"Una punta di Sal". La corsa al voto. Quando si dice "ai miei tempi..."

Le campagna elettorale di ieri e di oggi. Il problema dell'astensionismo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Maggio 2024 09:41

Le tornate elettorali sono un caravanserraglio, non c’è scampo. E’ un po’ come a Natale, tutti sono più buoni, si saluta perfino il vicino di pianerottolo al quale s’è rifiutata la firma per i riscaldamenti. Quando si sta per andare alle urne, siamo schietti, perfino la politica è propensa ad ascoltare i cittadini, e il via-vai negli uffici dei comitati elettorali si fa caotico, come il traffico di quando si parte per le vacanze. Promesse, promesse vane. Pie illusioni. La politica è cambiata, purtroppo in peggio.

E si rimpiangono i tempi di Ugo Zatterin, tv in bianco e nero, quando il confronto era sulla base del dialogo e non dell’urlata, del “lei non sa chi sono io”, del “sono stato offeso e quindi lascio lo studio”. Per tacere di situazioni al limite, dove s’è arrivati alle mani. Cosa si aspettano i politici dagli elettori? Che corrano alle urne per dar loro la preferenza? L’ennesimo calo dell’affluenza registrato nelle ultime consultazioni elettorali dovrebbe far capire che la gente è stanca di questo modo di fare politica, del “magna-magna” sussurrato e mai ammesso, delle combine, del “lui è peggio di me”.

O, ancor più grave, del “così fan tutti”. Qualche giorno fa è stato presentato il libro “Berlinguer segreto” di Amedeo Lanucara (ed.Telesio) , che purtroppo non ho ancora letto ma di cui mi sono fatto un’idea leggendo le recensioni che mi hanno fatto rivenire in mente i faccia a faccia educati e da galantuomini, dello stesso Enrico Berlinguer e di Giorgio Almirante. Idee diametralmente opposte. Pensieri sempre discordanti. Ma la politica era migliore. Come dimenticare quel momento in cui Almirante andò a rendere omaggio al “nemico” Enrico, alla sua morte? Purtroppo c’è da ammetterlo.

Si stava meglio quando si stava peggio. O, almeno, pensavamo di stare peggio. Questa frase è sempre sulla cresta dell’onda e la sento da sempre. Da piccolo la sentivo ripetere dagli anziani quando la domenica si trovavano a giocare in qualche circolo a briscola e in palio c’erano bevande o qualche caffè. Si stava meglio senza UE e senza Euro anche se nel mondo non abbiamo mai contato un granché e tutti sanno che l’unione fa la forza? Si stava meglio quando c’era tanto lavoro anche se i tassi di interesse dei mutui erano a doppia cifra e bastava chiudere un rubinetto in Arabia per far andare a piedi tutta l’Europa? Si stava meglio pure quando i treni arrivavano puntuali anche se all’epoca proprio benissimo non si stava? Un amico che ha studiato al Liceo Classico, parlando di quest’argomento, si è rammentato una versione di Cicerone che si lamentava dei giovani che non avevano rispetto per le istituzioni, erano indolenti e poco inclini al sacrificio e a Roma “si stava meglio quando…” lui era giovane.

A quanto pare biasimare i più giovani è uno sport in voga da diverse migliaia di anni come pure la nostalgia di un passato che non tornerà più. Ma in tema di campagna elettorale, tuffiamoci dell’eterno dilemma tra intelligenti e furbi, e bisogna sapere scegliere. In qualsiasi campo e settore della vita pubblica si incontrano furbi, nella politica, spesso, ma principalmente negli affari, nel lavoro, dall’altra parte c’è gente che lavora di gomiti e vuole andare avanti con le proprie idee senza scorciatoie.

Parliamo anche delle prossime elezioni amministrative di Mazara, in cui furbizia ed intelligenza si confondono e confondono anche gli elettori. La furbizia è un uso del raziocinio sempre rivolto a uno scopo, la furbizia è l'utilizzo puramente strumentale del raziocinio, la riflessione sui mezzi e le azioni che portano a un obiettivo. Un esempio: l'invenzione della ruota per facilitare i trasporti non è furbizia bensì intelligenza. All’inizio, per esempio. ci trovammo tutti impreparati davanti al virus sconosciuto che partito da lontano in poco tempo cominciò ad ammazzarci in casa nostra.

Forse è stata una delle poche volte in cui ci siamo sentiti tutti fessi, degli sciocchi uniti dalla paura, dal non sapere che cosa fare e come reagire al morbo. Chiusi in casa, guardavamo dai balconi e cercavamo la vita. Sono passati oltre due anni e la gran parte degli italiani sono tornati furbi, e ormai non c’è giorno che non si legga delle mille trovate per sfuggire a questa o quella restrizione. Eterna lotta quella tra fessi e furbi. Un tempo, almeno a me sembra, i fessi erano la gran parte: quelli che pagavano il dovuto, che faticavano per studiare e conquistare un posto di lavoro, una casa per metter su famiglia.

E non c’è più storia, se domandi a qualsiasi persona se preferisca esser fesso o furbo su quale sarà la scelta. “In Italia il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle”. Lo diceva Giuseppe Prezzolini, scrittore, giornalista, uomo dalle mille sfaccettature. Un tempo qualcuno ci avrebbe spronato ad avere fede nell’intelligenza, che avrebbe alla fine vinto. Ma non è così, perché il furbo, che sta sempre davanti, molte volte se ne frega dell’intelligenza, mentre l’intelligente lo troviamo spesso fesso.

Non se ne esce, una società più giusta, più equa, dovrebbe bandire i furbi e premiare i tanti altri intelligenti. Si avvicinano le tornate elettorali in cui si voterà per eleggere i deputati europei e per le amministrative in cui si dovranno eleggere sindaco e consiglio comunale. Due elezioni importanti che guardano al futuro europeo e al futuro di alcune città, fra cui Mazara. E in Città vi è un grosso fermento, tutti alla ricerca di voti, per se stessi e per i relativi candidati sindaci.

I candidati al consiglio comunale sono 330. I posti in Consiglio comunale sono 24. Il sindaco eletto si porta in consiglio 16 consiglieri, quello perdente 8 compreso lo stesso sindaco perdente, come è successo nel 2019 con l’eletto Salvatore Quinci e il perdente Giorgio Randazzo. Le liste ammesse in Consiglio devono superare il 5% dei voti scrutinati e, quindi, fa base l’affluenza alle urne nelle giornate dell’ 8 e 9 giugno. Nel 2019 sono state diverse le liste che non raggiunsero il 5%.

Si recò alle urne il 65,02% degli elettori aventi diritto che erano 43.567. Per le prossime elezioni forse saranno qualcosa di meno perché è diminuita la popolazione. Buon voto a tutti

Salvatore Giacalone

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