L'esito del primo turno elettorale delle elezioni amministrative a Mazara del Vallo, ci induce a qualche riflessione che possa aiutarci a capire quanto avvenuto.
A nostro avviso, la sconfitta di Pino Bianco ha avuto origine nello sforzo mancato ( non voluto ? ) da parte del Partito Democratico di incarnare a Mazara del Vallo quella "vocazione maggioritaria", già di veltroniana memoria, compiutamente realizzata da Matteo Renzi a livello nazionale. L'idea, cioè, che, il PD, ha l'ambizione di rappresentare, tutto intero, il cuore pulsante della società civile e di mirare, quindi, legittimamente, al governo del paese senza la necessità di stringere accordi al ribasso con altre forze politiche portatrici di rappresentanze sociali settoriali.
Si tratta di una visione moderna, già ben radicata nelle grandi democrazie occidentali. Ed infatti, ha prodotto lo straordinario risultato del 40% alle ultime elezioni europee. A Mazara del Vallo, invece, in controtendenza nazionale e finanche regionale, il Partito Democratico si attesta a poco più del 10% alle amministrative ed al 23% alle europee. Risultato, evidente, di un PD tutto racchiuso su se stesso, sulla propria classe dirigente, incapace di aprirsi al corpo vivo della società civile e di rappresentarne le istanze.
E la lista elettorale presentata alle ultime elezioni amministrative è lì a testimoniarlo. Una lista incompleta, con soli 26 candidati, piena di ex consiglieri e consiglieri uscenti, alcuni addirittura con due consiliature alle spalle, ottenute con partiti o movimenti di opposto segno politico. Personalità certamente in grado in grado di attrarre molti voti di preferenza, come in realtà è avvenuto, ma, che, è sembrato giocassero una partita incentrata molto su di sé, e, poco sul progetto amministrativo di Pino Bianco.
Ci chiediamo: è mai possibile che il Partito Democratico, salito per intero, a Mazara, sul carro vincente renziano, non abbia, poi, messo in pratica quelli che rappresentano i messaggi più significativi dell'esperienza politica di Matteo Renzi, vale a dire il ricambio della classe dirigente e la "vocazione maggioritaria" da realizzarsi tramite la più ampia apertura alle istanze ed ai bisogni della società civile ? E' mai possibile che non abbia saputo ( voluto ? ), "pescando" in quella stessa società civile, attraverso il coinvolgimento di forze nuove, giovani, donne, categorie sociali, allestire non una, bensì due liste elettorali a sostegno di Pino Bianco ? Sarebbe bastato questo a garantire il passaggio al secondo turno e, forse, la vittoria finale.
E' del tutto evidente, che, sotto questo aspetto, il Partito Democratico abbia mancato la prova.
Vi è da chiedersi, per quale motivo, il dottore Pino Bianco, viste tali premesse, abbia accettato di correre. Tanto più che non vi erano, a suo sostegno, liste civiche che potessero sopperire. Anche questo, probabilmente, la dice lunga sul carattere improvvisato della candidatura Bianco. Una candidatura che nasce "dal basso", da reali esigenze di ampi settori della cittadinanza, avrebbe richiesto almeno una lista civica che di tali esigenze fosse espressione. Nella quale il candidato sindaco Pino Bianco avrebbe potuto ampiamente riconoscersi. Ebbene, di liste civiche, nella competizione elettorale, ve ne sono state addirittura 12, ma, tutte a sostegno degli altri candidati. Una situazione paradossale.
Viene quindi il dubbio che, la candidatura del dottore Bianco, nasca, piuttosto, da logiche di potere tutte interne all'oligarchia del PD mazarese, senza il vaglio di una primaria, altro indizio di improvvisazione, per poi essere abbandonata a se stessa, in balìa degli eventi.
Peraltro, il dottore Bianco, a nostro avviso, avrebbe potuto e dovuto condurre una campagna elettorale più "energica". Avrebbe dovuto "volare alto". Suscitare speranze ed aspettative nei suoi concittadini con un programma di spessore, da realizzare magari in 10 anni, che avrebbe potuto cambiare il volto della città. Invece, ha sorvolato su tutto, senza incidere su nulla, vantandosi di avere "un metodo" e non un programma. Ma quale metodo ? La correttezza personale, la trasparenza amministrativa, il rispetto assoluto della legalità, sono tutte cose che debbono, necessariamente, far parte de del modus operandi di un pubblico amministratore. Sono pre-requisiti.
