La tradizione cristiana con la quale molti di noi sono cresciuti, ha mutuato nel tempo espressioni di uso quotidiano peraltro utilizzate anche presso altri popoli delle religioni monoteiste.
Soprattutto gli anziani della nostra terra, di astrazione contadina, marinara etc, abituati alle mutevoli condizioni del vivere, hanno introdotto espressioni che creano profondi legami tra le attività di ogni giorno e la fede.
Tra queste da sempre mi ha colpito la frase “A Dio piacendo” che viene collegata a progetti futuri, propositi di incontri, viaggi ovvero a previsioni di lavoro e realizzazioni varie.
Nella sostanza: vano è ogni desiderio dell’uomo se diversa è la volontà di Dio.
Quello che più mi turba in tutto ciò è che il riferimento del detto è estremizzato fino a contemplare l’ipotesi che contro tutti i nostri progetti e propositi si verifichi il caso della nostra morte che, in via definitiva, chiude ogni discorso.
È certamente un caso che nessuno di noi vorrebbe a suo riguardo ma è comunque una casistica che riguarda l’uomo e che Dio regola secondo i suoi reconditi disegni.
Nulla può l’uomo con il disegno di Dio se non accettare la sua volontà.
È vero; né corretto progettare, esprimere tensioni e desideri ma occorre sempre considerare che essi possano mutare o non realizzarsi per “cause superiori” da noi non controllabili.
Penso che nella vita di ognuno tali circostanze si siano presentate in forma più o meno grave spingendoci a cambiare quello che avevamo in cuore e in mente di fare. Negli animi sensibili si scatenano anche ampie riflessioni quando le situazioni ci sconvolgono in maniera particolare.
L’effetto di accettare la realtà può essere vissuto con rassegnazione ovvero con terrore o, peggio ancora, con volontà contraria e rabbia.
Ma se andassimo al fondo della frase oggetto di questo articolo capiremmo che in fondo così è il corso delle cose e la nostra volontà conta fino ad un certo punto.
Nei paesi di cultura islamica la frase “insciallah“ è oltremodo presente nei discorsi comuni e conferma che la regolazione degli accadimenti non è solo di nostra pertinenza.
Allora insieme ad un invito a riflettere e apprezzare ciò che la vita ci concede (nulla in fondo ci è dovuto), vado a terminare dicendo che è sempre bene ogni giorno ringraziare per quello che abbiamo, per i giorni che viviamo e per i progetti che realizziamo. E quando qualcosa non va per il verso giusto chiediamoci come poter gestire a favore della nostra vita ciò che succede.
Comprendo: non è sempre facile. Le alternative però rischiano di essere devastanti.
Un po’ di leggerezza nella severità può aiutare (prendiamola “scialla”).
di Mare CALMO
La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.
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