L'Assemblea regionale siciliana ha approvato il disegno di legge che abolisce le Province e istituisce i Liberi consorzi dei Comuni e tre città metropolitane: Palermo, Catania, Messina.
Presenti in Aula al momento del voto c'erano 78 deputati, 62 hanno votato a favore, 14 sono stati i contrari e 2 gli astenuti.
"È un voto che passa alla storia. Il testo di legge che abbiamo esitato modifica l'assetto delle istituzioni in Sicilia, rappresenta un nuovo modello di democrazia partecipata". Queste le prime parole del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che è intervenuto in Aula dopo il voto. "È chiaro – ha aggiunto – che il testo dovrà essere affinato col confronto con i sindaci. Ringrazio Cracolici e ad uno ad uno tutti i deputati a prescindere dal loro voto perché la democrazia è fatta di opinioni diverse: grazie".
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. "Sono molto soddisfatto, e ringrazio il Parlamento. Da questa sera in Sicilia non si parlerà più di Province ma di Liberi consorzi e città metropolitane".
"Abbiamo scritto una buona riforma, destinata ad essere un punto di riferimento per il resto d'Italia: la Sicilia è la prima Regione a superare le Province con l'istituzione dei Liberi Consorzi, e ad istituire le Citta' Metropolitane". È soddisfatto Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all'Ars. "Abbiamo incontrato più di un ostacolo, ma nonostante le difficoltà abbiamo scritto un buon testo e, con orgoglio, posso dire che i parlamentari del gruppo PD hanno fatto un ottimo lavoro in commissione e in aula.
Strada facendo – prosegue Gucciardi – è stato avviato un confronto costruttivo con il governo e alcune forze politiche che, pur non essendo nella maggioranza, non si sono sottratte al dibattito. Dispiace per chi, invece, rimanendo chiuso nel proprio guscio di nostalgia per un sistema che non c'è più, ha perso l'occasione di contribuire a rafforzare questa riforma". "La Sicilia ha scelto la strada del cambiamento – conclude Gucciardi – e in questa strada il Pd continua ad avere un ruolo da protagonista".
Dal Nuovo Centrodestra arriva un netto no alla legge. Come ha annunciato nel suo intervento il capogruppo Nino D'Asero: "Abbiamo sempre detto che non avremmo voluto un 'muro contro muro'. Ma abbiamo assistito a una chiusura netta, che voglio denunciare in questa Aula – dice – Quale sara' l'effettivo risparmio? Mi auguro che nella prossima legge che dovremo fare sulle Province si possano migliorare incongruenze e difetti".
Dello stesso avviso anche Toto Cordaro, capogruppo di Cantiere popolare-Grande Sud verso Forza Italia: "Noi non abbiamo condiviso fin dall'inizio. Per questo il mio gruppo votera' contro questa legge. Aver dato la nostra disponibilita' al voto sul '117′ aveva la finalita' di evitare l'aborto normativo di questa legge. Adesso la maggioranza e' contenta, perche' finalmente avremo il rimpasto – dice Cordaro – E al Pd dico: avete ingoiato una legge che in condizioni politiche di serenita' non avreste nemmeno apprezzato. Il nostro auspicio e' che da domani si possa tornare a parlare dei reali problemi dei siciliani, iniziando dalla Finanziaria bis".
Duro l'intervento del capo dell'opposizione Nello Musumeci. "Le leggi sono destinate ai popoli, – ha detto – invece questa legge e' destinata solo alle prime pagine dei giornali. Dove sta il rispamrio se tutto viene trasferito dalle province ai liberi consorzi, dal personale ai debiti? – dice Musumeci - Come si fa a parlare di risparmio, dove sta la convenienza? Questo mostro giuridico e' figlio di molti padri e da consulenti quaquaraqua del diritto". "Le province sono utili ma la Regione le ha fatte diventare inutili – dice ancora Musumeci – La Regione non ha voluto applicare le norme di attuazione sulle citta' metropolitane. Chi paghera' le conseguenze di questa scelta scellerata, signor presidente Crocetta?". "Dopo le tv locali Crocetta dira' le stesse cose nello studio romano di Giletti su Rai 1″, dice ancora Musumeci.
Dopo l'approvazione degli emendamenti di coordinamento predisposti alla norma, è toccato all'emendamento aggiuntivo che prevede che venga abbassata a 150 mila abitanti la soglia per un libero Consorzio. L'emendamento aggiunge anche il criterio della continuità territoriale.
Il presidente della prima Commissione Cracolici specifica nel suo intervento come, "avendo votato il limite dei 180 mila abitanti, i Consorzi non hanno la possibilità di scendere sotto quella soglia. Occorre però che venga messa una soglia per dare la facoltà a un Comune di esercitare il diritto per passare a un altro libero Consorzio. La soglia di 180 mila abitanti impedirebbe ai Comuni di esercitare quel diritto".
Interviene, quindi, Gianina Ciaccio (M5S): "Non capisco perché si debba ad ogni costo specificare questo limite, dal momento che era previsto unicamente per i consorzi di nuova formazione e non riguarda quelli che nasceranno dalle attuali Province".
Nel corso della sospensione della seduta all'Ars, incontrando i giornalisti prima della seduta d'aula il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, ha dichiarato che l'articolo 117 a cui originariamente è stato affidato un ruolo di coordinamento e di rettifica: "Stravolge ben 21 norme che vengono invece modificate nella sostanza. Il dibattito politico sulla legge si è concluso – prosegue Falcone – non possiamo farlo passare dalla interpretazione di norme che hanno solo una funzione tecnica e quella possono svolgere". Falcone ha poi continuato: "In questo articolo c'è la conferma implicita, quasi un'ammissione di colpa, che sulle città metropolitane avevamo ragione noi".
L'inizio di seduta è caratterizzato dagli interventi dei parlamentari Cordaro, Formica e Falcone, che hanno preso la parola sull'articolo 117. Toto Cordaro ha espresso piena soddisfazione per il lavoro svolto dagli uffici sul lavoro di coordinamento e di rettifica svolto che ha consentito di "mettere a punto il miglior lavoro possibile su un testo su cui oggettivamente era difficile lavorare". Dello stesso avviso Santi Formica che ha elogiato il tenore tecnico e di completamento degli emendamenti tecnici.
Tra riscritture e norme di rettifica il travagliato iter normativo prosegue. Marco Falcone, capogruppo di FI, ha ribadito come "per la prima volta si arriva al termine di un legge con un quantità di modifiche così rilevanti. L'articolo 117 fornisce la possibilità di intervenire su emendamenti già approvati che sembrano inconciliabili con lo scopo delle legge".
12-03-2014 9,15
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