Una storia particolare quella dell’ex “Convitto Sant’Agostino” di Mazara che una volta si chiamava “Ospizio di mendicità”. E’ una storia particolare e forse dimenticata perché a fondare la struttura e a metterla in funzione fu il Canonico Michele Severino, poi promosso ad Arcidiacono il 13 febbraio del 1938 con Bolla Pontificia del 20 gennaio. Era una domenica e tutta la cittadinanza e la Diocesi partecipò alla cerimonia dell’investitura ad Arcidiacono, oltre al Vescovo Salvatore Ballo Guarcio che disse: “Vedo qui il ricco ed il povero, autorità, insegnanti e professionisti, operai, ogni ceto sociale.
Ciò mi dimostra che la nomina del cCan. Michele Severino è stata ben accetta per le sue benemerenze e quindi è stata ottimamente fatta dalla Santa Sede a cui spetta la provvista dell’Arcidiaconato, seconda la dignità di questa nostra insigne Cattedrale”. Fino ad allora erano note le benemerenze di Mons. Severino nel campo dell’ insegnamento e nelle varie mansioni ecclesiastiche ma l’opera alla quale resta legato il suo nome è l’ “Ospizio di Mendicità ” del quale egli fu il vero fondatore ed a cui aveva consacrato tutta la le sue attività, tutte le sue risorse economiche in mezzo a tanti sacrifici quotidiani.
In quella cerimonia si è registrato anche un discorso dell’avvocato Alberto Rizzo Marino, noto storico della città, che disse: "Il Canonico Michele Severino, dopo avere superato molti e gravi ostacoli, con la sua appassionata tenacia, che lo rende singolare nella sua opera nel difficile campo dell’attività caritativa, fonda l’Ospizio di Mendicità e per 15 anni ne è stato l’anima, il direttore, il benefattore , assistendo giorno per giorno al continuo progresso, picchiando a tutte le porte in nome dei suoi poveri, dei suoi fratelli, della sua nuova famiglia.
E le offerte in denaro e in derrate prima molto più abbondanti e generose, ora alquanto ridotte, affluiscono al desco umile ma decoroso dei poveri ricoverati”. L’avvocato Rizzo Marino è prodigo di elogi ma ricorda anche “che ogni giorno circa 50 persone mangiano in comune il pane quotidiano”. Quel giorno, quella della promozione ad Arcidiacono, esultarono anche le suore del Boccone del Povero (Bocconiste), preposte alla direzione dell’Istituto e dei poverelli ricoverati, riconoscenti a Padre Severino.
L’evento è stato pubblicato, tra l’altro, nel Bollettino dell’Ospizio di Mendicità n. 3 del mese di marzo del 1938 (una sorta di periodico), costituito da sei pagine e distribuito gratuitamente ai presenti. Ricordiamo che l’immobile si trova in Via S. Agostino, in pieno centro storico, nei pressi della Piazza S. Michele. Si sviluppa su due piani fuori terra su una superficie coperta di circa 1300 metri quadri, oltre alle aree scoperte di pertinenza. E’ stato acquisito al patrimonio comunale ai sensi dell’art.
60 de legge 10/99 dall’asse patrimoniale dell’Istituto Divina Provvidenza “Case delle Fanciulle” e di riposo per anziani dichiarata estinta nel 2007. Un tempo ospitava al piano terra i servizi direzionali nei vani destinati ad uffici nonché i servizi collettivi di infermeria, ambulatorio, sala per attività didattica, refettorio, mensa e locali annessi per cucina, dispensa, lavanderia, etc., mentre al primo piano trovavano posto i locali destinati ad uffici, alloggio assistenti e dormitori.
All’Arcidiacono Severino l’amministrazione comunale degli anni scorsi, ha intestato una strada, una traversa di via Marco Polo, confinante con il quartiere Trasmazzaro. Negli ultimi anni la struttura dell’ex convitto si è degradata perché abbandonata. Da qui la necessità d’intervento che è stato progettato e finanziato. Dice il sindaco Salvatore Quinci: “Entro il 30 giugno 2026 dovranno finire i lavori di ristrutturazione dell’ex convitto Sant’Agostino. Sono in fase di ultimazione gli adempimenti concernenti la progettazione, quindi dovrà essere indetta la gara di appalto”.
Ricordiamo che il Ministero dell’Interno ha notificato al Comune di Mazara del Vallo, il decreto con il quale ha ammesso il progetto, presentato nel mese di giugno del 2021, prevedendo un finanziamento di 6 milioni 300mila euro per la ristrutturazione e risanamento conservativo dell’ex convitto. A cosa è destinata la struttura. "L’idea progettuale – si legge nella relazione illustrativa- è quella di individuare un luogo fisico (un edificio in disuso qual è l’ex convitto di Sant’Agostino) da trasformare - attraverso un approccio di progettazione partecipata – in una struttura dedicata ai giovani, ad artisti locali ed immigrati, ad artigiani e creativi, prevedendo atelier, laboratori artigianali, sale espositive ed in genere spazi per attività collettive, sociali, culturali, per la formazione e ricreative di vario genere.
Un luogo di incontro e di contaminazione autogestito per coniugare la dimensione locale alla dimensione globale. La realizzazione di tale progetto all’interno di uno spazio dismesso o in disuso potrebbe fungere da importante magnete delle energie creative presenti sul territorio e da incubatore di progettualità sociale”. (nella foto l’immobile dell’ex convitto Sant’Agostino).
Salvatore Giacalone