Ultime della sera: “Basta un fiore”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
15 Settembre 2020 18:32
Ultime della sera: “Basta un fiore”

Mai come quest’anno l’incertezza e la precarietà hanno attraversato i nostri pensieri e le nostre azioni, non perché sia un male vivere “l’incerta traiettoria” come scrivevano Gigi Bobba e Dario Nicoli raccontando il mondo giovanile del 1987, o perché la precarietà, a cui spesso associamo valori negativi, ci deve invece far ricordare la fragilità della vita stessa e il nostro essere impotenti sullo svolgersi degli eventi. Come ad esempio sulla ripartenza, continuiamo a farci tante domande: Smart working o tornare al lavoro nei luoghi abituali? Riprendere aerei, treni, auto o continuare a videochiamare o ad usare le piattaforme di comunicazione a distanza? Ma sicuramente la domanda che tutti noi ci siamo fatti è sulla riapertura della Scuola nel mese di settembre, come è sempre stato.

A tal proposito voglio condividere un interessante pensiero postato sul suo profilo Facebook il 13/09/2020 della professoressa Rossella Viaconzi, Vice Preside dell’ICS “Alda Merini” di Milano: “DOMANI SI APRE LA SCUOLA ai bambini e ai ragazzi e un pensiero mi assale: e se fosse tutto vero? Intendo il fatto che si sia chiamati tutti a cambiare prospettiva in ogni ambito del nostro vivere e nel senso della radicalità? Se questo momento storico non sia davvero una grande, grandissima lezione per tutti, soprattutto noi adulti.

Se il rapporto educativo non sia il comunicare il nostro essere, prima che il nostro avere cultura o competenze specifiche. Se non sia cioè arrivato il momento di innovare realmente la didattica in ciascun grado scolastico e ci si interroghi nuovamente e con novità su cosa significhi valutare, ma soprattutto insegnare. Se insomma non si sia chiamati, letteralmente vocati, a mostrare la speranza per cui si vive non in un ritrito 'andrà tutto bene' (che è quanto di più misterioso ciò che ha in riserbo la vita per noi...), ma in una svolta epocale del fare scuola: si è scuola gli uni agli altri quando si condivide il proprio essere e lo si mette in discussione umilmente.

Se la scuola non sia fatta davvero da tutti gli adulti di un territorio come lo era all'origine e non solo dai professionisti dell'educazione (su cui è facile scaricare colpe o frustrazioni a vari livelli come fanno gli analisti che non muovono un dito). Se insomma noi adulti non abbiamo il dovere etico e morale di dare parte del nostro tempo e delle nostre energie per e alla scuola e non solo danari (che nei decenni precedenti le abbiamo vergognosamente sottratto senza il minimo sussulto).

Se non sia arrivato il tempo di smetterla di monetizzare tutto e sia arrivato il momento di restituire un bene, donare il nostro tempo e aiutare le nuove generazioni a sostenere la fatica del vivere scoprendone la bellezza. Mai come in questi mesi noi docenti, noi genitori ci siamo interrogati sulla vita e sulla morte e, per questo, sull'educazione. Così in questi ultimi giorni ho deciso di smetterla di ascoltare i disfattisti, i legulei e i burocrati e, pur seguendo la legge, la burocrazia, l'ansia degli adulti a tutti i livelli mi sono messa a lavorare con chi si è messo a disposizione.

Domattina non sarà tutto perfetto? Perché qualcuno lo è? Abbiamo dato il massimo dentro la pochezza che avevamo e che siamo... Perché, prima la scuola lo era? Alla fine l’Ordinanza del MIUR n. 69 del 23 luglio, che stabiliva di iniziare le lezioni su tutto il territorio nazionale il 14 settembre ( con l’autonomia delle Regioni ) è stata rispettata, e ieri il capo dello Stato, Sergio Mattarella ha salutato tutti gli studenti italiani dalla scuola primaria Guido Negri del comune veneto di Vò Euganeo ( Padova ) che è stato tra i primi e tra quelli più duramente colpiti dalla pandemia.

“L'inaugurazione dell'anno scolastico, mai come in questa occasione, ha il valore e il significato di una ripartenza per l'intera società. Lo avvertono i ragazzi, lo comprendono gli adulti e le istituzioni. Ci troviamo di fronte a una sfida decisiva. Conosco i ritardi e le difficoltà e so bene che vi saranno inevitabili polemiche, so anche che, in atto, vi sono risorse limitate. Ma un Paese non può dividersi sull'esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola” ha ricordato il presidente della Repubblica.

Infine Mattarella ha voluto commentare i fatti di Colleferro e la morte di Willy, il ragazzo "pestato a morte per aver difeso un amico contro la violenza. Il suo volto sorridente resterà come un'icona di amicizia e di solidarietà, che richiama i compiti educativi e formativi della scuola e dell'intera nostra comunità". "La scuola, la cultura, il confronto continuo - ha aggiunto - sono anche antidoti al virus della violenza e dell'intolleranza, che può infettare anch'esso la comunità se viene ridotta l’attenzione”.

E voglio concludere riportando nuovamente le parole della Professoressa Rossella Viaconzi tratte sempre dal suo profilo Facebook del 14/09/2020: “Ora ce lo diciamo: tanto rumore per nulla. La scuola è iniziata. È iniziata dentro una pandemia mondiale, una crisi senza precedenti, scarsità di personale e una macchina mediatica ansiolizzante. I genitori ci hanno lasciato i figli. Noi siamo stati al compito. I problemi si sono presentati e abbiamo cercato di risolverli. L'ansia genera solo altra ansia in noi e negli altri.

L'essere uniti e il fare tutti scuola è l'unico antidoto per sgonfiare la nostra paura e quella collettiva. Basta poco in fondo. Basta un fiore. Basta un Amore per l’educazione”.   Francesco Sciacchitano

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza