Ultime della sera: “Il gatto animale simbolico”

Il gatto nella filosofia scolastica e nel pensiero anarchico

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Novembre 2021 19:00
Ultime della sera: “Il gatto animale simbolico”

Il 'bestiarum' è un testo tipico del Medioevo in cui venivano descritti e raffigurati in fantastiche illustrazioni animali reali e immaginari. Il metodo e lo scopo non erano quelli delle moderne scienze naturali, bensì presentare tali creature allegoricamente per trarne conclusioni e insegnamenti morali coerenti con la Bibbia.

Per quanto riguarda il gatto, animale oggi amato e vezzeggiato, la reputazione era veramente pessima. Il felino domestico, in particolare quello nero, era considerato la reincarnazione del diavolo o una trasformazione di qualche strega. Un animale eretico che non infrequentemente ha pure subito processi e condanne al rogo. Persino la sua funzione vantaggiosa, quella di cacciatore di topi, rafforzava la sua fama sinistra; il modo con cui gioca con la preda prima di ucciderla era giudicato affine alle false lusinghe con cui il demonio tentatore affascina e cattura il peccatore. Il cane al contrario era molto lodato non solo per la sua utilità in molte attività indispensabili all'uomo (caccia, guardia, difesa...) ma anche per la sua fedeltà e per la sua obbedienza al padrone. Non è un caso se la sua effigie compare spesso negli stemmi araldici e accompagna santi celebri e venerati come San Rocco, San Domenico e San Vito.

Secoli dopo il cane e il gatto, ognuno con le proprie peculiarità, tornano protagonisti nell'immaginario culturale europeo, in un ambito radicalmente differente, il pensiero anarchico. Gli anarchici francesi hanno sottolineato l'identificazione del cane (chien) con i rappresentanti dell'ordine costituito e della gerarchia militare con calembours sprezzanti come "politichiens" e "milichiens". Il miglior amico dell'uomo viene trasformato come il ringhioso e ottuso servitore, quindi complice della repressione individuale e sociale. Il gatto notoriamente distaccato e autonomo ha trovato i suoi più convinti e sinceri estimatori. L' "anarchat", l'anarcogatto per eccellenza non è un gatto qualunque ma il famigerato gatto nero, icona inconfondibile dei libertari. Se nel Medioevo aveva simboleggiato il male, il diavolo, l'eresia, l'anarchismo realizza una transvalutazione dei valori per veicolare un messaggio di disobbedienza, libertà, antidogmatismo.

Particolare significativo l'anarchat non ha nulla in comune con il pigro gatto da salotto borghese, che si struscia e fa le fusa godendo del benessere domestico. È magro, scattante, nervoso, dal pelo ispido e dall'espressione beffarda, con cui esprime la sua estraneità e il suo disprezzo a una società ingiusta e discriminatoria.

di Francesca RUSSO

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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