Sull’emittente France 3 la pesca di Mazara e il sequestro di 108 giorni in Libia

La troupe francese ospite anche presso la redazione Primapaginamazara. Il servizio su France 3 per rubrica “Mediterraneo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Maggio 2022 17:58
Sull’emittente France 3 la pesca di Mazara e il sequestro di 108 giorni in Libia

“Pêche en eaux troubles” (Pesca in acque agitate) si intitola così il servizio andato in onda sull’emittente francese France 3 nell’ambito della rubrica “Mediterraneo” curata dai giornalisti Yannick Aroussi, Pauline Guigou e Philippe Hervè. Lo speciale è stato dedicato ai pescatori di Mazara del Vallo che esercitano la loro difficile attività nelle acque di un mar Mediterraneo centrale sempre più pericoloso. In particolare è raccontata la vicenda dei 18 pescatori sequestrati, e imprigionati, per 108 giorni, dal 1 settembre al 17 dicembre 2020, a Bengasi, nella Libia Cirenaica sotto il comando del famigerato generale Khalifa Haftar. 

I fatti sono stati narrati attraverso le testimonianze di alcuni dei pescatori protagonisti di quel dramma,  Giovanni Bonomo e Bernardo (Dino) Salvo, e alcuni familiari dei pescatori, Cristina Amabilino (moglie di Dino Salvo) e Naures Ben Haddada (figlia del pescatore Mohammed Ben Haddada, uno dei sei tunisini sequestrati), che in quei tragici giorni si batterono sia a Mazara del Vallo che a Roma, davanti alle sedi di Parlamento e Governo, per la liberazione dei pescatori. Le interviste e molte immagini del servizio sono state realizzate lo scorso febbraio a Mazara del Vallo.

In quell’occasione, la troupe composta da Yannick Aroussi, Pauline Guigou, e Silvia Caracciolo hanno intervistato anche i capitani ed armatori mazaresi Terenzio Bono e Roberto Falcetta i quali hanno parlato rispettivamente delle difficoltà della pesca sia mediterranea d’altura che quella costiera. Anche il sottoscritto ha avuto il piacere di esser intervistato presso la sede del quotidiano Primapaginamazara.it per il quale da direttore ha seguito, anche come corrispondente del Giornale di Sicilia, da vicino, al fianco delle famiglia dei pescatori sequestrati, e in continuo contatto con i rappresentanti sindacali e istituzionali, quei drammatici 108 giorni e i giorni successivi alla liberazione dei pescatori e dei due pescherecci “Antartide” e “Medinea”.

I giornalisti francesi hanno chiesto anche della mia ultima pubblicazione dedicata alla pesca ed intitolata “Mazara Rapita”. Si tratta di un saggio, scritto a quattro mani con il collega Max Firreri ed edito da Uila Pesca, dal taglio prettamente giornalistico, che, partendo dalla nota vicenda del sequestro dei 18 pescatori, analizza la difficile situazione della marineria mazarese, gettando uno sguardo attento, appassionato ma anche a tratti preoccupato su un comparto pesca che ha vissuto anni d’oro ormai lontani.

Quel sequestro e le successive aggressioni ai pescatori mazaresi nel maggio 2021 nel Mediterraneo – dettagliatamente raccontate nel libro- non hanno purtroppo ad oggi portato ad un concreto impegno nelle adeguate sedi istituzionali, l’Ue in primis, ove si decidono le sorti della pesca siciliana; la Città di Mazara e la sua marineria, permanendo in queste condizioni, si trovano – ecco un altro significato del titolo del libro- ostaggio del loro destino. Al seguente link youtube il servizio “Pêche en eaux troubles” trasmesso da France 3: https://www.youtube.com/watch?v=Vg6DACTxkOY&list=PLRgNIbJMwlAmqUteDVWKBrtq5LoZHERNu&index=2

Francesco Mezzapelle 

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