"Una punta di Sal". Conflitti fra religioni? A Mazara culture e religioni convivono

La convivenza di diverse religioni ha stimolato scambi e influenze reciproche, visibili nelle tradizioni...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Ottobre 2025 17:44

Dio lo s'invoca, lo si prega. Si chiedono grazia e protezione. Eppure si muore barbaramente nel suo nome, da sempre. Inorridiamo di fronte a quanto accade nella striscia di Gaza, ma in fondo, dietro tutto questo, c’è lo scontro tra le religioni monoteistiche e pure al loro interno se pensiamo ai cristiani di Russia e Ucraina. C’è violenza indubbia in chi ritiene di possedere la verità assoluta a scapito degli altri. Mi colpisce sempre quella parte di cattolicesimo che rimproverava a Papa Francesco di essere apostata perché non rivendicava la supremazia del suo Dio rispetto agli altri.

Dio non c'entra, non è un oscuro burattinaio, è il nostro libero arbitrio a combinare tutto questo. E, anzi, Bergoglio con islamici ed ebrei che condividono l'idea di pace, ha fatto bene a impegnarsi per questo. Ma l'idea sciagurata della supremazia da conquistare è il male assoluto che contamina gerarchie religiose, politici e, purtroppo, anche molti laici sedicenti credenti. Ma in che cosa? Pensiamoci, ma tanto del conflitto geopolitico ed economico dipende da questo snodo. Eppure esiste un luogo, una città in cui queste guerre tra religioni monoteistiche non accadono.

Anzi. La presenza storica delle tre religioni principali (ebraismo, islam e cristianesimo) a Mazara del Vallo ha portato alla creazione di un patrimonio culturale e artistico unico, visibile nell'architettura della Kasbah e in altre zone della città, e ha reso la città un importante crocevia di culture, anche grazie alla sua posizione strategica e al suo ruolo di emporio commerciale. Certo, la religione cristiana è quella dominante e si manifesta in tutta la città, con la presenza della Diocesi di Mazara del Vallo con le chiese e i monumenti religiosi che testimoniano una lunga presenza e influenza del cristianesimo.

Eppure Mazara è stata sotto il dominio arabo, e questa eredità è ancora evidente nel quartiere della Kasbah con le sue strette e intricate viuzze, ricorda le medine islamiche, integrando aspetti culturali ed etnici. Gli ebrei avevano un proprio quartiere, chiamato Giudecca, che era il fulcro della loro comunità anche se l’'antica sinagoga fu trasformata, dopo l'espulsione degli ebrei, prima in un cenobio, un monastero dove si riunivano i monaci e poi radicalmente nella chiesa di Sant'Agostino.

Sicuramente la posizione geografica di Mazara sul Mediterraneo ha favorito la convergenza di diverse culture e religioni, rendendola un punto di incontro. La convivenza di diverse religioni ha stimolato scambi e influenze reciproche, visibili nelle tradizioni e nello stile di vita locale, contribuendo a creare una cultura unica e sfaccettata. La città è stata chiamata “Inclita Urbs”, ha fiorito come emporio commerciale, attirando mercanti e culture da diverse parti del Mediterraneo, rafforzando ulteriormente la sua natura multiculturale.

In sintesi, la presenza storica delle tre religioni a Mazara del Vallo ha plasmato la sua identità, lasciando un'impronta profonda nel tessuto urbano e culturale della città, rendendola un esempio significativo della ricchezza derivante dall'interazione tra diverse fedi e tradizioni. A Mazara il cristianesimo viene certificato. Siamo tra l’anno 1000 e il 1100. Il Papa esercitava un dominio territoriale al di fuori dello Stato della Chiesa attraverso la rete dei vescovi. Mazara era un grande vescovado.

Nel settembre del 1093 il normanno Ruggero d’Altavilla, che nel 1072 aveva restituito «Mazara all’Europa cristiana», fondava la diocesi di Mazara assegnandole un vastissimo territorio che confinava a nord, ovest e sud con il mare e a est con i territori di Carini e Corleone e il fiume Belice, e ne affidava il governo a Stefano de Ferro, suo consanguineo. La fondazione della diocesi rientrava nel disegno politico di ridare cristianità alla Sicilia e di riorganizzazione la Chiesa latina.

Il riconoscimento pontificio della diocesi di Mazara fu ufficializzato da Urbano II con la bolla del 10 ottobre 1098 e confermato il 15 ottobre 1100 dal suo successore Pasquale II. Il 1844 è l’anno fatale per la Diocesi, che subisce un duplice smembramento: col primo, avvenuto in forza della Bolla pontificia “In suprema militantis ecclesiae” di Gregorio XVI del 20 maggio 1844, vengono aggregati all’arcidiocesi di Monreale i seguenti nove comuni: Borgetto, Capaci, Carini, Partinico, Terrasini, Balestrate, Torretta, Valguarnera Ragalì.

Con la Bolla pontificia “Ut animarum pastores” del 21 maggio 1844 viene smembrato dalla diocesi l’intero territorio della diocesi di Trapani con i seguenti comuni: Trapani, Erice, Paceco, San Lorenzo (Xitta) e le isole di Pantelleria, Favignana, Levanzo e Marettimo. E la città ed i cittadini come vivevano? Erano interessati alle vicende dei ridimensionamenti diocesani? Non erano assolutamente interessati alle “cose di chiesa” ma alle decime da versare alla mensa vescovile. La città, a livello economico e politico, tra l’altro, non stava vivendo un buon momento perché usciva dai moti rivoluzionari del 1820.

Al Comune i bilanci erano in nero e si deve arrivare al 1843 per trovare un bilancio in condizioni meno deplorevoli dei precedenti. In sostanza, una situazione finanziaria quasi uguali a quella che si vive oggi. Nella Diocesi Mazara la data storica rimane l’8 Maggio del 1993. La Chiesa di Mazara celebra i novecento anni dalla sua istituzione. Sua Santità Giovanni Paolo II, nell’ambito delle celebrazioni centenarie, indìce per la Chiesa di Mazara un anno giubilare straordinario. Accolto da una immensa folla convenuta da tutta la Diocesi, concelebra con il Vescovo e tutto il presbiterio diocesano nel piazzale antistante la chiesa San Vito a riva di mare.

Una grande festa religiosa di popolo e di colori. Con la presenza anche di molti islamici. Il loro regno è in uno dei luoghi più caratteristici della Kasbah, dove vi è una piccola Moschea. Qual è la sua particolarità? E’ uno degli esempi di integrazione più esemplari per una caratteristica molto particolare. Infatti è l’unica in Italia e una delle pochissime in Europa ad avere quattro altoparlanti sul tetto da cui fuoriesce la voce del Muezzin che richiama i fedeli alla preghiera e che si sente in tutto il centro storico. Da una chiesa cattolica fuoriesce il suono delle campane.

Altro che scontro tra religioni !!!

Salvatore Giacalone 

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