“Una punta di Sal”. Mazara, la corsa al “Palazzo”

Amministrative: già tre candidati sicuri (o forse); centro destra ancora spaccato; Pd e M5S uniti o ognuno per sè

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Gennaio 2024 12:20
“Una punta di Sal”. Mazara, la corsa al “Palazzo”

Chi vincerà le prossime elezioni amministrative di Mazara? Bella domanda ma non ci sono risposte. Uomini e donne di partiti e liste civiche lavorano per trovare accordi sui candidati a sindaco mentre i cittadini si appassionano in discorsi da bar o nelle pizzerie mentre si gusta una quattro gusti. Allo stato attuale i gusti son tre: il sindaco Salvatore Quinci, il già sindaco Nicola Cristaldi e il già vice sindaco e assessore Giovanni Quinci. Centro destra e centro sinistra ancora non hanno deciso e non è certo che decideranno perché, in entrambe le coalizioni ci sarebbero “teste pensanti” alla ricerca di soluzioni per cercare di salvaguardare i propri interessi di partito.

Il centro destra è costituito, sulla carta, da sei partiti, Fdl, Forza Italia, DC, Mpa, Lega e Udc, ma nessuno sembra vuole scoprire la sua carta e potrebbe finire con una rottura e, in questo caso ci sarebbero due candidature a sindaco? Il già sindaco Cristaldi non ha problemi di coalizione. Correrà da solo con il suo movimento “Futuristi”. Ha già presentato il suo comitato elettorale e la sua candidatura dovrebbe essere accompagnata da un paio di liste civiche. Il centro sinistra da quali e quanti partiti è costituito? Pd e M5S dovrebbero correre insieme ma il partito di Grillo tentenna e potrebbe trovare una soluzione interna riproponendo, per esempio, la candidatura di La Grutta.

Sinistra Italiana probabilmente correrà da sola. Il Pd presenterà una sindacatura di partito? Nelle amministrative precedenti lo ha sempre fatto ma con risultati deludenti, ricordiamo la spaccatura che c’è stata nelle scorse elezioni del 2019 quando comparve la lista “SiAmo Mazara” (a sostegno di Quinci) che approdò ad un buon successo elettorale (11, 6%) per i suoi candidati e in Consiglio ne furono eletti tre. Oggi il Pd è in silenzio ma il tempo scorre e prendere una decisione per comunicarla ai proprio elettori per una valutazione, non sarebbe una cattiva idea.

Con la nuova legge elettorale il candidato sindaco può essere eletto al primo turno con il 40% dei voti. Altrimenti ci sarebbe il ballottaggio. Nel 2019 al primo turno andarono alle urne il 65% degli elettori, cioè circa 26mila, il sindaco Salvatore Quinci con quattro liste raccolse 8650 voti pari al 31,5%. Il suo avversario Giorgio Randazzo ebbe 6657 voti pari al 24,2%; al ballottaggio il divario si ridusse sotto i mille voti. Con la nuova legge e con gli stessi numeri di elettori alle urne, non ci sarebbe ballottaggio.

Sarà determinante, quindi, l’afflusso alle urne e non soltanto per determinare la nuova amministrazione comunale ma principalmente perché il voto è un diritto-dovere, astenersi significa “lasciar fare” ma poi non bisogna lamentarsi se le cose non andranno per il meglio. Ricordiamoci che la Politica è il più alto compito che un uomo (o donna, ovviamente), possa assolvere e lo deve svolgere con completo senso di servizio verso l’interesse del Paese, non verso un partito, verso la pancia degli elettori, verso una piattaforma web, o nell’interesse personalistico.

Oggi giorno siamo riusciti ad elevare a “valore” politico la caccia alle streghe, cioè al nemico, l’indicare sempre e comunque un oscuro avversario che trama nell’ombra contro, abbiamo elevato l’ignoranza, sdoganandola dai bar, dalla piazza, abbiamo azzerato il valore culturale, il merito e la competenza, dando parola a chiunque, soprattutto su argomenti e questioni di cui non sanno niente. Abbiamo scelto di inseguire la mediocrità, come panacea per non mostrare le nostre mancanze e abbiamo criminalizzato il talento e il merito, poichè evidenzia la nostra incapacità.

La Politica doveva inseguire l’eccellenza, doveva essere la risposta ai problemi del Popolo, della Città e del Paese, oggi la politica è solo uno strumento. Uno strumento per fare carriera, uno strumento per mantenere il consenso, non importa cosa di concreto si realizzi, l’importante è solo dare la percezione di fare. La politica, così come oggi la interpreta la nostra classe dirigente altro non è che una battaglia tra galli (spennati) che strillano e si beccano tra loro; rimpallandosi responsabilità, colpe, accuse… senza avere il coraggio di prendere in mano questa difficile situazione e proporre soluzioni e risposte concrete.

Non si può governare, ne fare opposizione puntando il dito e inveendo oggi contro uno, domani contro l’altro. Sparando alla cieca tanto per far rumore. L’apparenza è nemica del fare. Il 2023 ci lascia la città di Mazara ancora alla ricerca di sé stessa, tra pesca, turismo, agricoltura, terziario, artigianato scomparso, con tanti lavori definiti e con altri che ritardano ad essere consegnati per una burocrazia che, specialmente, alla gente del Sud pesa più che altrove. Ci lascia anche con tanta sofferenza per coloro che sono morti a causa del Covid e di altre malattie, con tanti altri giovani laureati e diplomati che si sono trasferiti al nord o all’estero, ci lascia con un tasso di disoccupazione del 30% che non si sa se veritiero perché c’è da considerare il lavoro nero che dalle nostre parti non manca.

In compenso la popolazione cittadina è scesa sotto i 50mila abitanti, in città sfrecciano le auto di grossa cilindrata; e le banche sono pieni di soldi dei mazaresi, un mistero che si perpetua, su e giù nel tempo. Ma al di là delle promesse non mantenute, bisogna essere positivi (non da Covid evidentemente). Deve essere positivo il pensiero. Anche gli ottimisti più incalliti non possono negarlo: il periodo non è per niente roseo. Tant’è che sorridere alla vita sta diventando un’impresa ciclopica, a meno che non si sia dotati di una grande, immensa fiducia nel futuro.

In effetti, alzarsi alla mattina e sentirsi carichi di positività negli ultimi tempi è abbastanza difficile. Ma siccome non si può (e non si deve) soccombere, bisogna trovare ogni giorno qualche spunto per tentare di sopravvivere al meglio. O alla meno peggio, a seconda dei risultati degli sforzi compiuti. Voglio abbracciare il pensiero positivo anche per quel che riguarda i giovani. I quali è vero che non trovano lavoro e che faticano a metter su famiglia ma hanno le giuste energie per inserirsi nella società e in un lavoro, comunque, difficile da trovare.

Buon anno.

Salvatore Giacalone

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