Fabrizio Pulvirenti, medico di Emergency e “paziente numero zero”, a Mazara

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Febbraio 2015 07:57
Fabrizio Pulvirenti, medico di Emergency e “paziente numero zero”, a Mazara

Entra sorridendo, il dott Fabrizio Pulvirenti. Portando con sé un carico di umanità straordinaria. Gliela leggi sul volto, negli occhi, nelle parole.La malattia lo ha cambiato, racconta. “Rischiare di morire ti cambia ogni prospettiva- dice- . Impari a discernere l'essenziale dal superfluo, le cose che veramente contano, quelle davvero importanti.”.Lui è il paziente numero zero, il primo italiano contagiato dal virus Ebola.

E' stato invitato da don Fiorino per parlare della sua esperienza di medico volontario di Emergency, e della sua personale malattia che gli ha cambiato la vita. Perchè lui è medico e paziente insieme, e niente ti arricchisce , ti cambia e ti sconvolge quanto sperimentare sulla tua pelle quell' infezione che per settimane hai visto affliggere e devastare i corpi di tante persone, di tanti bambini.Mentre parla, i presenti lo ascoltano in un silenzio rispettoso e riconoscente. Semplice, lucido, professionale, sereno. Traboccante di passione per il suo lavoro.

 

Parla dell'ospedale di Emergency in Kurdistan, dove ha iniziato 2 anni fa. Li costruiscono le protesi per gli arti, perchè i pazienti sono soprattutto vittime di guerra.I bambini arrivano senza gambe perchè mentre giocano inciampano nelle mine antiuomo, i cosiddetti pappagalli verdi, belli e colorati come giocattoli, fatti apposta per attirare la curiosità dei più piccoli e farli saltare in aria.Dal Kurdistan alla Sierra Leone, devastata dalla più grande epidemia di Ebola di tutti i tempi, che per la prima volta supera i confini dei villaggi e raggiunge le città, mietendo migliaia di vittime. Per Emergency è una sfida epocale. Si tratta per la prima volta di curare questi malati, non solo isolarli. Sfidare il sistema immunitario a reagire. I risultati ci sono. La mortalità scende.

Il 24 novembre 2014 Emergency annuncia che un medico italiano si è infettato. Ha la febbre alta, rientra in Italia, ricoverato allo Spallanzani, dopo un periodo in terapia intensiva, guarisce.“ Il mio caso ha suscitato interesse e clamore perchè sono medico, sono volontario, e sono bianco. L'ebola ha iniziato ad uscire dall'indifferenza in cui il mondo l'aveva relegato quando ha iniziato a contagiare gli operatori sanitari occidentali”, dice.

Perchè ha deciso di partire, dott Pulvirenti?- chiedo“ Perchè per me il medico deve essere al servizio della comunità”, risponde. “ Credo di essere uno dei pochi medici in Italia a non svolgere attività privata. Perchè io lavoro per lo stato, e mi basta.”

Il presidente Napolitano lo ha menzionato nel discorso di fine anno, tra gli italiani di cui andare orgogliosi. “ Questo mi carica di una grande responsabilità,” dice.Adesso ha ripreso a lavorare in ospedale ad Enna, ma tutte le volte che può, prende un giorno di ferie e va in giro a parlare di Emergency. Come oggi qui a Mazara.Con la testa e il cuore in Sierra Leone. Dove tornerà, naturalmente.Dott Pulvirenti, esiste il mal d'Africa?, gli chiedo nel salutarlo. Sorride. “Si, esiste. Esiste”, risponde con convinzione.

Catia Catania

21/02/2015 08:53

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