Segesta, un’altra commedia greca sul palco del Teatro Antico: Le Nuvole di Aristofane

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Agosto 2017 09:40
Segesta, un’altra commedia greca sul palco del Teatro Antico: Le Nuvole di Aristofane

Le Nuvole di Aristofane al Teatro Antico di Segesta il 17 agosto, alle 19.15. La commedia, andata in scena per la prima volta ad Atene, alle Grandi Dionisie del 423 a.C, è diretta in questa versione da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi per il cartellone del Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2017, la manifestazione organizzata dal Comune di Calatafimi Segesta in sinergia con il Parco Archeologico di Segesta e la direzione artistica di Nicasio Anzelmo.

Note:
Il mondo è proprio un enorme immondezzaio. Prima che scoppi una grande guerra, da sempre, gli esseri umani non riescono più a stare in piedi, intorpiditi, smarriti, non trovano più appigli per esercitare la propria umanità. Non resta loro che cercare una comunicazione tra di loro usando strategicamente smartphone o tablet per tentare di riacchiappare una vita da vivere. Ed ecco che si leva una voce in loro aiuto, il barbone “Socrate”, estremamente informatico, reietto della società, cura un blog con l’unico prezioso oggetto in suo possesso e grazie ad esso educa e nutre le masse.

Masse-pecore bevono, bevono dalla fonte del sapere e vivono piegate al volere di pochi… sembra proprio la favola dei giorni nostri. Sembra che Aristofane stia lì a guardarci. In questa società pre-atomica, avariata, iniqua, un contadino arricchito, di nome Strepsiade, cerca riscatto e si rivolge a Socrate per imparare a fregare il prossimo ed estinguere furbescamente i suoi debiti. Dopo aver tentato invano di frequentare la scuola di Socrate, Strepsiade, stremato dalla sua stessa ignoranza, convince il figliolo Fidippide, ragazzo viziato e scostumato, ad imparare l’arte del raggiro presso il pensatoio di Socrate.

Alla fine della storia, la morale è sempre quella: vai per fare del male e del male ti sarà fatto. Fidippide, infatti, istruito dai due antitetici adepti del barbone, il discorso giusto e il discorso ingiusto, che gli insegneranno per bene le tecniche oratorie per frodare, avrà la meglio sul padre piegandolo alle sue voglie. L’epilogo violento della storia, con l’incendio appiccato da Strepsiade al pensatoio di Socrate, è il risultato di una comunicazione corrotta, sbagliata che si perpetra nei giorni, negli angoli, nelle scuole, nei mass-media.

La comunicazione che non ci lascia scegliere perché ci lava via i pensieri e la capacità di discernimento. In televisione, in teatro, il popolo invece dovrebbe esser sovrano e decretare il successo o il fallimento del modello mediatico proposto. Nella parabasi sarà proprio un interprete della commedia a raccontarci la vera tragedia quotidiana dell’arte, a sottolineare la responsabilità del ruolo dell’attore e dell’artista in quanto portatori di civiltà e la responsabilità del signor pubblico di avvalorare la qualità e l’intelligenza di un’opera teatrale.

Piccole scelte ma grandi segni di crescita intellettuale. E’ semplicemente la saga degli dei moderni e le dee nuvole che Socrate presenta al bifolco Strepsiade come uniche sovrane, altro non sono che le eteree ed inconsistenti parole del moderno popolo del web. False verità che ci propinano, sfuggente chiacchiericcio telematico tra massaie. E chi ci crede è di sicuro uno zotico, o meglio uno Strepsiade.Con:
Giovanna Criscuolo, Micaela De Grandi, Valentina Ferrante.

Federico Fiorenza, Massimiliano Geraci, Giovanni Rizzuti
Adattamento: Valentina Ferrante
Musiche: Luca Mauceri
Produzione: Banned Theatre

Comunicato stampa17/8/2017{fshare}

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