Ultime della sera: “Imparerò il tuo nome”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
04 Luglio 2020 18:34
Ultime della sera: “Imparerò il tuo nome”

Narrano le cronache di questi giorni, la storia di un incontro divenuto amore. Non si tratta del nuovo amore  pruriginoso e peccaminoso di un Vip da sbattere sulle copertine dei giornali, disordinatamente impilati sui tavolini dei parrucchieri, eppure ha in sé qualcosa di meravigliosamente scandaloso, come solo l’amore vero può avere. Lo scenario è la Sicilia, Palermo in particolare e la storia riguarda una donna eritrea, giunta qui in fuga dal suo paese con la sua famiglia quando aveva 11 anni con la sua famiglia, e un bambino siciliano ospite di una comunità.

La donna è una psicologa, e già qui per qualcuno ci sarebbe da gridare allo scandalo! Ha studiato e si è laureata qui ed è responsabile di un centro di accoglienza.  Il bambino è un bambino e basta. La sua famiglia d’origine, come quella di tanti altri bambini, ha difficoltà ( che non sappiamo e che non ci interessa sapere) e vive, dalla metà dei suoi sette anni, in una comunità. La donna , dopo una lunga trafila di incontri, colloqui, idoneità, relazioni e certificazioni utili ma che sfiancherebbero qualsiasi malferma volontà, sta per diventare la sua mamma affidataria.

Lei è nera come un tizzone, lui è bianco. Ma questo all’amore non importa.  Lei ha braccia lunghe che si avvolgono a nido intorno agli occhi verdi del bambino che le viene affidato. L’affidamento familiare, normato da leggi che prevedono che un minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo a favorirne la crescita, ad accoglierne i  bisogni, a garantirne i  diritti, sia accolto in un contesto diverso, è essenzialmente, un atto d’amore. Chi vive in una relazione d’amore sicura, positiva e stabile, sperimenta continuamente la possibilità di fidarsi e di affidarsi .

Provate a verificare, in questo momento, proprio adesso che distrattamente state leggendo queste righe capitate non so come sotto i vostri occhi, se  e quanto potete testimoniare cosa siano il fidarsi e l’affidarsi in amore e come sia “salvifica” questa certezza, quando c’è.   E se questo vale nelle relazioni d’amore fra adulti, pensate a come può essere importante nelle relazioni  tra adulti e bambini.  Avrete sicuramente già sentito di quella situazione in cui, al buio o nella coltre di un intenso fumo,  il genitore, non visibile, chiede al bambino in pericolo di buttarsi:  “buttati, anche se non mi vedi io sono qui e ti prendo”  e il bambino, riconoscendo la voce, si affida al vuoto e si ritrova fra le braccia di chi lo ama e ha costruito con lui un rapporto di fiducia.

Questo è affidarsi, permettersi di farlo. Una donna e un bambino stanno imparando a fidarsi e ad affidarsi e il colore della loro pelle è una faccenda che riguarda solo gli occhi di chi osserva dall’esterno. Molti bambini come quello, oggi si trovano nelle comunità e nelle case-famiglia  e non tutti sono dichiarati adottabili: per molti di loro, ancora si sta provando a lavorare sui nuclei familiari  d’origine, per verificare se siano in grado di riaccoglierli. Ma intanto avrebbero bisogno dell’amore di qualcuno che, senza aspettarsi niente in cambio, li raccolga dal loro smarrimento e dalla loro disperazione e li rassicuri: “imparerò il tuo nome e tu imparerai il mio  e mi chiamerai e ti chiamerò e non avremo più paura”.

La storia d’amore che entra nelle cronache solo per un dettaglio cromatico della pelle, è un invito per tutti noi a trovare il coraggio di fare spazio dentro e intorno a noi, per accogliere lo sguardo deluso, triste, arrabbiato e affamato d’affetto di un bambino. E poi la vita deciderà se il suo posto sarà sempre accanto a noi o se da noi si allontanerà. Comunque vada, affronterà il suo cammino portando con sé l’amore che gli avremo saputo donare e sarà torcia che illuminerà i suoi passi anche nei giorni più bui.

Grazie a quella donna venuta da lontano che, avendo ricevuto il dono grande dell’accoglienza, oggi si inginocchia davanti ad un bambino per restituirglielo centuplicato,  e grazie a tutti quelli che non finiscono sui giornali e le cui azioni d’amore non  pretendono copertine. Nessun bambino è sbagliato, neanche quelli che sono convinti di essere frutti di sbagli, pietre di inciampo, problemi di cui liberarsi. Le ferite che portano nel cuore o nell’anima, chiedono solo il sollievo di una carezza.

Maria Lisma

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