Il viaggio stavolta inizia da Alcamo dove sabato alle 9.30 attende una vera passeggiata archeologica che arriverà fino alle antiche fornaci romane, vicino al fiume san Bartolomeo: si riconoscono ancora le aree di quelle che dovevano essere almeno 15 fornaci che risalgono al V secolo dopo Cristo. Ma ci si inerpica anche a Monte Bonifato alla ricerca delle cisterne medievali, ai ruderi del Castello dei Ventimiglia e della Torre Saracena; oppure si raggiungono il castello di Calatubo, arroccato e importante, e la romantica Cuba delle Rose, tra i siti di Italia Romanica.
Per chi ama mettere i piedi in acqua, da non perdere l’aperitivo più cool del festival, alla Tonnara Foderà al tramonto, dove si scoprono le originali “trizzane”, magari dopo aver ascoltato i canti gregoriani dentro la settecentesca Badia Grande. Tra i siti, il MACA, il Museo d’arte contemporanea con la sua direzione artistica condivisa del collettivo Landescape; il nuovo museo dei Carabinieri, tra divise, cimeli e armi storiche, non solo per appassionati.
E poco lontano dal centro, il Baglio Florio, vera chicca per gli appassionati cultori della Belle Epoque che qui scopriranno uno dei tre superstiti Leo Bibens, il simbolo della famiglia Florio.
Il viaggio prosegue verso Trapani dove non bisogna perdersi quello scrigno prezioso che è la bottega dell’ultimo artista-corallaro, Platimiro Fiorenza che plasma “l’oro rosso” nato dal mare. Continua l’immersione nella storia dei Misteri: ultime occasioni per visitare la splendida collezione di argenti, dal Seicento ai giorni nostri, allestita scenograficamente nella sede dell’Unione Maestranze. Per chi volesse vedere dal vivo i venti gruppi scultorei della processione del Venerdì Santo, riapre la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio dove sono custoditi: è stato sempre il luogo più visitato nelle passate edizioni.
Solo sabato mattina è aperta la Cattedrale con il Cristo Morto. Se ci si vuol sentire un po’ pirati, ecco Torre di Ligny dove i corsari erano combattuti; il raffinato palazzo Riccio di Morana, o il palazzo della Prefettura; se invece si vuole osservare la città dall’alto, basta inerpicarsi sulla scala elicoidale fino in cima alla torre campanaria di San Domenico. Sono molto gettonate le visite teatralizzate ogni domenica tra gli arredi intatti di Palazzo D’Alì (che si visita e qui fu girato un episodio della Piovra).
Sempre domenica, tra le passeggiate cult, quella di Renato Lo Schiavo, docente di latino e greco al Liceo Ximenes, che conduce dal Bastione Imperiale alla Torre di Ligny sulle orme dell’Odissea e delle teorie di Samuel Butler.
Mazara del Vallo porterà lungo la costa verso le spiagge caraibiche di Capo Feto: bisognerà salire in barca e lasciarsi cullare dalle onde, magari assaggiando un aperitivo a km0, al tramonto. Ma la città recupera la sua anima artistica e multiculturale, e miscela dolcemente la casa-atelier di una famiglia di artisti, i Lombardo, dove ci si muove tra i mosaici di Emmanuele, le ceramiche raku della moglie Francesca, i dipinti di tania e le foto di Antonino; ai gioielli arabo normanni (il cubo di San Nicolò Regale di mano bizantina, che fa parte del circuito Italia Romanica come la Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto che secondo la tradizione, parrebbe risalire al 1085); ai tesori barocchi sotto la volta della chiesa di San Michele Arcangelo del monastero delle Benedettine, alle biblioteche trecentesche come quella del Seminario dei Chierici, che apre con il Palazzo Vescovile e il Museo Diocesano.
Se si vuole scoprire un rito della comunità maghrebina, bisogna sorseggiare il Tè verde alla menta con i pinoli da Abir che riceve nella sua casa. Sabato sera si passeggia nella casbah e domenica mattina si raggiungono gli storici quartieri di San Giovanni, San Francesco, l’antica Giudecca e Xitta, alla scoperta dell’antica città murata.
Le Vie dei Tesori questo weekend chiude i battenti nelle sue prime dieci città siciliane, ma dal 4 ottobre si riparte: per tre fine settimana a Ragusa, Scicli, Noto, Sciacca, Marsala e Carini, e per cinque weekend i programmi monstre di Palermo e Catania. Con il supporto di Unicredit come main sponsor e dell’USR (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione dei giovani durante i due mesi di festival. Curiosità, foto, le schede per approfondire ogni luogo o esperienza e i coupon da acquistare: tutto sul sito www.leviedeitesori.com
Comunicato stampa