“Una punta di Sal”. I giovani lontani dalla politica. A Mazara si accende una “fiammella”.

La seconda edizione della manifestazione "Cumulè" (dal 19 al 21 settembre) è un buon segnale...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Settembre 2025 10:59
“Una punta di Sal”. I giovani lontani dalla politica. A Mazara si accende una “fiammella”.

Uno dei fenomeni che maggiormente investe il secolo che stiamo vivendo è la sempre minore affezione dei giovani – dai 16 anni sino ai 35 – alla dimensione sociale e a quella politica; un interesse che sembra quasi totalmente scomparso tra i ragazzi con numerose conseguenze sia sul piano interno che sul piano internazionale e che sta cambiando rapidamente la società in cui viviamo. Da almeno un decennio stiamo assistendo ad un continuo calo dell’interesse da parte dei giovani all’ambito sociale e soprattutto alle dinamiche politiche; a testimonianza di ciò la sempre minore partecipazione a progetti sociali e di volontariato e il tasso di astensionismo al voto in continua crescita.

Sta prendendo piede sempre più rapidamente una società travolta dalla frenesia, dalla mancanza di tempo perenne, sempre meno attenta alle questioni sociali e al coinvolgimento dei giovani in progetti di diversa natura, in particolare in quelli politici. A Mazara del Vallo, un gruppo di giovani tenta di dare una svolta, quanto meno un interesse, e già lo scorso anno, nel mese di settembre, ha organizzato il festival "Cumulè" della partecipazione (in copertina una foto della prima edizione). Fra pochi giorni, dal 19 al 21 prossimi, la seconda edizione con un programma decisamente impegnativo.

I temi in una loro nota. “In questa prossima edizione, con di Cumulè vogliamo riconnettere la politica con il territorio, affrontando alcune tematiche che ci stanno a cuore. Proveremo a riflettere su come avere cura delle periferie, butteremo un occhio su quel movimento di persone che stanno lottando per veder affermato il diritto a restare al sud, parleremo di politiche di genere e sul cammino delle donne soprattutto in Sicilia, ci confronteremo sul delicato tema del fine vita e dedicheremo una giornata al nostro tessuto produttivo con particolare occhio alle sorti di pesca e agricoltura.

In questo percorso come sempre ci accompagneranno esperti, testimoni della società civile e politici su vari livelli”. E’ una fiammella questo Cumulè, niente di eccezionale ma è un segnale di cambiamento considerando la sempre minore partecipazione dei giovani alle tornate elettorali e conseguentemente la minore importanza che viene attribuita al diritto di voto, che oltre a essere tale, è prima di tutto un dovere civico sancito dalla Costituzione, ma sempre meno sentito. Questo fenomeno è causato in parte anche dai cambiamenti che hanno investito la comunicazione politica a partire dalla diffusione di Internet e in particolare dei social networks; vengono meno le strutture intermedie tra gli elettori e i partiti, sostituite dai luoghi di discussione mediatici che allontanano i giovani dalla partecipazione diretta e costante alle dinamiche politiche.

Tutto il dialogo politico oggi si svolge su Internet, tra dirette, storie e post, contribuendo apparentemente a rendere il coinvolgimento molto più agevole, ma di fatto portando ad un progressivo allontanamento dei giovani dagli scambi politici. Nella scorsa edizione di Cumulè, l’assessore comunale Gianfranco Casale, ideatore e organizzatore insieme ai suoi compagni di Partecipazione Politica, ha affermato: “Qui a Mazara, stiamo cercando di inserire nel quadro amministrativo tutti gli strumenti che permettano sussidiarietà orizzontale e circolare, seguendo tre capisaldi: coinvolgere giovani (non a caso, le Consulte di quartiere sono aperte al voto anche dei sedicenni), cittadini e cittadine straniere (Mazara come è noto è una città interculturale, con una grande comunità tunisina che partecipa ai processi di democrazia partecipata, ma ha anche tanti altri concittadini di nuova migrazione, dai subsahariani a cinesi, bengalesi, ecc.), garantire rappresentanza a entrambi i generi.

Seguiamo i modelli partecipativi emiliani, abbiamo anche fatto formazione per cittadine e cittadini che volevano spendersi nelle consulte e nei patti di collaborazione. Certo, il processo è molto lento. Rendere la partecipazione civica sempre più visibile nelle nostre politiche comunali aiuta a dare impulso al cambiamento sociale delle nostre realtà”. Rimane il problema di fondo nazionale e cioè la continua diminuzione di interesse dei giovani alla politica che è un problema di cui è assolutamente necessario parlare: innanzitutto nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi da prima che questi acquistino il diritto di voto, per permettergli di sviluppare una coscienza critica che li porti a fare una scelta ragionata, consapevole e soprattutto indipendente.

I social network potrebbero essere usati in modo più intelligente e semplice per permettere ai ragazzi di avvicinarsi ai partiti o ai movimenti che preferiscono seguire. In generale è urgente ed essenziale che i giovani tornino ad interessarsi e a mettersi in gioco nell’ambito politico e sociale in un paese come il nostro che ha un imprescindibile bisogno di un ricambio generazionale e di una svolta radicale dal punto di vista della partecipazione politica e della classe dirigente del paese.

Così come è necessario attivare un dialogo e una collaborazione che conduca ad un ascolto frequente e concreto delle istanze dei giovani.

Salvatore Giacalone

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