Oggi 21 settembre si celebra la Giornata Internazionale della Pace, e lo sguardo non può che essere rivolto verso la costruzione di un mondo migliore post-pandemia
Infatti ogni anno, il 21 settembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/37 che l’ha istituita, il 30 novembre del 1981, celebra la “Giornata Internazionale della Pace” che è un giorno all’insegna della pace mondiale e della non violenza con l’obiettivo di rafforzare gli ideali di pace.
Il tema scelto per il 2021 è “Recuperare meglio per un mondo equo e sostenibile”, una risposta che arriva a più di un anno di pandemia di COVID-19 che ci ha costretto a pensare in modo creativo e collettivo su come riprenderci al meglio e trasformare il mondo in un luogo più equo, più giusto, più inclusivo, più sostenibile e soprattutto più sano.
Pace, come sappiamo, non significa soltanto assenza di conflitti armati, ma anche uguaglianza e benessere delle persone. È evidente che garantire questi diritti diventa più difficile nelle zone in guerra. La pandemia ha chiaramente accentuato le disuguaglianze e ha colpito duramente i gruppi svantaggiati ed emarginati. Dopo aver somministrato miliardi di dosi di vaccini, l’Europa comincia (forse) a vedere il COVID-19 più lontano. Ma non è così per tutto il pianeta. Ad aprile 2021, oltre 100 paesi non avevano ancora ricevuto una singola dose.
Per poter garantire l’accesso a vaccinazioni e cure, nel mese di febbraio 2021 il Consiglio di Sicurezza ha approvato all’unanimità una risoluzione che invita gli Stati membri a sostenere una “pausa umanitaria prolungata” nei conflitti locali. Un cessate il fuoco globale, come quello già convocato nel mese di marzo 2020, che, purtroppo, non ha evitato né fermato tutti gli scontri.
Il COVID-19 ha messo sul tavolo un nemico comune dell’umanità che dovrebbe servire come esempio di un bisogno di unità tra popoli. “Dobbiamo ricordare che non siamo nemici l’uno dell’altro. Per poter riprenderci dalla devastazione della pandemia, dobbiamo fare pace gli uni con gli altri”, sostengono le Nazioni Unite.
Una pace che deve essere fatta anche con la natura. Nonostante il mondo si sia fermato qualche mese, il cambiamento climatico non si è arrestato. Continua ad essere una priorità lo sviluppo di un’economia globale, verde e sostenibile che possa diventare la base di tutto il resto.
«Fare pace con la natura è il compito fondamentale del 21esimo secolo»: dice António Guterres, segretario generale dell’Onu, senza usare mezze misure nel tratteggiare la situazione ambientale della Terra.
«Ci troviamo di fronte a una pandemia devastante, a nuovi livelli di riscaldamento globale e di degrado ecologico e a nuove battute d’arresto nel nostro lavoro verso obiettivi globali per uno sviluppo più equo, inclusivo e sostenibile. Per dirla in parole povere, lo stato del Pianeta è incrinato».
L’umanità sta facendo la guerra alla natura, e parole di Guterres vanno al cuore del problema, senza convenevoli «L’umanità sta facendo la guerra alla natura. Questo è un suicidio. La natura reagisce sempre, e lo sta già facendo con crescente forza e furia».
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha elencato le principali criticità ambientali a livello planetario: «La biodiversità sta collassando. Un milione di specie sono a rischio di estinzione. Gli ecosistemi stanno scomparendo sotto i nostri occhi. I deserti si stanno espandendo. Le zone umide si stanno perdendo. Ogni anno perdiamo 10 milioni di ettari di foreste. Gli oceani sono sovrasfruttati e soffocano con i rifiuti di plastica. L’anidride carbonica che assorbono sta acidificando i mari. Le barriere coralline sono sbiancate e muoiono. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua sta uccidendo 9 milioni di persone all’anno, più di sei volte il conto attuale della pandemia».
Il segretario generale dell’Onu ci ricorda che nel mondo sviluppato, gli emarginati sono le prime vittime dei disastri e gli ultimi a riprendersi.
«Sia chiaro: le attività umane sono alla base della nostra discesa verso il caos. Ma questo significa che l’azione umana può aiutare a risolverlo».
Ed è per questo, che la priorità del 21esimo secolo, per tutti e ovunque, deve essere quello di fare pace con la natura.
Non esiste un vaccino per il pianeta proprio come dice Guterres riprendendo il parallelismo con la stringente attualità del Covid-19. «Per sconfiggere la pandemia, vediamo la speranza sotto forma di vaccino. Ma non esiste un vaccino per il pianeta e la natura ha bisogno di essere salvata».
di Francesco SCIACCHITANO
La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.
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