Bambini abusati, abbandonati e anche uccisi. Storie crudeli del nostro tempo a cominciare dall’’abuso fisico e sessuale, che rappresenta una delle più esecrabili emergenze sociali, non solo per la sproporzione di forze tra il maltrattante e il maltrattato e per il tradimento della fiducia dei bambini/e negli adulti, ma anche per le conseguenze di medio-lungo termine sulla salute e l’equilibrio psicologico dei maltrattati e più in generale su tutta la società. Nell’ultimo rapporto annuale del Telefono Azzurro, è emerso che ogni 72 ore circa si verifica un caso di abuso sessuale su minore, in 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%), e in un caso su tre la vittima tace per paura e vergogna.
Un paio di anni fa la polizia di Mazara del Vallo ha tratto in arresto un uomo di Castelvetrano perchè accusato di adescamento, pornografia su una minore, sua allieva di ballo. E sempre a Mazara, negli anni, si sono registrati casi di violenza su minore anche nell’abito familiare: il padre orco ecco una figura inconcepibile. A fronte di un fenomeno di cui in Italia migliaia di bambini e adolescenti sono vittime, è stato avviato un lavoro di ricerca per analizzare la condizione di vulnerabilità al maltrattamento infantile nei differenti territori italiani.
In caso di sospetti abusi su minori, è sempre importante rivolgersi a un medico, a uno psicologo e alle forze dell’ordine. Ci sono alcuni comportamenti sentinella che possono aiutare a comprendere se un bambino sotto i sei anni sia o meno stato vittima di abusi sessuali, e sono: disturbi del sonno e delle condotte alimentari, lamentele per dolori fisici (cefalea, dolori addominali), preoccupazioni insolite, paure immotivate, rifiuto nel mostrare il corpo nudo, esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo).
Bisogna stare molto attenti e verificare se l’orco è dentro casa o a pochi passi. Avere il coraggio di uscire all’aperto e denunciare senza paura, senza timori, l’unica medicina per rompere il silenzio. Poi le altre cure, mediche e psicologiche. Le statistiche ufficiali relative all’abuso sui minori indicano che l’autore di reato è principalmente un soggetto di genere maschile. In Italia le donne commettono circa l’1% di tutti i reati sessuali e non raggiungono il 2% delle condanne. Gli studi presenti in letteratura individuano tra i fattori di rischio di reato sessuale per la donna: il ruolo di madre, la giovane età, un basso livello culturale, un passato caratterizzato da abusi sessuali e violenze che si scatenano all’interno del nucleo familiare.
Sono largamente diffusi disturbi psichiatrici più o meno gravi. Tendono spesso ad agire con un complice e non hanno una carriera criminale legata agli abusi sessuali, arrivando spesso all’arresto incensurate. Le vittime sono bambini molto piccoli a partire dai neonati fino agli adolescenti. Poi ci sono anche le sparizioni: una madre chiama “Chi l'ha visto” dicendo che suo figlio è sparito da tempo e nessuno l'ha aiutata a cercarlo e poi ancora, un bambino viene ucciso assieme a suo padre con un colpo di rivoltella in una zona centrale di Roma.
Un altro bimbo viene ucciso dal patrigno e la madre assiste senza fare nulla. E’ successo in Sicilia, a Rosolini. Cosa è successo alla nostra società, alla nostra vita? Fatti che sconvolgono più degli atti di violenza e dei soprusi messi in atto perché ci toccano nel nostro quotidiano e ci tolgono la sicurezza di camminare sulle strade, nei luoghi dove si fa la spesa, lungo il mare dove ogni giorno ritornano le barche con la pesca, alla sera quando si abbassa la saracinesca del proprio negozio.
Fatti cui un tempo, quando l'economia del nostro Paese ci permetteva una sicurezza maggiore di oggi, guardavamo, raccontati alla tv, dal nostro salotto o dal tavolo da pranzo quasi fossero storie di altri. Se ne poteva parlare e giudicare con opinioni diverse poiché non ci sentivamo personalmente messi in discussione. Oggi in un momento di crisi che ci rende più insicuri del nostro futuro, ogni atto che colpisce l'armonia della nostra società ci trova più scoperti, più deboli nelle nostre reazioni.
Partecipiamo alle fiaccolate di protesta certamente, ma resta un atto dovuto e limitato. Forse la possibilità di un minore dispendio di denaro, la scossa psicologica che dà la perdita di un lavoro o l'aumentata difficoltà per trovarne uno ci ferma a riflettere sul mondo che ci vive attorno e a scoprire finalmente che tutto ci riguarda: il male e il bene, la paura e la morte senza una ragione. I media ci avevano abituato a leggere e a guardare i fatti negativi come scorresse davanti a noi un film, a volte tanto ripetitivo da annoiare invece di sollecitare in noi una meditazione sul degrado della nostra società.
Con lentezza, anno per anno, è penetrato nella nostra vita un eccessivo concedere o accettare come inevitabile la corruzione, la perdita di rigore civico, il mancato rispetto della persona. Abbiamo accolto come regime di vita l'egoismo, il bene proprio, utilizzando mediazioni illecite senza rimorso e senza più scandalo. Gli errori e la conduzione disonesta della cosa pubblica che la stampa evidenzia diventano lo scoop di un giorno e non scuotono la nostra coscienza, se non ci toccano personalmente.
Ma ora dobbiamo ritrovare l'anima di questa società. Migliorare il costume e l'atteggiamento nei confronti del mondo che ci vive accanto, anche se di colore o tradizione diversa. Pretendere da chi ci governa la dirittura morale che ricordiamo essere la forza maggiore per uscire da ogni crisi. Ritrovare l'orgoglio d'essere onesti.
Salvatore Giacalone