“Una punta di Sal”. Una data: venerdi’ 14 novembre tutti dal giudice

Le indagini piombano sul centrodestra in Sicilia, sempre più dilaniato da guerre intestine e inchieste giudiziarie

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Novembre 2025 09:43
“Una punta di Sal”. Una data: venerdi’ 14 novembre tutti dal giudice

E’ un mese di novembre burrascoso in Sicilia e non per il maltempo. Non da paragonare a quello che è accaduto il 22 novembre del 1963 a Dallas con l’assassino di J.F. Kennedy, qui, fortunatamente, non ci sono omicidi ma terremoti politici di spessore a cui, diciamo la verità, la Sicilia è abituata, ma questa volta venerdì, 14 novembre, non è una data qualsiasi. E’ un appuntamento in cui l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro (ieri si è dimesso dalla carica di segretario del partito) insieme agli altri 17 indagati dovranno comparire davanti ad un giudice e spiegare, ed eventualmente respingere, le accuse dei reati contestati: corruzione, associazione per delinquere, turbativa degli incanti.

Ma il numero in questa vicenda giudiziaria, l’ennesima in Sicilia, conta fino a un certo punto. Due i nomi eccellenti: Totò Cuffaro e Saverio Romano. Il primo è il leader della DC o almeno quello che rivendica il simbolo della “balena bianca” con la scritta “Democrazia Cristiana Sicilia” ed era già stato in carcere con la condanna definitiva per mafia; il secondo è un senatore di Noi Moderati, il volto siciliano di Maurizio Lupi. Due politici della maggioranza del governatore Renato Schifani.

Per entrambi e gli altri sedici la Procura guidata da Maurizio de Lucia ha chiesto l’arresto. Venerdì 14 novembre sono in programma gli interrogatori di garanzia, poi il giudice deciderà quali eventuali articoli di legge applicare per pene più o meno severe. Oggetto della bufera è la sanità dove ci sono molti soldi e bacini elettorali considerevoli. Le indagini piombano sul centrodestra in Sicilia, sempre più dilaniato dalle guerre intestine per l’accaparramento del consenso nell’ottica delle elezioni regionali, che sulla carta si terranno tra due anni ma potrebbero essere anticipate.

Il quadro, al netto del garantismo, è disarmante: Gaetano Galvagno di FdI, presidente del parlamento siciliano, è indagato per corruzione, peculato, truffa e falso; Luca Sammartino, vice presidente della regione siciliana e uomo di punta della Lega di Salvini è a processo per corruzione; Elvira Amata (FdI), assessore regionale al Turismo, è indagata per corruzione nella stessa inchiesta di Galvagno; Carmelo Pace, capogruppo della Dc all’Ars, è tra i 18 destinatari della richiesta di arresto; Roberto Di Mauro, capogruppo del MpA di Raffaele Lombardo, è indagato per associazione a delinquere e turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture in un’altra indagine della procura di Agrigento.

Ora, nell’ennesimo scandalo viene coinvolto Cuffaro che, secondo l’accusa, avrebbe utilizzato l’influenza guadagnata nel corso della sua lunga carriera politica e messo a disposizione la sua rete di conoscenze per incidere su concorsi, gare di appalto e procedure amministrative in modo da favorire imprenditori amici, procurare, loro vantaggi e, al tempo stesso, rafforzare il proprio consenso. Al centro dell’attività del comitato d’affari nomine di dirigenti e funzionari pubblici e regionali negli enti e apparati amministrativi di maggior rilievo in settori nevralgici come sanità, appalti e opere pubbliche, «in modo da condizionare, attraverso questa pregressa opera di fidelizzazione, l’attività di indirizzo politico-amministrativo della regione», scrive il magistrato.

Ma attenzione: non bisogna condannare a priori gli imputati perché la presunzione di innocenza è un principio fondamentale del diritto penale che considera una persona accusata di un reato innocente fino a quando la sua colpevolezza non è legalmente accertata con una sentenza definitiva. Questo principio garantisce che l'onere della prova spetti all'accusa e che le condanne si basino su prove concrete, proteggendo l'individuo da errori giudiziari e processi iniqui. Qualcuno sui social si è posto l’interrogativo “ora cosa succederà ai consiglieri comunali o assessori che militano nella DC? Quali conseguenze possono avere?” Nessuna conseguenza, forse soltanto un danno di immagine: anche se il consigliere/assessore non è indagato, ma fa parte del “campo” politico (lista, coalizione, partito) vicino a Cuffaro, può subire un calo di fiducia da parte dell’elettorato.

Ma le elezioni regionali sono fra due anni, un lungo periodo in cui, in questa Sicilia dilaniata da scandali, si può dimenticare tutto andando alle urne. E’ stato sempre così! Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Salvatore Giacalone

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza