Ultime della sera: "Aggiungi un posto a tavola"

Tanta bravura e tanta emozione

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Aprile 2022 18:30
Ultime della sera:

È una sera di fine marzo e ho la possibilità di assistere ad un musical strepitoso al Teatro Nazionale a Milano. Sono molto emozionata all'idea di vedere dal vivo "Aggiungi un posto a tavola", uno degli spettacoli che da più di quarant'anni riscuote un notevole successo nei teatri italiani. Nel tempo si sono avvicendati attori e diverse compagnie, da Johnny Dorelli, spalleggiato dai mitici Paolo Panelli e Bice Valori al bravissimo Gianluca Guidi che ne ha raccolto l'eredità da talentuoso figlio d'arte.

La commedia musicale, scritta da Garinei e Giovannini nel 1973 con Iaia Fiastri, è tratta dal romanzo "Dopo di me il diluvio" di D.Forrest.

La storia è ambientata in un immaginario paesino di montagna in cui il parroco, don Silvestro, riceve una strana telefonata proprio da Dio, che gli annuncia di voler mandare sulla terra un secondo diluvio universale e gli affida l'incarico di costruire un'arca per salvare tutti gli abitanti del paese e gli animali. Don Silvestro si mette a disposizione del Padreterno anche se teme di non ottenere la fiducia dei suoi parrocchiani che potrebbero considerarlo impazzito. Infatti all'inizio non è facile convincerli, ma poi i parrocchiani, capeggiati da Clementina, finiscono col fidarsi di lui. La ragazza è la figlia del sindaco del paese ed è anche molto innamorata di Don Silvestro. Il suo è un amore adolescenziale, fatto di sospiri e batticuori, ma Clementina sa che il suo amore è impossibile perché Don Silvestro è un prete e come tale ha l'obbligo del celibato. Il diluvio però potrebbe cambiare tutto determinando un reset totale anche delle regole ecclesiastiche.

Cullata dalle musiche del maestro Trovajoli, da spettatrice, sogno anch'io un mondo migliore dopo il diluvio, insieme ai protagonisti, e nel frattempo seguo le loro vicissitudini nella preparazione dell'arca, dai sabotaggi del sindaco Crispino ai colpi di scena, come l'arrivo in paese di Consolazione.

La bravissima Lorenza Mario mi introduce nel mondo di questa donna che, invogliando tutti gli uomini a passare la notte con lei, rischia di far saltare i piani di Dio per la procreazione. Ma l'intervento divino fa in modo che Consolazione stia con un solo uomo, Toto, e che i due decidano di sposarsi. Alla fine, come in ogni commedia che si rispetti, tutto si risolve per il meglio e il lieto fine è assicurato. Rimangono comunque aperte le riflessioni sul celibato ecclesiastico e sul significato reale dell'accoglienza.

Infatti, i parrocchiani di Don Silvestro sono pronti a cantare "Aggiungi un posto a tavola, che c'è un amico in più" ma poi non accettano Consolazione come una di loro per il suo passato da donna di "facili costumi". Incoerenza tanto diffusa purtroppo in molti ambienti dove si predica bene e si razzola male. Ma l'argomento in cui gli sceneggiatori sono stati molto audaci è quello del celibato. Addirittura fanno dire a Dio che è contrario e che non avrebbe mai vietato l'amore fisico ai suoi "collaboratori diretti". È una frase che suscita subito ilarità tra il pubblico, ma che poi tocca le corde delle emozioni profonde legate all'amore che come un fiume in piena tende a rompere gli argini che lo costringono. E sulle note del brano "Peccato che sia peccato" Don Silvestro e Clementina si cimentano in domande che restano senza risposta. Perché - si chiede Clementina - è nato questo sentimento dentro di me? Perché non si può ?

"Se tu non fossi tu

amarti senza scrupoli potrei!

Ma è vietato, è proibito, è peccato.

Io ti penso la notte

Io ti inseguo di giorno

Io ti chiamo per nome,

un nome che significa no.

Peccato che sia peccato

Peccato che sia così!"

E anche noi spettatori ci emozioniamo e pensiamo: peccato che sia così!

Alla fine dello spettacolo invece ci rallegriamo e proviamo anche un po' di sollievo perché le cose non sono cambiate. Tutto è rimasto uguale.

E applaudiamo gli attori che ci hanno fatto viaggiare in mondi immaginari riportandoci puntualmente nella realtà.

Ed ora che lo spettacolo è finito ci alziamo in piedi con interminabili applausi intonando ad un certo punto anche "Tanti auguri" a Don Silvestro/Gianluca Guidi, perché in questa serata di fine marzo compie gli anni. Anch'io mi unisco al coro e poi guardo l'orologio e mi accorgo con "tenera rassegnazione"che manca pochissimo a mezzanotte e all'alba del mio cinquantatreesimo compleanno!

di Josepha BILLARDELLO

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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