Ieri si è svolta una riunione organizzativa del gruppo VOM (Volontari Ospedale Mazara) per la ripresa dei turni di servizio. La missione di questo gruppo di volontariato, nato da una idea del cappellano don Antonino Favata, consiste nel "visitare, confortare e dare speranza" agli ammalati che ricevono le cure presso l'ospedale "Abele Ajello", tenendo sempre presente che "ogni malato è un fratello, in ogni ammalato c'è Cristo". In questi giorni, i membri del gruppo hanno espresso privatamente la loro vicinanza e il loro affetto al Cappellano, al fratello e alla famiglia Favata, ma al termine della riunione è emerso il desiderio comune di esprimere pubblicamente affetto e solidarietà a don Antonino e al fratello per l'aggressione subita.
Alcuni volontari sono rimasti sorpresi perché don Favata è conosciuto come una persona mite, un sacerdote conosciuto da molti e apprezzato per la sua disponibilità. Dal momento in cui è stato nominato Cappellano dell'ospedale trascorre le giornate tra i reparti e gli ambulatori, facendo visita a tutti gli ammalati almeno due volte al giorno e mostrando una particolare sollecitudine per i degenti anziani, soli e per le situazioni più delicate. Ha creato con tutto il personale una rete di collaborazione e fiducia tale per cui viene di continuo interpellato dagli operatori sanitari per dare conforto o, talvolta, per provvedere a qualche necessità dei degenti.
È un sacerdote che non si risparmia mai, e diventa testimone di carità e di fede in questo posto in cui, quotidianamente, ci si confronta con la fatica della malattia e la tutela della vita, dal concepimento all'ultimo respiro. I volontari hanno discusso tanto sull'accaduto e sono stati concordi nel sostenere la necessità che come comunità dobbiamo recuperare la funzione educativa e tornare ad essere autorevoli, affinché possiamo diventare di nuovo punti di riferimento per i più giovani.
Molti ritengono che la punizione da sola non sarebbe sufficiente, ma servirebbe piuttosto iscrivere l'accaduto nella vita e nella storia della nostra cittadina. Quanto è accaduto ai fratelli Favata ci riguarda tutti e chi chiama in causa, provocandoci affinché possiamo porre attenzione a comportamenti che sino la spia di un malessere di cui dobbiamo prenderci cura tramite un lavoro di rete, affinché da questo fatto possa scaturire una opportunità di crescita. Comunicato stampa