Ultime della sera: “Patris corde…”

...Con cuore di Padre...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
10 Luglio 2021 18:30
Ultime della sera: “Patris corde…”

La recente scomparsa di Monsignor Antonino Bellissima, ha fatto riavvolgere, in molti di noi sin da piccoli cresciuti attorno alla sua figura, il nastro della vita riproponendo una serie di situazioni, episodi, immagini ed eventi dove lui è stato sempre a noi vicino e che hanno contribuito a modellare e forgiare il nostro carattere e la nostra essenza.

Una forgia lenta, non invasiva, silente, fatta per lo più di testimonianza insieme a essenziali indicazioni da tenere a riferimento. Il nostro “Patruzzo” vive dentro di noi adesso così come è stato sempre per tutte le volte in cui lo abbiamo cercato (o lui lo ha fatto) e quel suo grande cuore di Padre palpita e ci indirizza nelle scelte che quotidianamente ci troviamo a fare.

Avrei tantissimi episodi da potere raccontare sul mio rapporto con “Patruzzo” e nessuna sarebbe tanto lontana dalle esperienze che molti della mia generazione hanno vissuto soprattutto tra le fila degli scout. Lascio queste vicende al mio intimo perché in ciascuna di esse la vera ricchezza è stata la sua ricezione ed elaborazione intima del messaggio che conteneva attraverso le parole, gesti, sguardi e sorrisi che sapevano dire molto più delle parole.

Desidero piuttosto proporre un accostamento che mi ha suggerito la lettura della recente Lettera Apostolica di Papa Francesco “Patris Corde”, dedicata alla figura di San Giuseppe. Potrebbe, in apparenza, sembrare una forzatura, ma condivido le mie riflessioni sulle similitudini che mi sono saltate agli occhi (e al cuore). Riporto in seguito stralci della Lettera di Papa Francesco

San Giuseppe era “Un umile falegname sempre pronto e eseguire la Volontà di Dio”.

Padre Amato: “La sua paternità si è espressa nell’aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio e totale dono di sé.

Padre della Tenerezza: “Gesù ha visto in Giuseppe la tenerezza di Dio”.

Padre nell’obbedienza: “In ogni circostanza della sua vita, Giuseppe seppe pronunciare il suo fiat”.

Padre nell’accoglienza: “Giuseppe esprime tramite il dono dell’accoglienza la sua fortezza e non la rassegnazione”.

Padre del coraggio creativo: “Davanti alle difficoltà Giuseppe si è sempre ingegnato tirando fuori risorse e soluzioni”.

Padre lavoratore: ”Il lavoro di umile carpentiere per sostenere la famiglia diventa partecipazione all’opera della salvezza”.

Padre nell’ombra: “Padre non si nasce ma si diventa perché si assume la responsabilità della vita di altri”. “La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé ma del dono di se”.

Che dire: mi verrebbe di fermarmi e non aggiungere altro dopo l’immersione su queste ed altre righe. Noi tuoi figli, caro Patruzzo non finiremo mai di esserti grati per il grande cuore di Padre che ci hai mostrato nei fortunati tratti di strada che insieme abbiamo percorso.

Sono sicuro che nel cielo Giuseppe è già corso a cercarti: c’è bisogno di braccia operose per la grande falegnameria. E noi, tuoi ciocchi di legno modellati dalle tue mani, saremo pronti ad aiutarti e a riprendere le canzoni, le strade, le vallate, i bivacchi, gli zaini, le tende per i grandi bivacchi nelle praterie del cielo.

Grazie Padre !!!

di Mare CALMO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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