Quello che, invece, avrebbe dovuto fare la differenza con l'esistente è, proprio, una "visione straordinaria" del futuro di questa città. Qualcosa in grado di suscitare, nei cittadini, forti aspettative. Pensiamo all'esempio del Presidente Renzi, sempre evocato da Pino Bianco, ma, di fatto, disatteso nella pratica politica e nelle strategie comunicative. Mentre è oramai chiaro a tutti che, i cittadini, sono pronti a premiare le proposte di cambiamento, quando queste sono supportate da riforme e progetti in grado di segnare la discontinuità con un presente di stagnazione economica.
Noi Democratici Riformisti, ad esempio, abbiamo alcune idee in proposito che, riteniamo, avrebbero potuto trovare accoglienza all'interno del programma del candidato sindaco Pino Bianco e, che, adesso, ci auguriamo possano ricevere l'attenzione del futuro sindaco.
Porto turistico; perché lo sviluppo si fa con le strutture, come insegnano gli esempi delle realtà turistiche affermate, italiane ed internazionali.
Un grande progetto di formazione permanente euro-mediterranea rivolto alle migliaia di migranti che ogni anno sbarcano sulle coste siciliane, con la speranza di potersi trasferire nei vari paesi europei, Francia, Germania, Gran Bretagna. Oggi, questi popoli rappresentano un grave problema, perché sappiamo benissimo che quei paesi non sono disponibili ad accoglierli. Se però fossimo in grado di offrire un programma formativo professionale, culturale, linguistico in modo tale da trasformare un esercito di disperati pronti anche a delinquere pur di sopravvivere, in un una risorsa utile all'economia dei paesi europei, avremmo trasformato un problema in un'opportunità. Realizzabile, a Mazara.
Un piano complessivo di rifacimento viario di tutta la città che rimetta in moto il settore edile.
Agenda Digitale. Un gigantesco piano di ammodernamento della macchina amministrativa che deve dotarsi di strumenti e tecnologie che consentano la de- materializzazione dei principali flussi amministrativi. Permettendo di creare percorsi di avanzamento delle pratiche e definire processi approvativi, autorizzativi o informativi, in maniera del tutto automatizzata. Con un'enorme beneficio in termini di efficienza e trasparenza della pratica amministrativa. E con gli utenti della PA (cittadini, imprese) in grado di accedere, online, alle informazioni sullo stato di avanzamento delle pratiche presentate ed anche di poter interloquire con l'Amministrazione stessa.
Un piano di trasporto pubblico locale che consenta ai Mazaresi di poter fruire di un servizio di mobilità cittadina da effettuarsi tramite autobus, e, di un servizio navetta che consenta di raggiungere gli ospedali di Marsala e Castelvetrano.
Per tutti questi progetti sarebbe possibile ricorrere a fondi comunitari e, nel caso del porto turistico anche ad investimenti privati.
Per quanto riguarda il contributo elettorale dei Democratici Riformisti per la Sicilia, dobbiamo far rilevare che il nostro è un movimento politico giovane. Alla prima prova nella zona della Sicilia occidentale. Ciononostante, possiamo ritenerci soddisfatti dell'esito conseguito, pur in tandem con gli amici dell'UDC. E' stato raggiunto l'obbiettivo minimo del superamento del quorum del 5% e, anche se il consigliere eletto non è espressione del nostro movimento, bensì, appunto, rappresentante dell'UDC, non possiamo non rimarcare che abbiamo dato il contributo maggiore alla lista, sia in termini di candidati che in termini di consensi elettorali.
Questo ci da fiducia sulle prospettive di radicamento all'interno del tessuto sociale mazarese. Ovviamente, registriamo la sconfitta sul fronte della sindacatura, ma con la coscienza serena di aver fatto quanto nelle nostre possibilità. Altri, come si diceva pocanzi, avrebbero potuto e dovuto fare molto di più.
Il coordinatore cittadino del Movimento Democratici Riformisti per la Sicilia: Giuseppe Pizzo.Il coordinamento: dott. Giovanni Palermo,dott.ssa Donatella Schiaroli,Cesare Gilante, Claudia Pipitone, arch. Pietro D'angelo, Pietro Pipitone, dott.Francesco Basone.
(Comunicato stampa)
04/06/14 11,30
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