Allarme caro-gasolio, in ginocchio l'ormai fragile marineria di Mazara del Vallo

Aumento del 30% in due mesi. Serve intervento del Governo. Diversi armatori pensano alla demolizione dei pescherecci

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
01 Febbraio 2022 09:54
Allarme caro-gasolio, in ginocchio l'ormai fragile marineria di Mazara del Vallo

Gasolio a oltre il 30% rispetto a due mesi fa, e oltre il 50% rispetto ad un anno fa: è questa la situazione con la quale le imprese del settore della pesca di Mazara del Vallo si confrontano quotidianamente da alcune settimane. Il gasolio rappresenta infatti più della metà dei costi che le imprese ittiche devono sostenere quotidianamente. Nel settore della pesca il gasolio è sgravato dall’iva e dall’accisa ma rappresenta sempre il costo più importante per l’armamento di un peschereccio.

Il problema dell’impennata del costo del gasolio è maggiormente sentito dalla marineria di Mazara del Vallo che detiene la maggiore flotta di pesca a livello nazionale nonostante questa negli ultimi 15 anni si sia notevolmente ridotta; oggi, a seguito anche delle diverse demolizioni, sono rimasti infatti una settantina i pescherecci mazaresi che praticano la pesca d’altura, in particolare quella del gambero rosso negli areali a est, fino al Mediterraneo orientale, e a ponente, nel mar Tirreno. Fra le banchine “porto nuovo”, ove molte imbarcazioni sono rimaste ormeggiate negli ultimi mesi per il fermo tecnico, si respira un’aria pesante ed è il clima è molto teso anche a seguito delle ultime notizie, (in copertina, foto da noi scattata, pescherecci ormeggiati nel porto peschereccio di Mazara del Vallo). 

Negli ultimi due mesi il gasolio è passato da 0,50 euro a litro a 0,70 (quotazione odierna); in pratica, se due mesi fa occorrevano circa 20.000 euro per un pieno di gasolio, oggi si va oltre le 30.000 euro. Sono in molti, fra gli armatori mazaresi, ad auspicare nuovi incentivi per la demolizione di pescherecci perdurando questa situazione.

E’ chiaro come l’attuale situazione renda impossibile garantire la sostenibilità delle imprese con evidenti ricadute su produzione e occupazione”, si legge in una nota di Federpesca. “L’aumento dei costi del carburante, unito alla riduzione delle giornate di pesca che si avranno nel corso del 2022 e al protrarsi della pandemia, che continua ad avere importanti ricadute sui settori della ristorazione e dei canali ho.re.ca, sta mettendo il settore davvero in ginocchio. Per la maggior parte delle barche è diventato sconveniente andare in mare, con inevitabili ricadute sull’occupazione e sull’approvvigionamento di prodotti ittici per il nostro Paese.

Una situazione per la quale chiediamo un impegno forte al Governo, con la previsione nei provvedimenti in discussione di misure in grado di mitigare gli impatti di questa crisi e tutelare redditi e occupazione. Se ciò non avverrà migliaia di imprese saranno costrette a interrompere la propria attività, favorendo oltretutto le importazioni di prodotti ittici stranieri sulle tavole degli italiani”.

Francesco Mezzapelle 

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