Stop pesca a strascico entro il 2030, grido di dolore di un pescatore mazarese

Lettera aperta di Pino dell’Arno, comandante del m/p “Sangiorgio I”, sul piano della Commissione Europea della Pesca

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
04 Maggio 2023 08:27
Stop pesca a strascico entro il 2030, grido di dolore di un pescatore mazarese

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta scritta dal pescatore mazarese Pino dell’Arno, comandante del motopesca “San Giorgio Primo”, della società armatoriale Gancitano Vito, che attualmente si trova impegnato in pesca nelle acque del Mediterraneo orientale; uno sfogo contro il piano della Commissione Europea per eliminare, gradualmente, entro il 2030 la pesca a strascico. Ecco quanto scrive Pino dell’Arno (in foto di copertina) :

Dunque, eccoci arrivati al dunque. Il nodo è arrivato al pettine. Dopo anni di persecuzione, si è arrivati al momento della cruda verità. La pesca a strascico deve scomparire! Eppure le avvisaglie erano state paventate, chiaro e forte, dalla nostra cara “Comunità Europea”. Anni di minacce, sanzioni, limitazioni, accorciamento dei periodi e chi più ne ha, più ne metta. Questi, sono stati dei segnali che, ai più sono sembrati una sorta di regolamentazione, ma a chi, come me, leggermente più lungimirante o magari più disfattista, sono sembrati di più come deterrente all'esercizio del nostro lavoro.

Insomma, la guerra non si vince sempre con la potenza di fuoco, ma si può vincere anche con l'assedio, lo sfiancamento. Tanti nostri colleghi hanno già gettato la spugna. Chi come noi, che tenacemente, cerchiamo di resistere, si useranno maniere drastiche. In questo mondo, dove ormai vige la legge del mercato, niente si potrà fare. Se la data di morte si deciderà, morte sarà, senza se e senza ma. Non ci saranno attenuanti, regali, sussidi o premi, scordiamocelo. Sarà una lenta e dolorosa agonia fatta di regole ancora più assurde, sanzioni sempre più gravi e costi di gestione sempre in rialzo.

Sarà il delitto perfetto...

D'altronde, chi deciderà', penso conosca bene il mestiere dello strascico. Penso che sia gente con anni di mare, pescatori, sapendo bene che lo strascico, si effettua su fondali lisci, sabbiosi, senza barriere, tali da non ostacolare lo strascico stesso. Penso che sia gente che sa, che in tali fondali, non si sconvolge nessun habitat, dato che il pesce, intelligente più di loro, si intana in barriere di rocce o corallo, dove lo strascico non può passare. Penso che sia gente che sa, che anzi, puliamo il fondale, raccogliendo pattume di qualsiasi natura, gettato in mare magari da una blasonata nave da crociera.

Penso che sia gente che sa, che noi, amiamo il mare più di tutti, dato che ci ha dato, ci da', e forse ci darà da vivere a noi, le nostre famiglie e a tutti i comparti che, vivono di pesca a strascico. Penso che forse questa gente, non sia proprio così. Penso però che, questi individui, invece, non siano altro che dei meri burocrati, che, trattano o usano esseri umani, persone , come numeri, da usare in semplici calcoli aritmetici, dove l'operazione prevalente, è la sottrazione! Ma io vorrei chiarimenti, sul perché, la pesca a strascico deve essere eliminata.

Spiegatemi: danneggiamo il pianeta più di una fabbrica di batterie al litio? Per estrarre il litio per una batteria di un orologio da polso si deve frantumare una montagna, si sa, giusto? Danneggiamo il pianeta più di una centrale a carbone? Danneggiamo il pianeta più di quelli che affondano gommoni o barconi, pieni di benzina o gasolio? Potrei continuare all'infinito... Allora vietiamo che in India gli induisti, per purificarsi, fanno il bagno nel Gange, dove vengono scaricate milioni di tipi di sostanze tossiche (un miliardo di litri al giorno di liquame tossico cit.).

Mi viene allora pensare: stiamo abusando degli stock ittici? No! Comunichiamo da anni, tramite strumenti elettronici, i quantitativi di pescato. E allora, carta alla mano, non mi risulta che negli anni, ci sia un calo delle catture, anzi, sempre carta alla mano, le catture sono quasi sempre uguali, e di qualche specie, anche superiori. Lo sanno pure i biologi, che dicono che certe specie, vogliono il fondale pulito per proliferare, e questo facciamo! Ma ditemi, anzi spiegatemi, Tunisia, Algeria, Libia, Egitto, Turchia, fanno questo tipo di comunicazioni? Pescano o trattano il pescato con le stesse nostre modalità? No, chiedo per un amico, che, si è trovato nel piatto, pesce di queste nazioni...

La mia umile deduzione è che le grandi lobby puntano all'import da Paesi non europei, che magari non amano tanto il pensiero “green” cosi caro ai Paesi “civili” come i nostri. Forse ora tutto torna! Andiamo a dare da mangiare ai nostri bimbi, nelle mense scolastiche, il buon pangasio, pescato in qualche fiume con acque cristalline, del Vietnam. O qualche bel calamaro fluorescente pescato nelle acque di fronte Fukushima! Oppure di qualche bella spigola pescata in qualche profumata fogna di Calcutta! E non voglio neanche giudicare o screditare il pesce di acquacoltura...

A parte che non tutte le specie, possono vivere in cattività. E sapete che l'animale selvatico è abituato a correre per mangiare, a correre per non essere mangiato. Quindi, animale in buona salute, finché morte non sopraggiunga naturalmente o per malattia. Sicuramente, tale animale selvatico, non riceverà cure farmacologiche per sopravvivere, non verrà imbottito di antibiotici o antiparassitari, e non mangerà polveri o croccantini provenienti magari da qualche fabbrica tipo Chernobil.

Ma questo non è un atto di accusa! Il pesce di vivaio è buono, ma io mi mangio quello che pesco io, finché me lo fanno pescare! Ma quello che mi intristisce ancora di più, è il silenzio assordante del nostro settore. La nostra più pesante, minacciosa, aggressiva protesta (almeno in Italia), sarà una “suonata di tromba”!? Da quale grembo è stata partorita questa geniale idea? Come se la Russia butti una bomba di una tonnellata su Kiev e da sotto gli Ucraini rispondano con uno sputo...

Si parla di buttare in mezzo alla strada migliaia di persone, e noi, protestiamo con una “trombata”? Arrivati a sto punto, forse è da prendere in considerazione che, meritiamo noi, di essere “trombati”! Un settore mai unito, sempre in lotta con se stesso , uni contro gli altri, facendo si che il “divide et impera” permetta ai su citati burocrati di decidere al posto nostro. Questo mio sfogo, sia da intendersi come un grido di dolore, di pianto, di un uomo vissuto per mare e vissuto col mare.

A nessuno frega niente di ciò che sta apparendo all'orizzonte, meditiamoci sopra! Sappiate solo questo: con orgoglio di pescatore lotterò con qualsiasi mezzo per difendere la mia vita e il mio pane, questo è il mio pensiero e, credo, quello di tutti i pescatori!”. 

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